Di lui si diceva che facesse la pasta più buona del paese; ma che dico del paese, la più buona di Puglia! Lo chiamavano Mastro Sapore e con le sue prelibatezze rendeva felici grandi e piccini. La sua maestria era nota in tutta la regione.
Pian piano, per assaggiare le sue bontà, curiosi e intenditori iniziarono a giungere da ogni parte d’Italia: un lungo cammino fino al profondo e assolato Sud, un pellegrinaggio alla scoperta di sapori mai provati prima.
E Mastro Sapore era sempre in movimento nella sua campagna: la mattina nel campo di grano, “il mare dorato” come lo chiamava lui, a parlare alle spighe e a vederle crescere alte e rigogliose; il pomeriggio nel suo molino, avvolto da una nuvola di semola purissima; la sera giù a impastare con l’acqua della sorgente: mani rugose e gesti sapienti.
Col passare del tempo, Mastro Sapore era diventato una figura leggendaria, tanto che tutti volevano carpire i suoi segreti, cogliere l’essenza della sua passione.
Ma soltanto tre ragazzi ci riuscirono, diventando presto suoi allievi prediletti, perché sin da piccolissimi lo avevano seguito e osservato, mentre maneggiava con cura la semola e l’acqua, gli unici segreti della sua pasta eccezionale.
In tutti questi anni, Mirko, Valerio e Antonio, hanno seguito ogni suo consiglio come fosse legge, appreso ogni suo movimento che cambiava come si alternano le stagioni, imparato ogni procedimento e custodito il suo metodo autentico.