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REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

"L’aranzada" è un dolce sardo che viene preparato in genere nel periodo invernale e si compone di pochi e semplici ingredienti come miele, mandorle ed arance.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'aranzada nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La sua preparazione è abbastanza facile e accessibile anche ai principianti, ma richiede una certa pazienza poiché le scorze devono riposare in acqua per più giorni.

La ricetta è originaria della Sardegna centrale, soprattutto del Nuorese, e sembra che sia stata creata nel 1886 dal pasticciere Battista Guiso, il quale riuscì a commercializzare il dolce anche nel resto d’Italia ed in Europa.

Non a caso si tratta di una preparazione molto raffinata ed elegante che oggi viene spesso servita durante banchetti nuziali e battesimi.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati per la preparazione dell'aranzada sono:

  • 100 g di mandorle;
  • 200 g di miele Asfodelo o di Lavanda;
  • 300 g di buccia di arancia biologica.

Ricetta

La ricetta è rimasta sempre la stessa ed ogni fase di lavorazione viene effettuata sempre a mano.

In alcune versioni può variare semplicemente il modo di intagliare le bucce di arancia, come a Dorgali, dove vengono macinate ed impastate col miele per formare dei rombi.

Per prima cosa si deve:

  • togliere la parte bianca delle bucce, affettarla in listarelle e metterle in ammollo per 5 giorni, cambiando l’acqua ogni giorno;
  • successivamente, le bucce vanno passate in padella con il miele e le mandorle per 15-20 minuti;
  • una volta pronte, devono essere messe su un foglio di stagnola, livellate e lasciate a riposare per 4-5 ore;
  • infine, è necessario tagliare delle piccole striscioline che andranno messe in pirottini di carta.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Miele

Descrizione

Il "miele di corbezzolo", in dialetto sardo "melalidone olione", è un miele speciale sia per il suo gusto che per le sue proprietà. Difficile da trovare, in alcune piccole realtà sarde è ancora prodotto e il risultato è eccezionale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il miele di corbezzolo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la produzione del miele di corbezzolo sono:

  • nettare;
  • melata.

Caratteristiche

Il miele di corbezzolo si presenta così:

  • la consistenza del miele di corbezzolo è cristallina e cremosa;
  • il suo colore è ambrato;
  • il sapore è dolce, ma con un retrogusto amaro.

Nello specifico, assaggiando il miele di corbezzolo sardo è possibile sentire note di:

  • caffè;
  • cacao;
  • rabarbaro.

Per questo suo gusto forte non è amato da tutti, ma chi ne comprende le qualità lo considera il miglior miele in assoluto.

Proprietà salutari

Il miele di corbezzolo ha ottime proprietà per la salute umana, ma c'è un particolare che pone questo miele sardo al di sopra di tutti gli altri.

Ricercatori dell'Università degli Studi di Cagliari hanno a lungo studiato le sue caratteristiche, giungendo a dimostrare che il miele di corbezzolo ha:

  • il tasso di antiossidanti più alto di tutti gli altri mieli prodotti in Italia.

Il miglior modo di consumare il miele di corbezzolo è usarlo crudo e grezzo, senza riscaldarlo o cuocerlo.

Degustazione

Potresti usarlo al posto dello zucchero in tisane di ogni tipo o anche per dare un sapore speciale ad una buona tazze di latte.

Il miele di corbezzolo può essere un ottimo ingrediente dolcificante nei frullati a base di frutta o come sciroppo su pezzi di frutta fresca.

Non dimenticare che il miele di corbezzolo è un ottimo compagno per i formaggi:

  • prova a gustare un pecorino sardo con qualche goccia di miele di corbezzolo e il loro gusto unito ti sorprenderà.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

I "mandagadas" sono un dolce sardo preparato nel periodo di Carnevale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i mandagadas nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Non hanno un vero e proprio luogo di origine, ma sono ampiamente diffusi in tutta l’isola.

Si tratta di:

  • piccole trecce di pasta ricoperte con zucchero e miele.

I mandagadas sono molto semplici da preparare in quanto non richiedono ingredienti particolari o lavorazioni complicate.

