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I PAT: prodotti agro-alimentari tradizionali

Probabilmente avrai avuto modo di conoscere i cibi targati PAT anche casualmente assaggiando dei cibi locali oppure di nicchia, ma che cosa significa questa sigla? La denominazione completa è prodotti agro-alimentari tradizionali, ovvero tutte quelle produzioni gastronomiche, preparazioni degli alimenti o metodologie di lavorazione che permettono ad una pietanza di contraddistinguersi da almeno 25 anni. Grande valore assumono la territorialità e la tradizione, due elementi imprescindibili per i PAT. La loro istituzione, grazie alle sollecitazioni comunitarie, è disciplinata dalla normativa statale del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali per valorizzare il patrimonio gastronomico di ogni stato appartenente alla Unione Europea.

L'elenco PAT: perché è stato realizzato

Istituire i PAT è stata una necessità derivante dal bisogno di proteggere e tutelare le produzioni locali, troppo esigue per essere configurate tramite altre qualificazione come DOC o DOP, ma ugualmente meritevoli di una normativa adatta al loro mantenimento e al loro sviluppo. La ragione della nascita dei prodotti agro-alimentari tradizionali italiani è da ricercare nella conformazione del territorio e nella forte presenza della tradizione in tutto il settore agricolo, dell'allevamento e gastronomico. Molte produzioni sono localizzate e ristrette a tal punto da essere considerate di nicchia, per cui per permettere di concorrere nel panorama internazionale si è scelto di conferire loro una protezione maggiore.

Le tipologie di prodotti agro-alimentari tradizionali

All'interno della qualificazione PAT puoi trovare diversi settori che distinguono i prodotti o gli alimenti dotati di questa sigla. Nell'elencazione stabilita dalla legge si trovano:
bevande;
- carni e relative preparazioni;
- formaggi;
- pasta fresca, lievitati, prodotti di pasticceria e biscotti;
- preparazione e allevamento della fauna ittica;
- gastronomia;
- prodotti che sono di origine animale oppure vegetale.
- Da chi e come viene conferita la qualificazione PAT
Il conferimento dell'etichettatura PAT può essere effettuato dallo stesso Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali oppure da alti enti competenti. Un notevole potere di riconoscimento è dato alle regioni a statuto ordinario nonché a quelle speciali con il requisito di osservare e rispettare la normativa vigente. L'iniziativa può essere destinata anche ad enti pubblici o privati che, qualora fossero rispettati i vincoli di territorialità equivalente tradizione, possono avanzate l'attribuzione della qualifica PAT esibendo giusta documentazione.
Alcuni prodotti agro-alimentari tradizionali italiani
Alcuni dei prodotti agro-alimentari tradizionali italiani che avrai certamente conosciuto o consumato a tavola sono:
- il guanciale per amatriciana;
- la gallina padovana;
- il baccalà alla vicentina.
I prodotti sono molto numerosi, per questo vengono divisi in settori per ogni regione.
Quando si acquista un alimento è indispensabile sapere cosa si sta comprando. Questo concetto è importante per tutelare la propria salute e per poter rispettare la propria filosofia di protocollo alimentare. A cosa bisogna fare attenzione durante l'acquisto? Quali sono le principali tutele per acquistare prodotti alimentari?

L'etichetta dei prodotti freschi

Il primo importante strumento tutelativo per il consumatore, al momento dell'acquisto di un alimento, è dato dall'etichetta. Per legge l'etichetta deve riportare i dati di tracciabilità di tutti i prodotti freschi: provenienza delle carni e dei pesci, del latte, delle uova, dei vegetali. Inoltre, deve riportare tutti i trattamenti subiti e i luoghi geografici in cui sono stati eseguiti, comprensivi di numero identificativo dello stabilimento.

L'etichetta dei prodotti trasformati o pronti

Se si sta acquistando un prodotto pronto per essere consumato, l'etichetta non perde di importanza. Deve riportare tutti gli ingredienti presenti ed utilizzati per la preparazione del prodotto, inclusi eventuali conservanti, additivi e coloranti. Inoltre dovrebbe riportare la spiegazione, in chiaro, del metodo di cottura o preparazione. Per i formaggi deve essere presente la tracciabilità del latte utilizzato per la sua realizzazione.
La data di scadenza: importante tutela per acquistare prodotti alimentari
Tutti i prodotti alimentari devono, obbligatoriamente e necessariamente, riportare sulla confezione la data di scadenza. Si fa eccezione per i vegetali venduti sfusi, il cui deterioramento è visibile ad occhio nudo ed è sensibile ai modi, tempi e temperature di conservazione.

