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REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Liquori

Descrizione

Il "liquore di fico d'india" pugliese è preparato specialmente nella zona del Gargano, anche se in molte altre c'è stata la sua diffusione nel tempo.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il liquore di fico d'india nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia.

Origini

Il fatto che nella Regione sia molto amato questo tipo di liquore, si deve alla grande presenza di piante da fico sparse per la Regione, che hanno contribuito a formare il profilo estetico della Puglia.

Le piante che si trovano più facilmente sono quelle che hanno frutti dalla polpa gialla.

Quelli dalla polpa rossa o bianca sono più rari da trovare.

Il liquore di fichi d'india ha un gusto:

  • ricco;
  • un colore dai toni caldi;
  • va servito rigorosamente freddo.

Nei negozi di prodotti tipici pugliesi è molto facile trovarlo, ma altrettanto semplice è prepararlo in casa.

Ingredienti

Gli ingredienti sono:

  • fichi d'india;
  • zucchero;
  • acqua;
  • alcol.

Le proporzioni di peso tra acqua e zucchero variano in base al gusto.

Si parte da mezzo kg di zucchero per un litro d'acqua da aumentare nel caso in cui si desideri ottenere un liquore molto dolce.

Preparazione

Per la preparazione bisogna:

  • pulire i fichi d'india;
  • sbucciarli;
  • tagliarli a cubetti.

Il passaggio successivo consiste nel mettere la polpa così ottenuta a macerare nell'alcol e lasciarla una decina di giorni in un luogo fresco e buio.

Passati i giorni basterà filtrare l'alcol ed arricchirlo con uno sciroppo ottenuto, sciogliendo in acqua lo zucchero.

Dopo circa 7 giorni il liquore va filtrato nuovamente e può ritenersi pronto.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: IGP

Descrizione

La "burrata", originaria di Andria, è un formaggio fresco pugliese dal gusto avvolgente e dal cuore morbido.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la burrata nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Divenuta ormai simbolo della gastronomia pugliese, la burrata ha ottenuto il riconoscimento IGP.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della burrata sono:

  • latte vaccino;
  • sale;
  • caglio;
  • panna pastorizzata.

Caratteristiche

Il latte utilizzato per la produzione della burrata puglise è rigorosamente di "vaccino".

La forma di questo formaggio è:

  • tondeggiante;
  • esternamente ha uno strato che ricorda la mozzarella (fatto di pasta filata);
  • al suo interno c'è un ripieno ottenuto da straccetti di pasta filata mescolati a panna liquida.

Il composto così ottenuto è chiamato "stracciatella".

Dopo averla composta, la burrata è chiusa e sigillata grazie ad un tuffo in acqua bollente subito seguito da un altro tuffo in acqua ghiacciata.

Origini

La nascita della burrata si collega ad una storia particolare.

Sembra che un certo Signor Bianchino Lorenzo, proprietario di una masseria agli inizi del '900, si sia trovato in difficoltà nel portare il latte prodotto dalle sue mucche in città a causa di un forte freddo che aveva portato con sé una nevicata abbondante.

Per non perdere il latte decise di improvvisare una produzione casearia seguendo i principi della mantéche, un involucro di pasta filata utilizzato al tempo per la conservazione del burro.

Così mescolò insieme dei ritagli di pasta filata con il latte e la crema da esso derivata per poi avvolgere il tutto in altra pasta filata.

Fu così che, dall'originale intento di trasformare il latte per non perderlo, il Signor Bianchino inventò il prodotto destinato ad avere così tanto successo in Puglia, in Italia e nel mondo.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carne fresca

Descrizione

La "carne al fornello di Locorotondo" è una specialità pugliese portata avanti dalle tante macellerie del paesino che di generazione in generazione conservano la tradizione di una cottura speciale per la carne di agnello, vitello e maiale.

Certificaioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la carne al fornello di Locorotondo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

La carne al fornello di Locorotondo è infilata in spiedoni di acciaio messi poi al fornello per la cottura.

Le dimensioni degli spiedoni sono impressionanti:

  • spessore di un paio di centimetri;
  • lunghezza di almeno 70 centimetri;
  • peso pari ad un kg.