Ingredienti

Per i mandagadas si avrà bisogno di:

  • 50 gr di zucchero a velo;
  • 200 gr di miele;
  • 1 uovo;
  • 200 gr di farina di semola di grano duro;
  • 50 gr di strutto;
  • sale;
  • olio extravergine d’oliva.

Lavorazione

Per cominciare la preparazione dei mandagadas si deve:

  • setacciare la farina su un piano di lavoro;
  • formare la classica fontana e aggiungere dentro lo strutto a temperatura ambiente l’uovo e un pizzico di sale;
  • amalgamare il tutto con energia fino ad ottenere un composto omogeneo e liscio;
  • quindi si deve formare una palla e farla riposare nel frigorifero per un’ora e mezza;
  • trascorso questo tempo, riprendere l’impasto e lavorarlo ancora per 5 minuti.

A questo punto si dovranno ricavare delle "palline", le quali vanno sfregate tra le mani per ottenere dei salsicciotti lunghi 15-20 cm e larghi 1 cm.

Ora non resta che piegarli in due, unire le estremità e intrecciarle per creare delle piccole treccine.

Cottura

Dopo aver ripetuto l’operazione per ogni salsicciotto, mettere a riscaldare 3-4 cucchiai di olio in un tegame e friggere i mandagadas fino a che non avranno un bel colore dorato.

Infine, mettere i mandagadas in un’altra padella, farle saltare con il miele e spolverare con dello zucchero a velo quando saranno fredde.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegeteli trasformati

Descrizione

Il "peperoncino" è il frutto piccante della pianta Capsicum, originaria dell'America.

Proprietà benefiche

È un grosso seme, dalla tipica forma ovale ed allungata, di un bel colore rosso acceso che, al suo interno, contiene ulteriori piccoli semi.

Il peperoncino è una spezia estremamente salutare.

Contiene la "capsaicina", una sostanza che stimola il metabolismo ed il flusso sanguigno.

Il peperoncino è considerato un "antibiotico naturale", in grado di:

  • distruggere virus e batteri;
  • disinfettare le mucose, come gola, cavo orale e stomaco;
  • rafforzare le difese immunitarie dell'organismo.

Inoltre, aiuta a fluidificare il sangue, controllando e regolarizzando la pressione sanguigna e proteggendo l'apparato cardiovascolare.

Coltivazioni

La coltivazione del peperoncino è relativamente facile.

Molti coltivano le proprie piantine sul balcone, per avere peperoncini sempre freschi, biologici e sani.

Si semina verso Marzo ed i frutti vengono raccolti tra Agosto e fine Ottobre.

La pianta di peperoncino, per crescere sana e rigogliosa, necessita di un terriccio soffice e stemperato, di molta luce e di essere bagnata a giorni alterni, senza esagerare.

In cucina

Il peperoncino è una spezia piccante, che si può aggiungere praticamente ad ogni piatto, per chi ne ama il gusto forte.

Il peperoncino non si consuma fresco, ma dopo un periodo di essiccazione, che avviene tenendo i semi maturi e raccolti dalla pianta al sole, o appesi in locali caldi e asciutti.

Il peperoncino si può aggiungere ai sughi destinati a condire la pasta, a pezzetti o grattugiato.

È indicato per insaporire piatti di carne, ad esempio arrosti o spezzatini.

Per chi ama il peperoncino fresco, o poco essiccato, l'utilizzo migliore:

  • è strofinarlo sulle fette di pane tostate, che poi saranno condite con olio ed ingredienti a piacere.

Un altro utilizzo del peperoncino a pezzettini è quello di:

  • unirlo ai prodotti messi sott'olio, per conservarli.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

Il "pane d'orzo", in dialetto sardo "pane 'e oxiu" o "pane 'e oxru", era, tradizionalmente, considerato un alimento destinato alle classi povere.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pane d'orzo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Oggigiorno, il pane d'orzo viene utilizzato in maniera diffusa!

Si tratta di un cereale grezzo dalle molteplici e interessanti "proprietà nutritive" e dalle importanti "qualità benefiche".

