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DIFFICOLTA': facile

TEMPO DI PREPARAZIONE: 15 minuti

TEMPO DI COTTURA: 10 minuti

REGIONE: Piemonte

DOSI: 4 persone

COSTO: basso

Le uova ripiene di tonno e maionese sono una ricetta gustosa e veloce, adatta in varie occasioni. Si tratta di uno degli antipasti classici della cucina piemontese, con il tempo però si è diffuso in tutto il Bel paese. Può essere realizzato in meno di 30 minuti, utilzzando pochi ingredienti davvero semplici da reperire. Il suo sapore inconfondibile, è in grado di soddisfare grandi e bambini.

Parliamo di un antipasto perfetto durante i mesi caldi, da Pasqua in poi. Nel caso in cui le si volesse abbinare a delle verdure, questo piatto può diventare tranquillamente un secondo fresco e leggero.

Ingredienti uova ripiene di tonno e maionese

  • 180 gr tonno sott'olio in scatola
  • 50 gr di maionese
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • un pizzico di sale
  • prezzemolo q.b.
  • pepe q.b.

ingredienti uova tonno maionese

Ricetta delle uova ripiene

Step 1:

prendere un pentolino, riempirlo d'acqua fredda, metterlo sul fuoco ed inserire le 4 uova. Bucarle sulla cima, questo piccolo accorgimento, eviterà che si spacchino durante la cottura.

Far bollire l'acqua e da quel momento calcolare altri 8/9 minuti. Questo periodo di tempo garantirà che le uova diventino sode e ideali per la ricetta.

uova bollite preparazione 

Step 2:

Una volta pronte, togliere il pentolino dal fuoco. 

Far raffreddare le uova scolando l'acqua bollente e inserendo nel pentolino dell'acqua fredda. Sgusciare e lasciar riposare le uova sode per circa 10 minuti. Asciugarle con cura.

Tagliare le uova in senso verticale, stando attenti a non romperle o rovinarle. 

Step 3:

Con l'aiuto di un cucchiaio, prelevare il tuorlo e metterlo in una terrina o in un mixer elettrico.

Aggiungere il tonno sgocciolato e sbriciolato, 65 grammi di maionese, pepe, dell'olio d'oliva e un pizzico di sale.

Nel caso di utilizzo di una terrina, aiutarsi con una forchetta per amalgamare gli ingredienti. Se invece si utilizza un mixer, frullare per pochi secondi, fino ad ottenere una crema morbida e ben amalgamata.

preparazione tonno maionese

Step 4:

inserire la crema all'interno delle uova sode così da trasformarle in uova ripiene di tonno e maionese. Nel caso si avesse a disposizione un sac a poche, trasferirne la crema all'interno e farcire gli albumi delle uova sode.

Decorare a piacere con prezzemolo, foglie di basilico o erba cipollina.

Se dovesse avanzare della crema, è possibile riutilizzarla all'interno di vol-au-vent, tartine o bruschette di qualsiasi tipo.

preparazione uova bollite tonno

Varianti

Difficile trovare un alimento come l'uovo, in grado di adattarsi a diversi piatti con ricette sfiziose.

Se non si avesse a disposizione la maionese o a qualcuno del gruppo non piacesse, esistono altre soluzioni. Ad esempio, si possono aggiungere le acciughe sott'olio. 

Nel caso in cui invece fosse il tonno a non essere gradito, questo alimento potrebbe essere sostituito con i capperi. In questo modo il piatto diventerebbe vegetariano, ancor più semplice e leggero.

Conservazione uova ripiene al tonno

Le uova ripiene con tonno e maionese possono essere servite immediatamente dopo la loro farcitura.

Allo stesso modo, è possibile conservarle in frigorifero, coperte da una pellicola trasparente per max 1/2 giorni.

Il congelamento di questo antipasto non è consigliabile.

 

Il Vitello Tonnato, o Vitel Tonné, è una delle preparazioni tipiche del Piemonte più antiche e cariche di storia. Ecco quali sono le sue origini e come fare il vitello tonnato secondo la tradizione piemontese.

La cucina piemontese ha una tradizione culinaria molto ricca. I suoi numerosi piatti ruotano attorno a ingredienti genuini e particolari. Basti pensare al brasato al barolo, alla carne bovina di razza piemontese o al tartufo bianco d’Alba. Uno dei piatti tipici piemontesi sicuramente più conosciuti e apprezzati è il vitello tonnato, o vitel tonnè.

Vitello tonnato: un’istituzione del Piemonte

Il vitello tonnato, o vitel tonné, è un antipasto piemontese molto conosciuto e semplice da realizzare.

Le sue origini risalirebbero addirittura al Settecento. Si pensa che la ricetta sia nata probabilmente in provincia di Cuneo all’inizio del XVIII secolo. Nel corso degli anni, tuttavia, sarebbe stata modificata nella preparazione e negli ingredienti.