Presentazione

Il fornello della tradizione di Locorotondo ha:

  • una forma rettangolare;
  • è alto e largo 1 metro;
  • raggiunge la temperatura di quasi 200°;
  • al suo interno brucia legno di quercia o di leccio che contribuiscono a dare alla carne quel particolare sapore affumicato che conquista ogni commensale.

Tra tutti i tagli di carne cotti al fornello si distingue la "bombetta", un involtino di carne di maiale arrotolato nella pancetta.

La carne di agnello resta in ogni caso quella che meglio di altri tipi esprime la tradizione di Locorotondo.

Ingredienti

Gli ingredienti fondamentali per la preparazione della carne al fornello di Locorotondo sono:

  • carne di agnello;
  • carne di maiale;
  • carne di vitello.

Degustazione

Se dovessi trovarti a Locorotondo scopriresti che in quasi ogni vicolo del meraviglioso borgo c'è una macelleria ristorante.

Prima passi davanti al bancone della carne ed acquisti i pezzi che desideri mangiare, poi passi nella sala ristorante ed attendi tra un antipasto ed un bicchiere di buon vino pugliese che la tua carne venga cotta al fornello.

Una volta cotta, la potrai degustare appena sfornata!

Se sei fortunato potresti riuscire a sederti ad uno dei tavoli allestiti in strada, per gustare un piatto tipico, senza dimenticare di trovarti in uno dei borghi più belli d'Italia.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Salumi
 

Descrizione

Uno dei prodotti tipici pugliesi più apprezzati e conosciuti è certamente il "lardo di Faeto", prodotto in un piccolo comune del territorio della provincia di Foggia, tra i Monti Dauni Meridionali.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il lardo di Faeto nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Caratteristiche

Questo particolare prodotto gastronomico è il risultato dell'allevamento del "suino nero" di Faeto della località Piano Maggese e Scavo, e del suino bianco, entrambi allevati allo stato brado o semi brado ed alimentati solo in maniera biologica.

Classificato tra i "salumi", è un candidato ideale per tutti i palati, si contraddistigue per:

  • una forma rettangolare dallo spessore di circa 3 cm di colore bianco rosato;
  • un particolare sapore tendente al dolce;
  • una morbidezza sublime.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del lardo di Faeto sono:

  • suino nero di Faeto;
  • suino bianco;
  • foglie di alloro;
  • pepe;
  • legno di olmo.

Lavorazione

Il lardo di Faeto viene preparato entro 3 giorni dalla macellazione e dopo la salatura sistemato in delle vasche per altri 2 giorni.

Successivamente il sale in eccesso viene eliminato e vengono aggiunte le spezie necessarie a conferirgli il gusto tipico, ovvero foglie di alloro e pepe.

Tuttavia, se il lardo deve essere impiegato per la preparazione di alcuni piatti tipici Dauni, rimane senza spezie.

La fase successiva prevede che il lardo di Faeto venga tenuto appeso ad un uncino in legno di olmo, per un periodo che varia da 60 a 90 giorni in un luogo ben areato.

Degustazione

Ottimo abbinato al pane abbrustolito con erbe aromatiche ed al tartufo.

Conferisce sapore anche se aggiunto alle zuppe di legumi o di patate, o se aggiunto a fine cottura in uscita sulla pizza e si abbina benissimo a tutti i vini rossi tipici delle terre pugliesi.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carne fresca

Descrizione

 La "carne podolica" è un tipico prodotto delle terre e dei pascoli pugliesi.

Certificazioni

La carne di carne podolica è stata inserita nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT), dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Caratteristiche

Ottenuta dalla macellazione di una particolare razza bovina, la "vacca Podolica" per l'appunto, questa carne è tornata da pochi anni a rivestire un ruolo di peso nell'alimentazione e nella gastronomia della Puglia.

Non a caso, questo prodotto, ha cominciato a scalzare carni più comunemente utilizzate per gli stessi scopi.

 

Presentazione

La carne podolica possiede delle caratteristiche organolettiche davvero particolari.