La presenza o l'assenza di allergeni

Un'altra tutela alimentare è data dall'indicazione, sui prodotti, della presenza o assenza di uno o più allergeni. Gli allergeni sono enzimi contenuti in alcuni cibi, pericolosi per chi soffre di intolleranze o allergie. I più comuni sono: il glutine, il lattosio, le arachidi, le fragole, i crostacei. Ogni prodotto confezionato deve segnalare la presenza di allergeni e, se si tratta di un prodotto specifico per intolleranze o allergie, indicare a chiare lettere, sulla confezione, di quali allergeni è privo.

I valori nutrizionali

Un altro importantissimo ed efficiente strumento di tutela per acquistare prodotti alimentari è quello di leggere la tabella dei valori nutrizionali, obbligatoriamente presente su tutti gli alimenti. Valutando le qualità organolettiche dei prodotti si possono fare scelte salutari e consapevoli, privilegiando i prodotti ricchi di macro e micronutrienti ai quali si vuole dare più importanza. La tabella nutrizionale si basa su 100 grammi di prodotto ed indica: le calorie, la ripartizione dei macronutrienti ossia: carboidrati, proteine e grassi ed il contenuto di micronutrienti, cioè vitamine e sali minerali.

I modi di conservazione: tutela per acquistare prodotti alimentari

Su ogni prodotto, che sia fresco, a lunga conservazione, da frigo o surgelato, devono essere riportate le indicazioni per una corretta conservazione. L'indicazione deve riferirsi sia al prodotto chiuso e sigillato sia al prodotto già aperto. Inoltre, deve essere specificato fino a quanti giorni dopo l'apertura può essere consumato.
Il marchio STG (Specialità Tradizionale Garantita) è una certificazione stabilita dall'Unione Europea che mira alla tutela di alimenti, italiani ed europei, che per specificità di produzione rappresentano il territorio in cui vengono principalmente concepiti.
Il marchio STG riguarda una cerchia di prodotti molto più ristretta rispetto ai marchi DOP e IGP e hanno caratteristiche diverse, nonché differenti requisiti per poter essere certificati. Mentre i marchi DOP e IGP riguardano i prodotti che si sviluppano o vengono modificati in un dato territorio e di quel territorio dipendono le principali caratteristiche di qualità, i prodotti STG non devono per forza essere legati indissolubilmente a una sola zona, ma assumono le loro peculiarità grazie a particolari metodi di produzione o agli ingredienti tipici di cui si compongono.
Anche nel caso dei prodotti a marchio STG, così come quelli DOP, IGP e molti altri, i disciplinari che stabiliscono le norme di produzione sono molto severi e devono essere seguiti in modo preciso, per poter ottenere la certificazione. Tali norme difendono i prodotti dal rischio di frodi e falsificazioni, che vengono punite con multe salate.
Poiché gli alimenti a marchio STG riguardano non tanto le produzioni territoriali, ma metodi tradizionali particolari e l'utilizzo di ingredienti tipici di alcune zone specifiche, i cibi che godono di questo marchio non sono molti. In Italia ne abbiamo solo due, noti in tutto il mondo, rappresentativi del meridione della penisola. Si tratta della pizza napoletana e della mozzarella.
Di questi due prodotti tradizionali non viene sottolineata l'origine campana, ma i metodi di creazione e le componenti. La pizza e la mozzarella sono ormai diffuse e replicate in tutto il mondo in modo del tutto lecito, ma solo la pizza napoletana e la mozzarella campana possono essere certificate da marchio STG perché solo se creati con certi metodi e con precisi ingredienti della zona i due alimenti possiedono certe caratteristiche qualitative e organolettiche.
La pizza napoletana rispetto a qualunque altra pizza si compone di ingredienti tipici della Campania, a marchio DOP o PAT (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) e preparata secondo metodi stabiliti dal disciplinare. Pur essendo un alimento internazionale, mantiene un fortissimo legame con il territorio di origine tramite metodi di preparazione e componenti. Da questo dipende la sua specificità, che la rende un prodotto a marchio STG.
Lo stesso vale per la mozzarella, composta con latte di bufala campana, e gli altri prodotti STG europei, tra cui ricordiamo il salume polacco Kabanos e i Panellets spagnoli.

Introduzione ai prodotti a km 0

I prodotti a km zero sono quei prodotti reperiti direttamente nelle zone di produzione. I difensori del chilometro zero sottolineano l'importanza della localizzazione dei produttori e dei consumatori il più vicino possibile tra loro in un raggio massimo di 100 km. L'acquisto avviene dal produttore o dalla filiera corta. Non ci sono quindi intermediari tra produttore e consumatore finale.