Il vitello tonnato, così per come lo conosciamo oggi, risale al 1891, a quando Pellegrino Artusi, nella sua “Scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”, scrisse la ricetta originale tramandata fino ai giorni nostri.

Ricetta Vitello tonnato - Ingredienti

Ma veniamo subito agli ingredienti necessari per realizzare il vero vitello tonnato piemontese.

Serviranno:

  • 1 kg di vitello
  • 2 carote
  • 1 costa di sedano
  • 2 cipolle
  • 750 ml di vino bianco
  • 2 l circa di acqua
  • 2 uova sode
  • 5 filetti di acciughe sott’olio
  • 1 cucchiaio di capperi
  • 200 grammi di tonno
  • 1 mazzetto di erbe aromatiche miste (alloro e salvia se possibile)
  • 3 chiodi di garofano
  • sale q.b.
  • 3 cucchiai di olio extravergine di oliva
  • pepe nero q.b.

Come fare il vitello tonnato - Procedimento

  • Iniziate preparando le verdure e dissalando i capperi. Pulite le carote, il sedano, le cipolle e infine tagliatele.
  • Poi, riponete in una casseruola il vitello. Aggiungete le verdure e le spezie, l’olio e il sale.
  • Bagnate con il vino e aggiungete l’acqua.
  • Fate andare la carne a fuoco lento, lasciandola cuocere per circa due ore.
  • Una volta pronta, lasciatela raffreddare e affettatela.

Nel frattempo, preparate la salsa per vitello tonnato.  

  • Nel frullatore, inserite il tonno sgocciolato, un bicchiere di brodo di carne e le uova. Frullate.
  • Poi, aggiungete i capperi e le acciughe.
  • Una volta pronta la salsa tonnata, distribuitela sulle fette di vitello.

La carne assumerà una consistenza più morbida e cremosa. Dopo aver lasciato riposare il vitello per un paio d’ore, servite tutto a temperatura ambiente.

Se rimane, potete conservare il vitello tonnato in frigorifero per massimo tre giorni. La salsa va riposta in un contenitore ermetico. Anche questa può essere conservata per un massimo di tre giorni.

Vitello Intavoliamo

Vitello tonnato: storia di uno dei piatti tipici piemontesi più amati

Il vitello tonnato è un piatto antichissimo, ed è una delle preparazioni più conosciute e apprezzate tra i piatti tipici del Piemonte. Negli anni ‘80 è tornato prevalentemente di moda, affiancato ad altri antipasti. La ricetta sembra sia nata nel Cuneese all’inizio del XVIII secolo. La sua paternità è rivendicata dalla cucina lombarda, ma anche veneta e emiliana. Le sue radici, però, sarebbero indiscutibilmente piemontesi.

L’appellativo tonné deriva dal francese tanné, che significava conciato. Il Ducato dei Savoia, all’epoca, presentava un miscuglio linguistico in cui il francese e l’italiano erano le lingue ufficiali. Nel dialetto piemontese di tutti i giorni, di conseguenza, era facile trovare numerosi francesismi.

I natali del piatto sono tipicamente popolari. Il vitello tonnato, infatti, veniva preparato con gli avanzi della carne di vitello, cotta a fuoco lento, e a lungo, per migliorarne la morbidezza.

Secondo alcuni studiosi, la dicitura “tonnato” avrebbe potuto significare in un primo tempo “cucinato come se fosse un tonno”. Il tonno sarebbe stato aggiunto solo successivamente.

La cucina piemontese è espressione dei contatti continui con i porti liguri. Il binomio mare e monti, infatti, è comune nei piatti regionali. Merito anche degli acciugai piemontesi e del contrabbando del sale, molto caro all’epoca, nascosto sotto strati di alici.

Testimonianza scritta della comparsa ufficiale del tonno nella preparazione del piatto risale al 1891, alla ricetta di Pellegrino Artusi. Il testo parla di vitella di latte condita con acciughe e bollita con due chiodi di garofano, una foglia di alloro, sedano, carota e prezzemolo. La carne è qui accompagnata da una salsa a base di acciughe, tonno, limone, olio e capperi.

Il piatto iniziò ad avere una grande risonanza a partire dagli anni ‘60. Oggi, si trova in diverse varianti, con o senza maionese e addirittura nella versione di tonno vitellato.

La bagna cauda, la ricetta storica della cucina piemontese è un piatto dal gusto intenso e persistente. Ecco come prepararla secondo la ricetta originale

Quando si parla di piatti tipici del Piemonte è impossibile non menzionare la bagna cauda. Si tratta di una preparazione a base di aglio e acciughe, cotta a fuoco lento in olio extravergine d’oliva.

La Bagna Cauda, o Bagna Caoda, si consuma generalmente intingendo verdure di stagione nel preparato. I peperoni in bagna cauda, ad esempio, possono essere consumati crudi o abbrustoliti.