L'orzo è un cereale molto antico, nato e utilizzato in Asia già dal Decimo Secolo.

La farina d'orzo si ricava dal "cereale grezzo decorticato", ricco di:

  • proteine;
  • fibre;
  • vitamine del gruppo B.

La farina d'orzo ha:

  • un sapore rustico, ma delicato, leggermente dolciastro.

Apporta ai prodotti da forno un colore brunito ed è indicata tanto per le preparazioni salate, come pane e focacce, quanto per quelle dolci, come i biscotti.

Lavorazione

Il pane di orzo viene realizzato mescolando una parte di farina d'orzo con una di farina di frumento tradizionale.

L'orzo è un cereale che risponde molto bene alla lievitazione:

  • si ottengono pani soffici, con alveolatura ricca e importante, leggeri, ma dal gusto deciso e rustico, molto particolare.

Degustazione

Il pane d'orzo è adatto ad essere gustato durante il pasto, ma anche per colazione o merenda, ricoperto di:

  • miele;
  • marmellata;
  • confettura;
  • mostarda.

Ingredienti

Per preparare in casa il pane d'orzo occorrono:

  • 500 gr di farina di orzo;
  • 500 gr di farina tipo 00;
  • 250 gr di lievito madre;
  • acqua;
  • sale.

Lavorazione

Per la lavorazione del pane d'orzo occorre:

  • rivitalizzare il lievito in acqua tiepida;
  • poi impastarlo con le due farine e sale a piacere;
  • si ottiene un impasto liscio, sodo, molto lavorabile;
  • si fa lievitare per 2-2,5 ore, in un luogo caldo e asciutto, meglio se coperto da uno strofinaccio;
  • al termine di questo tempo, l'impasto va diviso in due, re-infarinato e rimesso a lievitare per un'altra ora abbondante.

Cottura

A questo punto si cuociono i due panini in forno statico già caldo, per una ventina di minuti, a 200°.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

Le olive verdi in salamoia, che in dialetto sardo si chiamano "olia cundida", vengono servite come sfizioso antipasto freddo, come contorno, o aggiunte ad insalate di verdura o di mare, per insaporirle.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le olive verdi in salamoia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

La salamoia è un metodo di conservazione antico

Il metodo della salamoia allo scopo di disinfettare e conservare a lungo i cibi risale a tempi antichissimi.

I Romani già lo conoscevano ed usavano, riuscendo così a fare ampie scorte di cibo, evitandone il deterioramento.

Il sale, infatti, inibisce la proliferazione batterica e permette di conservare il cibo anche per molti mesi.

La salamoia

La salamoia è un composto liquido, che si ottiene miscelando acqua e sale.

Per prepararla è importante utilizzare un'acqua leggera e pura, con un basso residuo minerale.

Questo perché alcuni elementi, come ad esempio il ferro ed il rame, influiscono negativamente sul sapore dei cibi conservati, rovinandone o alterandone sensibilmente il gusto.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione delle olive verdi in salamoia sono:

Preparazione

Per preparare le olive in salamoia occorre, innanzitutto:

  • lavare le olive e lasciarle in ammollo per circa 3 giorni, cambiando spesso l'acqua;
  • a questo punto bisogna far bollire un litro di acqua con 150 gr. di sale, grosso o fino;
  • appena raggiunta l'ebollizione, si toglie la pentola dal fuoco e si fa raffreddare l'acqua salata;
  • nel frattempo, le olive vanno messe in vasetti di vetro e ricoperte con la salamoia fredda;
  • i vasetti non vanno aperti prima di una settimana, per permettere alla salamoia di espletare tutte le sue funzioni antibatteriche.

Degustazione

Le olive in salamoia, che hanno un gusto saporito e salato, si servono come:

  • antipasto o come contorno, specialmente con pesci cotti in padella o al forno.