Vantaggi

Il consumo di prodotti a km zero comporta degli evidenti benefici per la tua salute, si tratta infatti di alimenti stagionali che arrivano a tavola più freschi e genuini. I prodotti alimentari appena raccolti, come frutta e verdura, conservano infatti le loro proprietà nutrizionali e un gusto e un profumo migliori. Inoltre non subiscono trattamenti di conservazione o di congelamento e permettono anche di preservare le preparazioni di piatti tipici a base di prodotti locali. Si riacquistano quindi i profumi e i sapori autentici della tradizione e delle diverse stagioni. Ma i vantaggi sono anche altri. Sono infatti anche alimenti eco sostenibili, nel senso che dal momento che le distanze tra produttori e consumatori sono ridotte, allo stesso modo si riduce l'impatto ambientale dovuto a lunghi trasporti e quindi ad emissioni di gas ad effetto serra. Hanno anche il pregio di sostenere l'occupazione e l'economia locale, agevolando soprattutto i piccoli e medi produttori. Dal un punto di vista sociale poi, questi prodotti per così dire virtuosi sensibilizzano i consumatori a documentarsi riguardo ciò che acquistano aumentando di conseguenza l'informazione e la cultura rispetto all'origine dei prodotti e ai metodi di produzione.

Quali sono i prodotti a km 0

La gamma dei prodotti a km 0 non può essere, per ovvie ragioni, varia come quella proposta dalla grande distribuzione, essendo vincolata alla territorialità e alla stagionalità, ma parliamo comunque di un numero elevato di prodotti. Questi essenzialmente sono gli ortaggi, la frutta, i legumi, le uova, il latte, il vino, i cereali, i formaggi e la carne. Di recente, però, sempre più spesso si sente parlare di prodotti a km 0 anche in altri ambiti, ad esempio in quello turistico, con i pacchetti vacanze a km 0, dove l'attività turistica sposa la causa della valorizzazione del territorio nazionale e della difesa dell'ambiente.

Dove puoi acquistare prodotti a km 0

A livello nazionale ormai sono presenti almeno un giorno alla settimana, in tutti i comuni, gli stand della Coldiretti, vale a dire la rivendita della più importante organizzazione di rappresentanza e assistenza dell'agricoltura italiana. Questa tipologia di acquisti, inoltre, può essere realizzata, oltre che nei mercati contadini locali, nei gruppi di acquisto solidali e nei cosiddetti farmer market, cioè direttamente dagli imprenditori agricoli.
La tracciabilità dei prodotti è uno strumento di trasparenza che permette all'acquirente di sapere esattamente da dove proviene, e che percorso ha fatto, il prodotto che sta acquistando.

La tracciabilità dei prodotti: politica di sicurezza e trasparenza

La tracciabilità di un prodotto è la storia di quell'alimento, dalle materie prime all'ultimo trattamento subito. È indicata sulla confezione e serve all'acquirente per sapere cosa sta acquistando esattamente, quali tappe ha fatto quello specifico prodotto e quali trattamenti ha subito. È un mezzo importante, che garantisce trasparenza e conferisce al prodotto sicurezza ed affidabilità.

L'etichetta della tracciabilità alimentare

Sulla confezione di ogni prodotto dovrebbero esserci le informazioni del percorso dello stesso. È fondamentale che ci sia scritto, a chiare lettere, da dove provengono le materie prime utilizzate, quindi in quale paese sono state acquistate. Dopodiché ci deve essere l'elenco di tutti i trattamenti che l'alimento ha subito e dei paesi in cui sono stati eseguiti.

La tracciabilità dei prodotti non è uguale per tutti

La tracciabilità ha regole diverse, in base all'alimento. Ad esempio, per la carne, è importante evidenziare il paese di nascita e vita degli animali, il paese di macellazione con il numero identificativo dello stabilimento di macello e tutti i successivi paesi di trattamento o ulteriore trasformazione della carne, con relativo numero identificativo di ogni stabilimento. Per quanto riguarda il latte e i latticini deve esserci in etichetta il paese in cui erano ubicate le vacche o le pecore da latte, il paese con relativo codice identificativo della prima pastorizzazione e, in elenco progressivo, tutti gli altri stabilimenti in cui il latte è stato trasformato in latticino o nuovamente sterilizzato. Per il pesce in etichetta deve comparire il nome del mare in cui è stato pescato, o l'allevamento dal quale proviene. Per le uova va indicato il paese in cui sono state deposte e il metodo di allevamento delle galline: in batteria, a terra, libere.

Tracciabilità dei prodotti vegetali

Per quanto riguarda la tracciabilità di frutta e verdura, deve sempre essere specificato, sulla confezione, il paese di provenienza. Se si tratta di alimenti venduti sfusi, il dato può essere espresso in chiaro sul cartello del prezzo e della descrizione del prodotto o sull'etichetta della pesatura.