Per tradizione, è un piatto tipico del periodo della vendemmia, quindi da consumare prevalentemente in autunno e inverno. Sembra che fosse preparato per ricompensare i vendemmiatori del lavoro prestato. Era anche un rito di condivisione, visto che per mangiare tutti i commensali dovevano attingere da un unico recipiente.

Sempre come vuole la tradizione, la bagnacauda veniva portata a tavola nel Dian, un tegame di terracotta, tenuto caldo con uno scaldino di coccio riempito di braci vive. Successivamente, sono stati creati dei recipienti di terracotta, i Fojot, che consentono di intingere individualmente dal preparato.

Bagna cauda: come nasce la più amata tra le ricette piemontesi

Sembra che la ricetta della Bagna Cauda sia nata nel Basso Piemonte. Al tempo, era difficile procurarsi l’ingrediente fondamentale, le acciughe salate, quindi è possibile che i piemontesi si approvigionassero delle stesse presso le saline della Provenza e delle foci del Rodano, attraverso le vie del Sale, delle rotte commerciali. Secondo la leggenda, il commercio delle acciughe salate era un modo per commerciare anche il sale, non pagandone i relativi dazi. L’alimento veniva infatti nascosto sotto uno strato di acciughe.

In principio, la Bagna Cauda era un cibo rifiutato dalla classe benestante, perché considerato poco elegante, in particolare per la presenza di aglio.

Una prima descrizione del piatto risale al 1875. Esiste una ricetta “ufficiale” depositata nel 2005 dalla delegazione di Asti dell’Accademia italiana della cucina.

Del piatto esistono comunque diverse varianti. Con o senza aglio, abbinato alla polenta o con le uova, o con l’aggiunta di burro, panna e noci.

Piatto di bagna cauda ovvero salsa circondata da diverse verdure

Bagna cauda ricetta originale piemontese - Ingredienti

La ricetta tradizionale della Bagna Cauda è piena d’aglio ed è stata depositata il 7 febbraio 2005 dalla Delegazione di Asti dell’Accademia Italiana della Cucina.

Gli ingredienti per 12 persone sono:

  • 12 teste di aglio
  • 6 bicchieri di olio d’oliva extravergine
  • 600 grammi di acciughe rosse di Spagna

Ricetta Bagna cauda - Procedimento

  • Si inizia con il pulire e tagliare a fettine gli spicchi di aglio.
  • Riponete poi gli spicchi ottenuti in un tegame di coccio, aggiungete un bicchiere di olio d’oliva e avviate la cottura a fuoco molto lento, mescolando con un cucchiaio di legno.
  • Dissalate e pulite le acciughe. Lavatele e asciugatele. Aggiungetele all’aglio e mescolate delicatamente.
  • Coprite gli ingredienti con il restante quantitativo di olio e continuate a far cuocere a fuoco lento per circa una mezz’ora.

Attenzione alla temperatura: il composto non deve friggere.

In alcuni casi, si consiglia, se piace, di aggiungere a fine cottura un pezzetto di burro fresco, per ottenere un sapore più morbido.

Per servire la bagna dovrete versarla nei tipici contenitori, i “Fujot”, e accompagnarla a delle verdure a scelta.

Se preferite verdure crude, le vostre opzioni sono: cardi gobbi di Nizza Monferrato, topinambur, indivia e scarola, peperoni freschi, cipollotti crudi inquartati e immersi nel barbera.

Se preferite invece delle verdure cotte, potete scegliere tra: barbabietole rosse, patate lesse, peperoni arrostiti, zucca fritta o cipolle al forno.

Variante: come preparare la bagna cauda senza aglio

La bagna cauda senza aglio snatura un po’ il piatto. Si tratta tuttavia di una variante che potrebbe consentire a chi non ama questo ingrediente di non rinunciare a uno dei piatti tipici del Piemonte più conosciuti al mondo.

In questo caso, l’aglio viene sostituito con il Topinambur. Il Topinambur è un tubero conosciuto anche con il nome di Carciofo di Gerusalemme, per il suo sapore che richiama un po’ quello dei carciofi appunto.

  • Per le proporzioni, tenete sempre in considerazione che acciughe e topinambur seguono un rapporto di 1 a 2. Quindi, 500 grammi di acciughe richiederanno 1 kg di topinambur.
  • A questi ingredienti aggiungete l’olio d’oliva (per 1 kg di topinambur ne serve 1 litro) e acqua quanto basta.

Potete impreziosire il piatto con delle spezie come il peperoncino.

  • In una pentola, fate bollire dell’acqua e cuocete i topinambur fino a farli disfare.
  • Nel frattempo, pulite e lavate le acciughe.
  • In un tegame, fate scaldare l’olio a fiamma bassa. Aggiungete le acciughe che avrete asciugato accuratamente e mescolate, fino a fargli raggiungere una consistenza cremosa.
  • Aggiungete i topinambur e poi passate tutto nel passaverdure.
  • Rimettete il tutto nella pentola e fate cuocere, continuando a mescolare.

Speziate e servite caldo.

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