Innanzitutto risulta:

  • più sapida al palato;
  • ricca di sali minerali.

Possiede, poi, una caratteristica non comune per quanto riguarda le carni bovine:

  • il colore del grasso, che risulta giallo e non bianco, per la concentrazione di carotene più elevata, dovuta all'alimentazione del bovino, basata esclusivamente su erbe da pascolo;
  • le fibre muscolari della carne podolica sono mediamente più tenaci e richiedono, perciò, tecniche di "frollatura" (il processo di stagionatura atto ad intenerire e insaporire le carni), che non vengono più utilizzate dalla moderna industria della macellazione animale.

Alimentazione

Un'altra caratteristica della carne podolica consiste nel non diminuire drasticamente le dimensioni in cottura, rimanendo pressoché intatta, grazie all'assenza di interventi sull'alimentazione dei capi di bestiame durante l'allevamento.

Ed è per questo, a maggior ragione, che gustare un piatto di carne podolica risulta essere un'esperienza gastronomica unica nel suo genere.

Il gusto, sapido ed importante, rimanda subito ai pascoli incontaminati in cui gli animali camminano, dove si nutrono esclusivamente di erba conferendo alle loro carni note ferree e saporite.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Descrizione

La "carne arrosto di Laterza" è un prelibato prodotto agroalimentare tipicamente pugliese, preparato secondo  l'antica ricetta popolare nell'omonima cittadina di Laterza.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la carne arrosto di Laterza nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Tradizioni

Il paese, situato in provincia di Taranto, è noto anche per l'ottimo "pane" e la ricca produzione di "maioliche" finemente decorate.

La carne arrosto funge ogni anno da richiamo per numerosi turisti e buongustai che, attratti dalla bontà di questa specialità, si recano alla celebre "sagra dell'arrosto", ormai giunta alla 39° edizione.

Una eccellente carne arrosto di Laterza può essere considerata tale soltanto se viene cucinata con pecore e agnelli allevati nelle campagne locali.

In particolare, i migliori esemplari vengono cresciuti e macellati nelle Murge, un complesso collinare di fondamentale importanza per l'economia della provincia e dell'intera regione.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della carne arrosto di Laterza  sono:

  • carne di pecora;
  • carne di agnello;
  • cipolla rossa.

Lavorazione

  • La carne dell'agnello e della pecora vengono pulite dal grasso eccedente;
  • tagliata a piccoli pezzi ed infilzata degli appositi spiedini in acciaio insieme a della saporita cipolla rossa.

Cottura

La cottura avviene negli appositi forni a legna, denominati "forni a cupola", che permettono un'ottimale dispersione del calore e la fuoriuscita del fumo senza che esso intacchi il gusto della carne.

Dopo un'oretta circa, l'arrosto di Laterza è pronto per essere assaporato in tutta la sua squisitezza.

Degustazione

Se sei un amante del vino e desideri goderti appieno il gusto di questa specialità pugliese, consigliamo di abbinare la carne con un eccellente calice di Primitivo di Manduria DOP o di Lizzano Negroamaro rosso.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "cervellata" è uno degli alimenti annoverati nei cosiddetti PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali, decisi direttamente dal Ministero delle Politiche Agroalimentari e Forestali della regione Puglia.

Caratteristiche

Si tratta quindi di una preparazione tipica della regione Puglia, celebrata ogni anno con una sagra che si tiene alla fine del periodo estivo, tra i mesi di Agosto e Settembre.

Per realizzare la cervellata vengono impiegate:

  • le parti più umide del bovino e del suino;
  • si assemblano in modo da ottenere la tipica salsiccia di Toritto.

Questa salsiccia prende il nome da un paese dell' entroterra della città di Bari, situato precisamente nel parco Nazionale dell'Alta Murgia.

Ingredienti

Per preparare la cervellata occorrono:

  • carne di suino;
  • carne di bovino;
  • sale;
  • pepe;
  • erbe aromatiche;
  • pecorino.

Lavorazione

Le parti dell' animale vengono:

  • sgrassate e fatte a pezzi;
  • poi condite con sale;
  • pepe;
  • erbe aromatiche come basilico, prezzemolo e finocchio.