Possono essere utilizzate anche per:

  • insaporire insalate di verdura, insalate di mare e patate in umido.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Latte

Descrizione

Il "latte di capra", in dialetto sardo "latti de craba" o "latti 'e craba", è il latte munto dalle capre, un ingrediente base di molti formaggi tipici della tradizione della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il latte di capra nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Proprietà organolettiche

Il latte di capra è un prodotto:

  • molto nutriente;
  • organoletticamente equiparabile a quello vaccino, ma più digeribile.

La sua maggiore "digeribilità" è data da un quantitativo superiore di acidi grassi buoni:

  • i famosi Omega 3.

Rispetto al latte di vacca, il latte di capra ha:

  • un sapore più forte e intenso, che lo rende particolare se bevuto da solo e ottimale per la preparazione di formaggi dal gusto forte, come il famoso pecorino sardo.

È utilizzato, adeguatamente dolcificato, anche per preparare:

  • yogurt e dolci, tipo i budini.

Proprietà nutrizionali

Per ogni 100 gr di latte di capra si hanno:

  • 70 calorie;
  • 4,5 gr di carboidrati, rappresentati completamente da zuccheri;
  • 4 gr di grassi;
  • 3,6 gr di proteine.

Inoltre, il latte di capra è ricco di:

  • potassio;
  • calcio;
  • vitamina A;
  • vitamina D indispensabile per il metabolismo del calcio.

100 gr di latte caprino apportano 11 gr di colesterolo, ben bilanciato, però, dai grassi buoni che contiene.

Intolleranze

Il latte di capra contiene "lattosio", quindi è controindicato a chi è allergico a questo zucchero.

C'è da sottolineare, però, che ne contiene meno rispetto al latte vaccino.

Per chi non soffre di una vera e propria patologia allergica, ma ha solo difficoltà a digerire il latte di mucca, il latte di capra può essere una valida alternativa.

Consigni

Molti pediatri consigliano il latte di capra, in fase di "svezzamento", infatti andrebbe proposto ai neonati sopra agli 8 mesi di età prima di introdurre quello vaccino, verso l'anno.

Il latte di capra è molto nutriente, ma ha un ridotto contenuto di lattosio ed è più digeribile.

Queste qualità che lo rendono un eccellente alimento per i più piccoli!

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Miele

Descrizione

Il "miele di asfodelo" è una varietà che si ottiene dall'omonima pianta, diffusa in gran parte della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il  miele di asfodelo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la creazion del miele di asfodelo sono:

  • nettare dei fiori di asfodelo;
  • secrezioni provenienti da parti vive di piante.

Caratteristiche

I suoi fiori sono:

  • bianchi e facilmente riconoscibili;
  • appaiono spesso in grandi concentrazioni che creano dei meravigliosi e candidi manti nei prati.

L'asfodelo cresce spontaneo in zone non coltivate, lungo le colline e in prossimità dei fiumi.

Da questa specie botanica si ottiene un tipo di miele "monoflora" che si distingue per il suo:

  • colore giallo, intenso e limpido.
  • l'aroma invece appare molto raffinato e sprigiona piacevoli note di erbe selvatiche mentre al palato è dolce e molto delicato, con un leggero retrogusto acidulo.

Proprietà salutari

Il miele di asfodelo è dunque un prodotto che si caratterizza per il suo:

  • sapore raffinato;
  • poco aggressivo;
  • è anche un eccellente rimedio naturale per combattere diversi tipi di affezioni e disturbi.

Ricco di vitamine e sali minerali, è dotato di ottime proprietà "antispastiche" e "calmanti" per il sistema nervoso.

E' un buon "espettorante" ed è utile per "depurare il fegato".

Può essere anche impiegato per uso esterno, in quanto è un valido alleato per curare:

  • ferite e accelerarne la cicatrizzazione.

Abbinamenti

Questo miele sardo è perfetto per insaporire:

  • tisane;
  • caffè;
  • tè;
  • formaggi;
  • yogurt;
  • gelato;
  • semifreddi e dolci al cucchiaio.

Inoltre, è ottimo per "caramellare" piatti a base di carne o pesce, ma si sposa molto bene anche con:

  • la macedonia di frutta;
  • i frullati;
  • i succhi d'arancia.

Infine, può essere utilizzato per preparare dolci sardi come le "zippulas" o le buonissime "seadas".