Tracciabilità dei prodotti da forno

Per i prodotti da forno, quali pane, biscotti, dolci freschi, deve essere sempre specificato se sono prodotti nel negozio di vendita o se arrivano da altri panifici o forni, esplicando chiaramente la denominazione dello stabilimento di realizzazione. Sui prodotti confezionati deve essere espressa la zona di coltivazione dei cereali utilizzati e il nome e l'indirizzo dello stabilimento che li ha prodotti.

Tracciabilità dell'acqua imbottigliata e delle bibite

Per quanto riguarda le acque imbottigliate, in etichetta deve essere riportata la sorgente di approvigionamento, possibilmente con i dati relativi alla composizione, in termini di minerali contenuti e residuo fisso. I vini devono riportare il nome del vitigno e la zona sia di raccolta dell'uva sia della produzione e della fermentazione. Le birre devono dichiarare, in etichetta, la zona di raccolta di malto e luppolo e lo stabilimento in cui i cereali sono stati trasformati.

Prodotti DECO cenni storici

L'acronimo DECO sta per Denominazione comunale d'origine. È un marchio di garanzia nato negli anni 90 per un'intuizione del noto enogastronomo e giornalista L. Veronelli che promosse un percorso di valorizzazione e promozione di prodotti esclusivi di un comprensorio comunale, i quali non disponevano dei requisiti necessari per ottenere i più noti marchi DOC o IGP. Veronelli s'impegnò affinché il duro lavoro di tutti i comuni italiani venisse riconosciuto a livello istituzionale, cosa che di fatto avvenne ufficialmente nell'anno 2000 mediante un'apposita legge che andava a regolamentare i cosiddetti prodotti di denominazione comunale d'origine, prodotti cioè nati e confezionati in uno specifico territorio comunale.

Motivo di prestigio per i comuni

La Denominazione Comunale di Origine è uno strumento di marketing territoriale, a cui tutti i comuni dovrebbero attingere per valorizzare quei prodotti, agroalimentari o artigianali confezionati in uno specifico territorio beneficiando delle condizioni territoriali e climatiche della zona in questione, oltre che del fattore umano. Una volta che un determinato prodotto riscuote l'approvazione al conferimento della conformità da parte del Consiglio comunale, mediante un'apposita delibera che stabilisce l'attribuzione del marchio stesso, la gestione dell'impiego del marchio avviene tramite appositi Regolamenti, Disciplinari e uno specifico Registro comunale dei produttori dove i prodotti a marchio DECO vengono iscritti. A partire dal momento dell'iscrizione al registro possono essere liberamente commercializzati e sponsorizzati.

Perchè acquistare prodotti DECO

Come anticipato i prodotti DECO sono prodotti che presentano determinate proprietà fisiche oltre che caratteristiche organolettiche proprie di un territorio che senza il conferimento della denominazione sarebbero probabilmente rimasti nell'anonimato.
Si tratta di prodotti che rispondono a determinati standard di qualità e sicurezza, indice di un grande lavoro e sacrificio di comunità locali, il risultato di una serie di condizioni favorevoli che ne hanno determinato il successo a livello di consumi.
Acquistare prodotti Deco significa esercitare il proprio diritto di scelta rispetto ad alimenti che per ottenere il marchio sono stati sottoposti ad accurati controlli.

Prodotti DECO italiani

Tra i vari prodotti italiani a marchio DECO gode di una certa notorietà la salsa all'amatriciana, pietanza di culto della cucina italiana. Nell'ambito dei prodotti vegetali ti segnaliamo il pregiato olio delle colline ennesi dal gusto intenso e deciso che ricorda gli alberi d'ulivo siciliani. Nell'ambito dei prodotti pasticceri prova i cannoncini e i gallinotti al rum prodotti in Piemonte.

Imparare a fare la spesa

Considerando la grande varietà di marchi che si trovano comunemente al supermercato, dovresti imparare ad applicare alcune semplici ma importanti regole quando fai la spesa per essere in grado di scegliere consapevolmente cosa mangi ed essere sicuro allo stesso tempo di portare a casa solo i prodotti migliori.
I prodotti alimentari sono di varia natura, se ne trovano di confezionati, freschi, stagionati, biologici, a km 0 e così via.
Uno dei primi fattori che possono facilmente trarre in inganno è un involucro esteriore particolarmente accattivante ma non sempre indice di alta qualità. Ciò a cui deve realmente prestare attenzione sono le voci che compaiono nelle etichette, la scadenza e l'aspetto del cibo.