Si aggiunge anche del formaggio pecorino per conferire un tocco ancora più saporito.

Come si evince, la cervellata è una salsiccia tipica della cucina povera, una strategia per recuperare e consumare tutte le parti dell'animale, anche quelle meno pregiate.

Degustazione

Si può abbinare con una purea di fave e patate, che con la sua dolcezza sposerà al meglio il gusto deciso della salsiccia.

È un secondo piatto ottimo con altri prodotti tipici pugliesi come:

  • le olive celline;
  • i peperoni essiccati al sole;
  • i pomodori sott' olio;
  • le zucchine in concia tradizionale ed altre specialità.

Il vino migliore da abbinamento è un rosso robusto e rotondo come un Primitivo, un' altra ricchezza della regione Puglia.

Sempre rimanendo in questi magici luoghi, è da provare l'accostamento con il Nardò Rosso DOP.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Con il nome dialettale di "carn o furnid du Curdun" si intende la "carne cotta al fornello di Locorotondo", una località che si trova in provincia di Bari.

Certificazioni

Si tratta di uno dei numerosi alimenti locali regionali decisi direttamente dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, i cosiddetti PAT, Prodotti Agroalimentari Tradizionali.

 

Cenni storici

Uno dei più antichi metodi di cottura tutto pugliese è quello del "fornello", ovvero:

  • la tradizionale "cottura della carne nel forno a legna".

Questa tradizione è diffusa in diverse aree delle province di:

  • Taranto;
  • Brindisi;
  • Bari.

La sua massima popolarità è rintracciabile nelle zone più interne, lontano dalle coste, addentrandosi nelle colline della Murgia.

Diverse sono le storie che racconta la gente del posto in merito alla nascita di questo particolare tipo di cottura alla brace.

Qualcuno sostiene che questo metodo sia nato in epoche antiche come preparazione della carne, che i macellai della Murgia proponevano inizialmente solo in occasione delle feste patronali, dove:

  • frattaglie, interiora e parti meno nobili di agnello, capretto e maiale servivano per elaborare bocconi gustosi e succulenti.

Altre persone, invece, sostengono che sia nata da un'esigenza dei contadini che anticamente venivano pagati alla giornata e rincasando si fermavano nelle macellerie per comprare la carne con i soldi guadagnati.

I macellai si trasformavano allora in "osti", cuocendone una parte al momento, in forni posti all'interno della macelleria, per sfamare gli uomini di passaggio, dando vita così ad uno dei primi esperimenti di "street food pugliese".

Ad ogni modo, qualunque sia l’origine di questa tradizione, possiamo affermare che è stata tramandata di generazione in generazione, e ad oggi i fornelli si sono moltiplicati e trasformati, pur mantenendo nella maggior parte dei casi la doppia anima di macelleria e trattoria.

I pezzi di carne destinati "a u furnidd" (al fornello), vengono infilzati su lunghi spiedi e poi cotti alla brace, in un forno chiuso, tenendoli inclinati a 45°.

La cottura della carn o furnid du curdun sfrutta al massimo il profumo dato da una brace fatta di legna di ulivo e di quercia, varietà che certo non scarseggia nella zona.

La cottura è a fuoco indiretto:

  • questo vuol dire che gli spiedi non vengono posti sopra la brace, ma nel lato opposto ad essa, per evitare che il grasso che si scioglie durante la cottura cada sui carboni, bruciandosi e alterando quindi il profumo della carne.

Ogni macellaio ha le proprie ricette che vengono custodite gelosamente e tramandate di generazione in generazione.

Diversi sono infatti le preparazioni, l’aromatizzazione e lo stile di cottura ma sicuramente la qualità della carne è indiscutibile!

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della carn o furnid du Curdun sono:

  • carne di agnello;
  • carne di agnellone;
  • carbone di leccio o di quercia.

Lavorazione

La carn o furnid du Curdun consiste in:

  • differenti parti di carne di agnello ed agnellone;
  • tagliate al coltello;
  • pesano tra gli 80 e i 100 gr;
  • infilate lungo dei grossi spiedi lunghi 70 cm e larghi 2.