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pesce

Descrizione

Il "belu" non è altro che lo "stomaco del tonno" e può essere consumato fresco, essiccato o affumicato, a seconda della lavorazione alla quale viene sottoposto.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il belu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del belu sono:

  • 1 stomaco di tonno essiccato;
  • 1.5 kg di patate;
  • 1 kg di cipolle;
  • 500 gr di pomodori freschi;
  • una manciata prezzemolo;
  • 2 foglie di alloro;
  • 2.5 dl vino bianco secco;
  • olio extra vergine di oliva;
  • sale;
  • pepe.

Lavorazione

Il belu è tipico soprattutto dei litorali del Sulcis Iglesiente e si ottiene effettuando varie fasi di lavorazione che comprendono:

  • la pulitura;
  • la spinatura del pesce.

Una volta che è stato pulito e aperto, il tonno viene essiccato ricoprendo lo stomaco con il sale per almeno 24 ore.

In seguito, le parti rimosse vengono:

  • lavate in acqua salata e messe ad asciugature sopra delle stuoie di erica o ramoscelli di piante tipiche della macchia mediterranea.

Quando il belu appare perfettamente "essiccato", viene appeso nelle cantine o in luoghi asciutti e poco umidi.

In generale questo tipo di alimento può essere:

  • lavorato in casa o anche negli stabilimenti delle tonnare, che spesso dispongono di apposite stanze per l'affumicazione.

Degustazione

Oggi può essere impiegato per preparare un gran numero di piatti della tradizione sarda tra cui:

  • zuppe;
  • minestre;
  • pietanze a base di trippa di pesce.

Particolarmente gustoso è il belu cucinato con:

  • patate;
  • cipolle;
  • pomodori ed alloro.

Preparazione

Per prima cosa si dovrà tenere a bagno per una notte lo stomaco di tonno, lavarlo dal sale e farlo bollire in acqua per un'ora e mezza.

In un altro tegame poi si faranno soffriggere:

  • la cipolla;
  • i pomodori;
  • le patate;
  • l'alloro;
  • il belu tagliato a pezzettini.

Dopo 45-50 minuti si potrà sfumare con del vino bianco e togliere dal fuoco quando le patate saranno ben cotte.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

La "ricotta testa di morto", formaggio fresco dai molti sinonimi quali "ricotta greca", "testa di moro" e "ricottone", rientra nei prodotti tradizionali della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ricotta testa di morto nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Si tratta di:

  • una ricotta semidura;
  • senza crosta esterna;
  • dal colore bianco;
  • dal gusto abbastanza sapido;
  • l'odore piuttosto delicato.

Normalmente una forma di ricotta di testa di morto è:

  • tondeggiante e ha un peso che varia dai 2 kg e mezzo ai 3 kg.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della ricotta testa di morto sono:

  • siero di latte di pecora;
  • sale.

Lavorazione

La lavorazione della ricotta testa di morto semidura parte dal:

  • siero del latte di pecora riscaldato tramite agitazione fino ai 65/70°.

Raggiunta questa temperatura si sospende l'agitazione del siero, ma si aumenta la temperatura fino a farla arrivare ad oltre 85°.

Utilizzando la rotella, il siero è quindi girato con una tecnica di movimento che va dal "basso verso l' alto" grazie al quale inizia ad affiorare la "ricotta".

Per i successivi 30 minuti si lascia indurire la ricotta affiorata dal siero, per poi trasferirla nei suoi "stampi cilindrici", precedentemente ricoperti da un telo che sarà poi legato ai quattro spigoli.

Pressatura

La presenza del "telo" permetterà di spurgare il siero e contenere la ricotta, la cui pressatura continuerà nelle successive 24 ore.

Trascorse le ore di "pressatura", la ricotta testa di morto è tolta dai teli e si procede con la fase di salatura a secco.

Salatura e stagionatura

Le forme sono poi trasferite in apposite reti che permetteranno di appendere la ricotta testa di morto in ambienti del caseificio in cui l'aria è condizionata e ventilata, ambienti detti "essiccatoi", per lasciarla stagionare adeguatamente.