Consigli per gli acquisti

Regola numero uno, evita di acquistare marchi che non mostrano nella confezione la data di produzione e la data di scadenza, nonché quelli che non riportano dettagliatamente gli ingredienti utilizzati nella loro preparazione.
Talvolta anche un prezzo eccessivamente basso rispetto alla media generale dovrebbe suonare come campanello d'allarme. Abbassare troppo il prezzo di un prodotto può corrispondere a delle strategie scorrette, una di queste è ad esempio vendere merce prossima alla scadenza. Indagini di mercato rivelano anche che spesso alla scarsa qualità di determinati alimenti, come ad esempio le merendine, si sopperisce con grandi quantità di zuccheri inutili per il nostro organismo.
Per quanto riguarda le carni fai attenzione a che non presentino macchie o brina e che la plastica della confezione che le contiene non risulti forata. Il colore del pesce dovrebbe essere uniforme, dalla coda alla testa.
I contenitori di qualsiasi tipo di cibo devono essere sempre integri e completamente puliti.

Offerte sì ma spazio solo alla qualità

Probabilmente anche la tua cassetta postale è puntualmente invasa di volantini di vari supermercati che propongono offerte di ogni genere. Indubbiamente ciò rappresenta un vantaggio se non vuoi sforare il budget della spesa mensile destinata ai generi di conforto ma con ciò non puoi trascurare la qualità degli alimenti che compri. Investire in prodotti freschi, genuini e privi di sostanze nocive per la salute vuol dire prenderti cura di te stesso ed oggi più che mai è di fondamentale importanza.

Quali alimenti scartare

Innanzitutto dovresti bandire dalla tua tavola alimenti trasformati, cibi pronti e cibi precotti in quanto non fanno bene alla salute nè all'ambiente. Tra questi evita prodotti a base di carne macellata meccanicamente. Dovresti prediligere invece frutta e verdura e meglio se a km 0. Scegli solo prodotti di stagione e se puoi evita pesce di allevamento.

 

Se stai leggendo questo articolo è perché l'alimentazione industriale non ti convince poi così tanto e stai pensando di acquistare alimenti più sani per tutti, e soprattutto per te stesso, come i prodotti biologici. Ecco tutto quello che devi sapere.

Cosa sono i prodotti biologici

Per prodotti biologici si intendono alimenti naturali prodotti in modo socialmente ed economicamente sano, riducendo l'impiego di fertilizzanti e pesticidi. Mentre, per quanto riguarda gli animali, si intende un allevamento che metta al primo posto il benessere dell'animale stesso (il nutrimento animale deve essere esclusivamente di origine biologica).

Gli obiettivi dell'agricoltura biologica

Gli obiettivi dell'agricoltura biologica, definite dall' IFOAM (Federazione internazionale dei movimenti per l'agricoltura biologica), sono essenzialmente quattro:
-Trasformare le aziende in un sistema agricolo autosufficiente.
-Salvaguardare la fertilità naturale del terreno.
-Evitare ogni forma di inquinamento.
-Produrre alimenti di elevate qualità nutritive ed in numero sufficiente.

Quattro tipologie di prodotti biologici

Nel mondo dei prodotti biologici possiamo identificare quattro tipologie:
-Biologico al 100%.
-Prodotto da agricoltura biologica, con il 95% degli ingredienti di origine biologica.
-Alimento con almeno il 70 % di ingredienti di origine biologica.
-In conversione all'agricoltura biologica, utilizzato dalle aziende che si stanno convertendo al biologico.
Si può utilizzare la dicitura Biologico solo dopo due anni dalla prima semina (per le erbe) e tre anni prima del raccolto (per gli alberi).

Caratteristiche degli alimenti biologici

Perché un alimento venga considerato Biologico deve avere delle caratteristiche. Innanzitutto, essendo per legge OGM Free al 100%, non deve contenere alcuna traccia di ingredienti transgenici. Per quanto riguarda la frutta e la verdura, devono essere prodotte secondo la stagionalità senza forzarne la crescita in alcun modo. Infine, devono essere prodotti salvaguardando l'ambiente (suolo, atmosfera, flora e fauna, acque superficiali e sotterranee).
Perché mangiare cibo biologico
I motivi per cui mangiare cibo biologico sono tantissimi. Tra i più importanti:
-Il cibo biologico è più ricco di nutrienti ed in particolare di vitamina C, antiossidanti, minerali, ferro, calcio, cromo e magnesio.
-Il cibo biologico è privo di neurotossine prodotte dai pesticidi che sono dannosi per il cervello e le cellule nervose. Inoltre, sempre l'assenza di pesticidi, favorisce la crescita del corpo e del cervello dei bambini.
-Mangiare cibo biologico aiuta a ridurre l'inquinamento dell'acqua potabile dovuto all'uso dei pesticidi, salvaguardando l'ambiente ed i terreni.
-Ha un sapore migliore.
-Le aziende biologiche sono più sicure per gli agricoltori poiché, secondo numerosi studi, l'uso di pesticidi favorisce l'insorgenza del Morbo di Parkinson nei dipendenti che vi stanno a contatto per molti anni.
-Il cibo biologico riduce il rischio di cancro poiché insetticidi, fungicidi ed erbicidi sono considerate sostanze cancerogene.
-La carne biologica ti protegge dall'esposizione ad antibiotici, ormoni sintetici e farmaci che passano dall'animale al tuo corpo.
Insomma, le motivazioni per assumere prodotti BIO sono varie. Dalla salvaguardia della Terra alla salvaguardia del tuo organismo. Scegliere prodotti biologici è come dire No ai pesticidi, Si alla natura.