Cottura

Successivamente questi ultimi vengono:

  • posti all'interno di un "particolare forno" dalle pareti alte 1 m;
  • all'interno, sul lato sinistro, vi è una parte rialzata, dove è conservato del "carbone di leccio o di quercia", che consente di raggiungere la temperatura ideale e costante tra i 170 e i 190 °C;
  • la carne viene fatta cuocere per circa una ora.

Per i primi 40 minuti, lo spiedo di carne di agnello ed agnellone è tenuto in verticale sulla parte destra del forno.

Invece, per gli ultimi 20 minuti viene avvicinato al fuoco, in modo da consentire la doratura finale, sempre in posizione verticale.

Degustazione

Questi spiedi sono accompagnati da pomodori e peperoni secchi sott'olio, in concia tradizionale.

Il vino ottimale è un Nardò Rosso DOP.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carne fresca

Descrizione

I "fegatini di Laterza" prendono il nome dall' omonima città da cui provengono.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i fegatini di Laterza nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Presentazione

Nascono come "piatto povero" degli allevatori tarantini ed ora sono diventati una prelibatezza, infatti vengono serviti anche nei migliori ristoranti.

Alla vista si presentano:

  • croccanti;
  • bruciacchiati;
  • racchiudono all'interno una carne tenera e succosa.

La carne utilizzata è prettamente di "agnello o capretto", più specificatamente si utilizzano:

  • le interiora avvolti nelle budella.

Tra le interiora, per la loro consistenza, si prediligono:

  • cuore;
  • fegato;
  • polmoni;
  • reni;
  • milza.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei fegatini di Laterza sono:

  • carne di agnello;
  • carne di capretto;
  • prezzemolo;
  • sale;
  • budella.

Preparazione

Il procedimento di preparazione non è complicato, ma abbastanza lungo.

Si parte trattando i pezzi di carne, ovvero:

  • questi devono essere stati precedentemente tagliati in bocconcini di 2 o 3 cm;
  • messi in acqua salata;
  • poi vengono nuovamente lavati e risciacquati al fine di eliminare qualsiasi impurità.

Si passa alla seconda fase:

  • bisogna aromatizzare i bocconcini di carne con prezzemolo e sale per fornire ulteriore gusto al piatto;
  • dopo aver fatto questo si mettono insieme 2 o 3 pezzetti di carne e si avvolgono nelle budella;
  • successivamente si infilzano con degli spiedini in acciaio oppure sistemati nelle teglie da forno.

Cottura

Particolare attenzione nella cottura che deve avvenire nel forno a legna per circa 20 minuti.

Alternativa

Vogliamo proporvi una ricetta sfiziosissima per cucinare i vostri fegatini di laterza, ovvero:

  • i "fegatini di Laterza con le patate al forno".

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione di questo ottimo secondo piatto sono:

  • 500 g di interiora di agnello o capretto (cuore, fegato, milza, polmoni, peritoneo);
  • 800 g di patate;
  • 2 spicchi di aglio;
  • olio extravergine di oliva q.b.;
  • acqua q.b.;
  • sale q.b.;
  • pepe q.b.;
  • prezzemolo q.b.

Preparazione

In primo luogo dovrete preparare le patate, quindi:

  • pelatele, sciacquatele e tagliatele a pezzi piuttosto grandi.

Successivamente, prendete una teglia da forno e ungetela anche nei bordi, a questo punto dovrete:

  • riporre i vostri fegatini di Laterza nella teglia, circondati dalle patate;
  • condite il tutto con aglio tritato, sale, pepe, prezzemolo e abbondante olio extravergine.

Infine aggiungete un pochino di acqua.

Cottura

Fate scaldare il forno ad una temperatura di 180 gradi e infornate i vostri fegatini di Laterza con le patate per circa una oretta.

Fate attenzione a far cuocere per bene le patate, e una volta trascorso il tempo necessario, tirate fuori la teglia e servite questo fantastico secondo ai vostri ospiti!