Durante la stagionatura si crea uno strato di muffa che sarà eliminato prima della commercializzazione.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Formaggi

Descrizione

La "ricotta fresca ovina ", anche nota come ricotta "gentile", è prodotta in tutto il territorio della regione e ne rappresenta un vero e proprio vanto in fatto di cultura culinaria.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ricotta fresca ovina nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La ricotta fresca ovina ha:

  • una consistenza molto cremosa, che ricorda i fiocchi di latte;
  • un bel colore bianco;
  • un odore molto delicato.

Il suo sapore è:

  • piuttosto dolce, grazie alle caratteristiche del latte di pecora;
  • normalmente ha una forma troncoconica dovuta alle fiscelle utilizzate per la sua preparazione.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per lapreparazione della ricotta fresca ovina sono:

  • siero di latte oovicaprino pastorizzato;
  • latte ovicaprino;
  • sale.

Preparazione

La ricotta fresca ovina è ottenuta dalla lavorazione del "siero" derivante dal latte.

Dopo essere stato filtrato, il siero è portato ad una temperatura di circa 60° e agitato con forza per far salire ancora di più la temperatura.

Durante questa fase il siero è smosso con un attrezzo chiamato "chiova" o "rotella" grazie al quale dal siero si inizia a formare la ricotta.

A questo punto si procede manualmente e si trasferisce la ricotta fresca ovina nei suoi stampi, le "fuscelle", che saranno poi messi in frigorifero a bassa temperatura dove dovrà restare per una ventina di ore.

Trascorso questo tempo la ricotta è già pronta per essere mangiata.

Il tempo di preparazione in caseificio è di appena 30 minuti ma il risultato è sorprendente.

Origini

Pur non essendoci riferimenti precisi rispetto alla nascita della ricotta gentile, si racconta che la sua produzione sia iniziata non appena il latte ovino sia stato riconosciuto dagli abitanti della Sardegna come un "ottimo latte per la produzione di formaggi", che ancora oggi rendono la regione famosa per la grande varietà di prodotti caseari realizzati nell'entroterra.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

La "focaccia sarda", detta anche "cozzula" o "cozzula 'e pomo", è un tipico pane a base di patate, molto gustoso e molto amato in Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cozzula nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La cozzula ha come particolarità l'impasto, realizzato con:

  • patate e lievito madre.

La cozzula si cuoce, tipicamente, nel forno a legna ed il risultato è:

  • una focaccia croccante fuori e molto morbida dentro.

In mancanza del forno a legna può essere cucinata anche in un forno normale.

Abbinamenti

Si serve come antipasto, accompagnata da salumi e formaggi tipici, o si mangia al posto del pane, con secondi di carne e pesce.

Ingredienti

Per preparare una cozzula sarda per quattro persone occorrono:

  • 200 gr di patate;
  • 200 gr di farina di semola;
  • 25 gr di lievito madre;
  • mezzo bicchiere di latte;
  • una manciata di pecorino sardo grattugiato;
  • un pizzico di sale.

Preparazione

Si comincia:

  • bollendo le patate, con la buccia, in abbondante acqua, per circa 20-25 minuti;
  • a questo punto le patate vanno sbucciate e schiacciate, ricavandone una purea;
  • si impastano, a meno, le patate schiacciate con la farina, il latte, il lievito e si sala leggermente.

Una volta che l'impasto ha raggiunto una consistenza soda ed elastica, va fatto lievitare per circa 2 ore sotto un canovaccio umido, in un posto caldo.

A fine lievitazione, l'impasto va steso con un mattarello, fino a realizzare una focaccia, tonda o rettangolare, alta circa 1 cm.

Cottura

Non resta che ricoprire la focaccia con abbondante pecorino sardo ed infornare, a 200° in forno statico, per circa 20 minuti.

La cozzula si serve calda, appena sfornata.

Variante

Se si preferisce la versione al "pomodoro", prima di infornare, si deve condire la focaccia sarda con:

  • salsa di pomodoro e pecorino grattugiato.

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