 

L'acronimo OGM sta per Organismo Geneticamente Modificato. La Direttiva europea  2001/18/CE definisce OGM "un organismo, ad eccezione degli esseri umani, in cui il materiale genetico è stato alterato in un modo in cui non avviene naturalmente per accoppiamento e/o ricombinazione naturale e con le tecniche specificate nell’Allegato I". Si tratta in pratica di organismi il cui patrimonio genetico è stato modificato dall'uomo tramite tecniche di ingegneria genetica.
Le principali applicazioni di queste tecniche riguardano il settore agroalimentare, zootecnico e medico. 
Generalmente i motivi per cui l'uomo interviene modificando geneticamente, tipicamente alcune specie vegetali, è quello di aumentarne la produttività o renderle più resistenti agli attacchi di parassiti e malattie.
Le principali coltivazioni OGM riguardano il mais, il cotone, la soia, la colza e la barbabietola da zucchero e l'utilizzo più diffuso è quello per i mangimi animali
E' molto difficile trovare per esempio nei nostri supermercati prodotti OGM, perchè difficilmente vengono utilizzati per la distribuzione al consumatore che non sia un allevatore.

Cosa sono i prodotti senza OGM

Secondo logica i prodotti senza OGM sono quelli che non contengono organismi geneticamente modificati. Questo è naturalmente vero, ma non è facile avere questo tipo di sicurezza. Per esempio in Italia non si possono coltivare prodotti OGM, ma alcune varietà di mais, soia e colza fra quelle indicate dalla Commissione europea, si possono importare. Se consideriamo che il 77% della soia coltivata sul nostro pianeta è OGM possiamo bene immaginare che difficilmente i mangimi animali, che ne fanno grande utilizzo, possano essere realmente senza OGM. Non è peraltro richiesto che i prodotti come latte, carne o uova derivati da un animale alimentato con mangimi contenenti OGM siano etichettati come tali. L’etichettatura è obbligatoria solo per gli alimenti che sono direttamente OGM: per esempio una bevanda alla soia o un qualsiasi derivato della soia commercializzato se è stato ottenuto da ingredienti OGM deve fornire al consumatore finale questa informazione. Al contrario un formaggio, fosse anche DOP, ottenuto dal latte di animali che abbiano assunto mangini contenenti OGM, non ha obbligo di riportare alcuna segnalazione.  

Quando si può scrivere Senza OGM sull'etichetta

Per apporre su un prodotto l'etichetta  “senza OGM” o “100% OGM free” bisogna poter garantire la totale assenza di contaminazioni da Ogm, anche accidentali o tecnicamente inevitabili, del prodotto e dei suoi ingredienti.

Certificazione dei prodotti senza OGM

Il DTP 030 è lo standard di proprietà di CSQA sviluppato per la certificazione dei prodotti NO OGM e cioè che non derivano nè contengono mais e soia geneticamente modificati.
I prodotti certificabili sono:
-alimenti zootecnici, con limite massimo di contaminazione accidentale OGM dello 0.9%.
-alimenti destinati ad alimentazione umana, con limite massimo di contaminazione accidentale OGM dello 0,1%.
Lo standard richiede:
  • la valutazione attenta delle materie prime a rischio OGM e della loro lavorazione.
  • la garanzia dell'utilizzo di materie prime NO OGM.
  • l'assenza di contaminazioni.
 
Questo standard è riconosciuto anche per l'etichettatura volontaria delle carni, sia bovine sia avicole

Prodotti senza OGM e prodotti biologici: sono la stessa cosa?