Tradizioni

I fegatini di Laterza, sono un piatto nato nelle aree rurali, tipico di varie zone del Sud Italia, dal Molise alla Puglia, dall’Irpinia alla Lucania.

Al tempo dei latifondi, mezzadri e signori feudali mangiavano le carni pregiate e ai contadini delle masserie rimanevano soltanto le frattaglie.

Per questo era necessario fare di necessità virtù e rendere più appetitose possibile le interiora degli ovini, che spesso erano l’unico tipo di carne che si riusciva a mettere in tavola.

Non è dato sapere se gli involtini di Laterza, siano nati in un luogo e poi si siano diffusi a macchia d’olio in tutto il territorio circostante o siano comparsi contemporaneamente in versioni autonome, ma simili sulle tavole di paesi anche molto distanti fra loro.

Qualunque sia la loro origine, diventarono presto una pietanza molto amata nelle masserie meridionali e abbinata ad altri prodotti della cultura contadina, come le cipolle, i peperoni e i formaggi di pecora e capra.

Nel dialetto tipico locale questi vengono anche chiamati "Gnumm’redd lattarol" oppure "Gnumm’redd da Terz".

Vengono inoltre organizzate ogni anno, varie sagre nel periodo estivo, dove poter degustare i fegatini, ma anche altri prodotti tipici della tradizione come le "bombette" o i "salsicciotti".

Degustazione

Qualora si volesse abbinare un buon vino si può optare per:

  • un Matino Rosso DOP;
  • un Ostuni Ottavianello DOP;
  • un Cerignola Rosso DOP.
REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Le specialità casearie italiane ed in modo particolare regionali, sembrano davvero essere infinite!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la scamorza di pecora nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

Un prodotto unico e dal sapore davvero molto particolare è la "scamorza di pecora", nata nel territorio della Murgia in Puglia e oggi facilmente reperibile in tutta la nostra penisola.

Solitamente puoi trovare una gran varietà di formaggi ovini freschi e la scamorza, appartenente alla categoria dei formaggi stagionati, è sicuramente una particolarità.

Ingredienti

Il latte utilizzato per la sua produzione proviene prevalentemente da:

  • pecore allevate al "libero pascolo" e questo aggiunge indubbiamente valore e sapore al prodotto.

Gli ingredienti utilizzati nella preparazione della scamorza di pecora sono:

  • latte ovino crudo;
  • caglio di vitello.

Lavorazione

Per la realizzazione di questa scamorza il latte ovino viene:

  • riscaldato ed unito al caglio di vitello per innescare il processo di formazione del formaggio;
  • successivamente si passa alla fase di "acidificazione", che può arrivare fino a 24 ore;
  • al termine di questa fase, il formaggio viene filato in acqua calda e formato.

La pezzatura

Solitamente la "pezzatura" non supera i 600 grammi di peso e la forma che viene conferita al formaggio è la "classica forma della scamorza".

Stagionatura

Prima di essere consumata, la scamorza di pecora deve subire un periodo di "stagionatura", che le conferisce:

  • un tipico colore paglierino;
  • una consistenza elastica e compatta.

La stagionatura è un processo estremamente importante e molto delicato per questo formaggio!

Ogni giorno di stagionatura che passa, conferisce un sapore ed una consistenza del tutto diverso al prodotto.

Questa fase muta anche il colore della scamorza, scurendolo da bianco fino a giallo nelle stagionature più lunghe.

Curiosità

Può essere stagionata per un periodo anche superiore ai 3 mesi ed in alcuni piatti tipici della cucina dell’Alta Murgia, viene impiegata come "formaggio da grattugia".

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La "mostarda di uva e mele cotogne" è un prodotto tipico pugliese a base di uva e mele cotogne.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la mostarda di uva e mele cotogne nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origine

La mostarda di uva e mele cotogne è sicuramente uno dei tanti prodotti tradizionali che venivano preparati in passato.

L'uva che viene utilizzata per la preparazione può essere sia bianca che nera e solitamente distinguiamo:

  • la Malvasia;
  • l'uva Negroamaro.

Le mele cotogne e l'uva sono divenute, ormai, due degli alimenti meglio assortiti nella cucina italiana.

