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Galletto di Sant'Oronzo

Regione: Puglia
Tipologia di prodotto:  Prodotti della gastonomia

Descrizione

Il "galletto di Sant'Oronzo", denominato in pugliese "iaddhruzzu te Santu Ronzu", è un piatto tipico di Lecce che racchiude in sé il profumo ed il sapore della festa patronale di Sant'Oronzo.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il galletto di Sant'Oronzo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Tradizioni

Un vero e proprio piatto tradizionale quello del galletto di Sant'Oronzo, che contrariamente alla melanzanata di Sant'Oronzo consumata per la vigilia della festa, viene portato in tavola il 26 Agosto, ovvero esattamente il giorno della commemorazione del Santo.

Il galletto di Sant’Oronzo è una pietanza antica e viene consumato da tempo immemore dagli abitanti della città per festeggiare Sant’Oronzo.

In onore del quale le famiglie leccesi ogni anno consumano questo secondo piatto tipico, rigorosamente realizzato con un piccolo gallo ruspante di primo canto del peso di 2 kg.

Lo iaddhruzzu te Santu Ronzu è quindi una vera pietanza rituale irrinunciabile.

Non a caso in passato, per poterla realizzare, il galletto di Sant’Oronzo, veniva allevato con cura nel proprio pollaio già dal mese di Marzo, qualora non se ne possedesse uno, essendo il volatile un "simbolo essenziale ed imprescindibile della festa", veniva fatto crescere addirittura in terrazzo.

Questo perché, per i leccesi fedeli al Santo, non consumare il galletto, equivaleva a mancare di rispetto al Patrono.

Le radici di questa suggestiva tradizione popolare hanno avuto diverse letture.

Leggende

Si va da quella che fa risalire il consumo del galletto al medesimo Oronzo, il quale dopo esser stato nominato vescovo da San Paolo e da San Pietro, avrebbe simbolicamente celebrato l'avvenimento tirando il collo a un piccolo gallo.

Il simbolo di tale gesto sarebbe inscritto nelle parole recitate da Gesù a Pietro "prima che il gallo canti mi rinnegherai tre volte", il significato è da ricercarsi nella metaforica affermazione di non aver necessità alcuna di ammonimenti per testimoniare la propria fede.

Tuttavia, la tesi che va per la maggiore è questa, ovvero:

  • alla fine del 1700, in virtù dell'ingiunzione della decima, il Regno di Napoli istituì un particolare tributo, la "tassa festiva", ovvero l'offerta al signore del luogo di un "capone natalizio", di un "agnello pasquale" o un "galletto" in onore della festa del Santo patrono.

Detta offerta aveva lo scopo d'ingraziarsi il Signore!

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