Vogliamo chiarire un concetto che spesso genera confusione. Ogm non è il contrario di biologico. Sicuramente un prodotto biologico non può essere OGM, ma un prodotto non OGM non è necessariamente un prodotto biologico. Per essere tale il sistema di produzione deve rispettare la salute dell’uomo e dell’ambiente in tutte le sue diverse fasi escludendo non solo qualsiasi organismo geneticamente modificato, ma anche il ricorso a qualsiasi prodotto chimico di sintesi come concimi non naturali, pesticidi, diserbanti, ecc..Nella fase produttiva inoltre, le risorse ambientali, quali acqua, suolo devono essere utilizzate con moderazione e sapienza..

Se stai leggendo questo articolo è perché sei un intenditore o semplicemente un appassionato di cibo e ti piace conoscerne tutti i dettagli. A breve vedremo cosa sono i prodotti IGP, perché sono così denominati e quali sono quelli più conosciuti e che puoi, quindi, trovare con più facilità.

Cosa sono i prodotti IGP

L'acronimo IGP sta per Indicazione Geografica Protetta.
E' un marchio di origine attribuito dall'Unione Europea a tutti quei prodotti agricoli e alimentari la cui qualità o reputazione dipenda dall'origine geografica all'interno della quale avviene, in modo esclusivo, la sua produzione e lavorazione.
A differenza del DOP, in cui tutte le caratteristiche del prodotto dipendono eccezionalmente dal territorio di produzione, per ottenere il marchio IGP è necessario che almeno una delle fasi di produzione del prodotto avvenga in una determinata area. Vi sono, nell'ambito, determinate regole da rispettare garantite da un organismo di controllo.

Quali sono i prodotti IGP

I prodotti inseriti nella lista degli IGP sono:
-Vino.
-Aceto (no l'aceto di vino).
-Carne.
-Formaggio.
-Olio d'oliva.
-Ortofrutticoli e cereali.
-Oli essenziali.
-Pesci, crostacei freschi e molluschi.
-Prodotti di panetteria.
-Preparazione di carni.
-Spezie.
-Uova.
-Miele.

Quali sono i prodotti IGP più conosciuti e quali sono le loro caratteristiche

Sicuramente tra i prodotti IGP più conosciuti ci sono:
-La Mortadella di Bologna: E' un salume insaccato cotto a base di carne suina magra. Questa viene tritata e successivamente vengono aggiunti lardo (grasso) e, in alcune varianti, degli aromi come spezie e pistacchio. Gli viene data una forma cilindrica che può pesare dai 50 ai 500 kg e viene cotta in stufe ad aria secca che raggiungono i settanta gradi. L'impasto della mortadella di Bologna IGP deve presentarsi compatto ma non elastico, rosa ed il sapore deve essere dolce. Può essere prodotta in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Veneto, Toscana, Marche, Lazio e in alcune zone del Trentino.
-Aceto Balsamico di Modena: Appartiene al gruppo dei condimenti ed ha ottenuto il riconoscimento IGP il 3 Luglio 2009. Contiene carboidrati e per questo ha un apporto calorico rilevante mentre le proteine sono irrilevanti come grassi, colesterolo e fibre. Il potassio è presente in modesta concentrazione ma ciò che caratterizza principalmente l'aceto balsamico di Modena è la presenza dei polifenoli. Esso può essere utilizzato in ogni tipo di dieta e per qualsiasi piatto, freddo e non. La porzione media è di 5-10 grammi.
-Lardo di Colonnata: Il lardo è un prodotto ricavato esclusivamente dalla lavorazione del maiale pesante (ingrassato). E' costituito, infatti, da tessuto adiposo del suino. Vengono utilizzate tutte le zone da quella retro-occipitale fino alla groppa, escluse guancia e pancia. Il lardo di Colonnata viene trattato con pepe nero macinato, sale marino naturale, rosmarino e aglio. A volte si usano anche cannella, noce moscata, coriandolo, origano ed altri aromi.
Insomma, scegliere un prodotto IGP vuol dire scegliere un prodotto garantito e di alta qualità.

 

Il benessere parte dall'alimentazione

Il mercato alimentare si è estremamente diversificato e oggi arrivano sulle nostre tavole prodotti di varia provenienza. Non solo prodotti italiani quindi, al contrario spesso di origine esotica. Ma siamo sicuri di ciò che mangiamo? Questo è un quesito molto ricorrente dal momento che gli accordi internazionali sull'import/export dei cibi cambiano, cadono le barriere e aumenta la confusione. Come destreggiarsi allora oggigiorno con la lista della spesa?
Prediligi prodotti italiani, meglio se biologici e certificati.

Cosa vuol dire prodotto certificato?