Le mele cotogne e l'uva possono essere utilizzate anche per preparare una deliziosa marmellata, da spalmare sopra una fetta di pane imburrata, oppure utilizzata per farcire delle squisite torte o degli strudel.

Inoltre, la mostarda potrà essere servita assieme a dei formaggi stagionati o mangiata "al cucchiaio" come dessert.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la preparazione della mostarda di uva e mele cotogne sono semplicissimi e facili da reperire, ovvero:

  • 2,5 kg di mele cotogne (dolci e mature);
  • 1 kg di zucchero;
  • 150 g di uva.

Preparazione

Per prima cosa, dovrete:

  • lavare bene tutte le mele cotogne, asciugatele e sbucciatele privandole del torso e della buccia;
  • tagliatele a spicchi e mettetele in una pentola con tutto lo zucchero;
  • accendete il fuoco e quando vedrete che si saranno ben ammorbidite, frullatele con un frullatore a immersione.

Continuate con la cottura a fiamma bassa per circa 30 minuti e continuate a girare il tutto di tanto in tanto.

Trascorso il tempo necessario, aggiungerete:

  • l'uva e farete cuocere la mostarda per ulteriori 20 minuti;
  • continuate a mescolare con il cucchiaio per evitare che la mostarda si attacchi al fondo della pentola e si bruci.

Per verificare se la mostarda è pronta, prendetene un pochino e mettetela su un piatto, poi:

  • inclinatelo e se la mostarda sarà pronta risulterà densa e significherà che sarà cotta.

Al contrario, se la mostarda dovesse risultare troppo liquida, lasciatela cuocere per altri 5 minuti.

Non appena la mostarda sarà pronta, occorrerà conservarla in dei recipienti.

Conservazione

Per quanto riguarda la conservazione della mostarda di uva e mele cotogne, la cosa migliore è riporla in barattoli sterilizzati.

Il metodo classico per sterilizzare i barattoli per la mostarda prevede l’utilizzo di una pentola.

Prendetene una dai bordi alti e foderatela con uno strofinaccio di cotone pulito.

Sistemate i vasetti di vetro all’interno con l’apertura rivolta verso l’alto e con altri strofinacci sistemati tra l’uno e l’altro affinché non si tocchino e non si rompano urtandosi.

Riempite la pentola d’acqua finché non ricoprirete tutti i vasetti, accendete il fuoco e portate ad ebollizione.

Quando l’acqua bollirà, abbassate il fuoco e lasciate “in cottura” per almeno 30 minuti.

Trascorsi 20 minuti, aggiungete anche i coperchi e dopo 30 minuti spegnete il fuoco e lasciate raffreddare.

Raggiunta la temperatura ambiente, prendete vasetti e coperchi e fateli scolare capovolti, oppure nel forno acceso al minimo.

Una volta che avrete sterilizzato i barattoli e si saranno asciugati perfettamente, potrete riempirli con la vostra mostarda di uva e mele cotogne.

Con l'aiuto di un mestolo, distribuite la mostarda, ancora calda, all'interno di tutti i barattoli, dopodiché avvitate i coperchi in modo da chiuderli, ora:

  • capovolgeteli e metteteli in un luogo buio per farli raffreddare.

Una volta raffreddati, per eliminare qualsiasi tipo di batterio, fate bollire nuovamente i barattoli per altri 20 minuti; dovranno essere completamente coperti con l'acqua.

Terminata la bollitura, tirateli fuori dalla pentola e poggiateli su uno strofinaccio asciutto!

A questo punto, le vostre conserve di mostarda di uva e mele cotogne saranno finalmente pronte per essere riposte in un luogo fresco e asciutto lontano da fonti di calore.

REGIONE: Puglia
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Liquori

Descrizione

Nell'entroterra pugliese, e più precisamente nella città di Altamura, si produce da più di due secoli il "Padre Peppe Elixir di noce".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il liquore Padre Peppe Elixir di noce nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Puglia (PAT).

Origini

Si tratta di un liquore nato dall'ingegno del "Frate Cappuccino Giuseppe Ronchi", che guardando il noceto del chiostro pensò di creare un liquore dal gusto semplice, ma inconfondibile.

Così, cominciò a sperimentare una serie di ricette fino a giungere a quella che viene utilizzata ancora oggi per produrre il Padre Peppe Elixir di noce, famoso in tutta la penisola italiana.

Il liquore Padre Peppe Elixir di noce è una ricetta tipica e tradizionale di Altamura in provincia di Bari.

E' una ricetta antichissima ed una volta preparato va degustato con il passare di qualche mese.

L'attesa è tanta, ma ne vale assolutamente la pena!

Per ottenere un buon Padre Peppe Elixir di noce è necessario utilizzare le noci intere e soprattutto verdi.

E' per questo motivo che si raccolgono i frutti proprio il giorno di San Giovanni, prima che iniziano a maturare e non possono essere più utilizzati per preparare questo delizioso liquore.

Il Padre Peppe Elixir di noce è un ottimo digestivo ,la particolarità di questo liquore è la presenza di molte spezie che lo rendono particolare e ideale durante il periodo invernale.

Ingredienti

Gli ingredienti che andremo ad utilizzare per la creazione del liquore Padre Peppe Elixir di noce sono i seguenti:

  • 1 litro di alcool a 95 gradi;
  • 600 ml di acqua;
  • 400 g di zucchero;
  • 13 noci verdi;
  • noce moscata q.b.;
  • cannella q.b.;
  • chiodi di garofano q.b.

Preparazione

Iniziamo a preparare il liquore Padre Peppe Elixir di noce, quindi:

  • prendete le 13 noci verdi, sgusciatele, tagliatele oppure tritatele con l'aiuto di un mixer.

Riempite di alcol un contenitore a chiusura ermetica e immergetevi le noci tritate lasciandole in infusione per almeno 40 giorni.

Abbiate cura di riporre il contenitore al buio o comunque lontano dalla luce.

Trascorso questo tempo di infusione, dovrete aggiungere:

  • la noce moscata schiacciata;
  • la cannella;
  • i chiodi di garofano.

Rimestate bene il tutto e lasciate riposare nuovamente per ulteriori 4 mesi.

Decorsi anche questi 4 mesi, sarà possibile passare il tutto con l’apposito "torchietto", ovvero un macchinario utilizzato per la "spremitura" dopo la "fermentazione alcolica".

Preparate quindi uno sciroppo con:

  • acqua, zucchero e incorporatelo al prodotto torchiato;
  • lasciate maturare per qualche settimana prima di filtrare.

Una volta filtrato il prodotto ottenuto, potrete dare il via all'imbottigliamento.

Ricordate che più lo fate riposare, più sarà delizioso all'assaggio.

Caratteristiche sensoriali

Le tre caratteristiche sensoriali che più contraddistinguono il liquore Padre Peppe Elixir di noce dagli altri prodotti di questa categoria, sono:

  • la freschezza;
  • il suo essere accattivante;
  • il suo essere avvolgente.

Degustazione

Potrai gustare il Padre Peppe Elixir di noce come:

  • liquore al termine dei pasti;
  • come ingrediente principale di cocktail innovativi.

Il liquore Padre Peppe Elixir di noce può essere consumato:

  • liscio;
  • a temperatura ambiente o ghiacciato;
  • come aggiunta al caffè;
  • annaffiato sul gelato e per comporre affogati.

Il liquore Padre peppe elixir di noce, caldo si trasforma in un ottimo "punch" grazie anche alle spezie di cui è composto.

Le virtù del noce e dei suoi frutti nonché delle spezie d’oriente, sono noti fin dall’antichità, sia nella farmacopea ufficiale, che nei rimedi popolari.

Cocktail innovativo

Ne è un esempio "l'American Peppe", ideato dal barman Luigi Costantiello, ovvero si mixano:

  • il Bourbon;
  • il Campari;
  • l'elixir altamurano.

Dopo aver aggiunto lo sciroppo di tamarindo e la polvere di Padre Peppe, avrete un drink che riprenderà a pieno tutti i sapori tipici della terra pugliese.

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