Per prodotto certificato s'intende un prodotto che rispecchia determinati canoni di sicurezza. Qualsiasi prodotto della catena alimentare deve chiaramente essere un prodotto sicuro e di qualità, ma nel caso dei prodotti certificati ci sono più controlli da parte delle autorità e dei consorzi di tutela riguardo le sostanze nutrizionali e le proprietà organolettiche.

Perchè acquistare prodotti certificati?

Acquistare prodotti certificati è il primo passo da compiere per prenderti cura di te stesso e delle persone a te care. Noi siamo ciò che mangiamo e per tale motivo dobbiamo non solo seguire uno stile di vita sano ma selezionare gli alimenti migliori prediligendo prodotti nostrani, coltivati biologicamente e di stagione.
I prodotti certificati sono garanzia di benessere e salute. Si tratta di prodotti controllati ed esentati nei loro processi di lavorazione dall'impiego di sostanze nocive per la salute quali fertilizzanti o pesticidi. Tali prodotti si contraddistinguono dagli alimenti generici in quanto presentano qualità organolettiche superiori alla media per via del loro legame con il territorio, indice sostanzialmente del fatto che un prodotto ha trovato in una particolare zona condizioni climatiche e culturali ideali per svilupparsi in maniera del tutto naturale conservando tutte le sue proprietà nutrizionali.
Una certificazione di qualità infatti è un'attestazione di conformità da parte di organismi terzi abilitati riguardo definiti standard qualitativi.

Sigle prodotti certificati

Le certificazioni di qualità nel settore agro-alimentare sono riconoscibili attraverso delle sigle create appositamente dalle autorità preposte per regolamentare la materia. L'istituzione che regola il rilascio di tali certificazioni è di fatto l’Unione europea. Tali prodotti si dividono in prodotti di denominazione di origine protetta, prodotti di indicazione geografica protetta, specialità tradizionali garantite e prodotti di indicazione geografica. Per i vini invece distinguiamo i vini Doc, i vini di qualità prodotti in una regione determinata e i vini Denominazione di origine controllata e garantita.
DOCG è la sigla che identifica i prodotti di Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Più nello specifico, è un marchio italiano che indica al consumatore l'origine geografica di un vino.
I vini DOCG devono obbligatoriamente presentare un'etichetta su cui deve comparire la zona di origine ben precisa, anche con specifica di sottozona, vale a dire l'indicazione del comune, della frazione, della fattoria, del podere o della vigna in cui è stato prodotto. L'etichetta deve riportare anche l'indicazione dell'annata, eccetto che per i vini frizzanti.

Requisiti DOCG

I disciplinari che regolamentano la produzione dei vini DOCG prevedono gli stessi requisiti di quelli DOC ma i valori di conformità sono più stringenti. La legge prevede infatti che la denominazione DOCG. possa essere assegnata a un vino che sia già stato riconosciuto come DOC da almeno 10 anni.
I vini DOCG sono sottoposti poi a un doppio esame di qualità, prima dell'imbottigliamento e durante.
Inoltre, la denominazione viene assegnata a tutti quei vini che oltre ad essere stati riconosciuti come DOC siano anche considerati di particolare pregio, in relazione alle loro caratteristiche qualitative, all'incidenza di fattori umani, naturali e storici e alla reputazione di cui gode il vino a livello nazionale ed internazionale. Questa valutazione viene eseguita da esperti in materia tenendo conto della media generale di vini con caratteristiche analoghe.

Quali sono i requisiti che rendono il tuo vino un prodotto DOCG ?

I vini D.O.C. sono regolamentati da un disciplinare di produzione vinicolo molto severo che tiene conto di vari aspetti, tra questi:
- la denominazione d'origine controllata detenuta come già anticipato da almeno 10 anni;
- l'ubicazione geografica delle vigne;
- la resa di uve e vino per ettaro lavorato;
- il tasso alcolimetrico minimo delle uve;
- le condizioni a livello climatico del terreno dove sono ubicate le vigne, l'altitudine e l'esposizione al sole;
- le peculiarità organolettiche del vino;
- il periodo minimo di invecchiamento in botti in legno e/o l'affinamento in bottiglia.

 

 

Vini DOCG

 

 

Se sei un appassionato di vini t'interesserà senz'altro sapere che attualmente i vini italiani che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento della denominazione di origine controllata garantita sono ben 73.

 

La regione italiana che detiene il primato di produzione di vini DOCG è il Piemonte, con all'attivo 16 vini che presentano tutti i requisiti prima citati. Tra i più rinomati ti consigliamo di segnare il Barolo, il Brachetto d’Acqui e il Moscato d’Asti. Segue in classifica il Veneto con 14 vini tra cui segnaliamo il Conegliano-Valdobbiadene, più noto come Prosecco e il Bardolino Superiore.

 

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