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Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto:  Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

Il "Noi Unci" è una varietà arborea della Sardegna, coltivata con maggiore produttività sul territorio gallurese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il Noi Unci nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

I frutti del Noi Unci sono:

  •  grandi e succosi;
  • maturano a partire dalla terza decade di Luglio;
  • sono caratterizzati da una forma simmetrica e leggermente schiacciata.

La loro polpa e molto chiara, soda e leggermente croccante.

Il gusto non è tra i più dolci, anzi:

  • la mela della qualità Noi Unci è piuttosto acida ma pur sempre gradevole da mangiare, non solo al suo stato naturale ma anche cotta e unita a diversi tipi di preparazioni tradizionali.

Non tanto belle a vedersi, ma sicuramente deliziose al palato!

Proprietà salutari

Le mele della varietà Noi Unci sono un vero e proprio tesoro per l'organismo:

  • povere di zuccheri e ricchissime di acqua, sali minerali e vitamine.

Degustazione

Puoi decidere di consumarla cruda per non privarti del suo immenso patrimonio di sali minerali (calcio, ferro, zolfo, fosforo, magnesio e potassio) e vitamine (prevalentemente C, A, B1 e B2).

E se invece preferisci goderti una buona porzione di mele cotte?

Anche in questo caso potrai trarre tutti i benefici di un prodotto naturale, genuino e ricco di fibre.

Tra i dolci che puoi preparare con la mela Noi Unci, ricordiamo la classica "torta alle mele".

Ingredienti

La ricetta della torta di mele prevede l'utilizzo di:

  • 3 mele tagliate a spicchi;
  • 300 g di farina;
  • 200 g di zucchero;
  • 3 uova;
  • 70 g di burro;
  • 1 bicchiere di latte;
  • 1 bustina di lievito.

Dopo aver impastato tutti gli ingredienti, unisci le mele e inforna a 180° per 40 minuti circa.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

I "ravioletti dolci alle mandorle" sono una preparazione tipica della cucina tradizionale della Sardegna!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i ravioletti dolci alle mandorle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Nel dialetto sardo i ravioletti dolci alle mandorle sono conosciuti anche con i nomi di "cruxioneddu de mindua" oppure "culungioneddos de mendula" a seconda della zona di produzione.

I ravioletti dolci alle mandorle, a differenza dei classici ravioli che invece sono un tipo di pasta, sono dei dolci a base di mandorle.

I ravioletti dolci alle mandorle sono caratterizzati dalla tradizionale forma a mezzaluna e realizzati con un involucro di pasta croccante al cui interno si trova un ripieno composto da mandorle e limone che risulta soffice e molto saporito.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei ravioletti dolci alle mandorle sono:

  • mandorle tritate e tostate;
  • zucchero;
  • acqua;
  • maraschino;
  • scorza di limone;
  • farina;
  • strutto;
  • uova;
  • sale;
  • vernaccia.

I cruxioneddu de mindua sono abbastanza semplici da preparare!

Preparazione

  • Si inizia tostando e poi tritando le mandorle che andranno a costituire il ripieno;
  • Quindi in un tegame si versa lo zucchero, l'acqua, il maraschino, la scorza di limone, le mandorle preparate in precedenza;
  • si cuoce fino ad ottenere un composto denso e omogeneo.

Per quanto riguarda la preparazione della "pasta" si dovrà procedere come segue:

  • Si passa quindi alla preparazione della pasta, la quale è composta da farina, strutto, uova e sale, il tutto impastato con della vernaccia;
  • quando l'impasto sarà abbastanza sodo lo si lascia riposare per circa un'ora e poi si procede alla realizzazione di piccole palline di pasta che andranno stese con il mattarello;
  • su ogni pezzo di pasta si posiziona un po' del ripieno di mandorle, si uniscono i bordi e infine si conferisce alla pasta la tipica forma a mezzaluna.

Tradizioni

I ravioletti dolci alle mandorle venivano realizzati in occasione del Carnevale e ancora oggi vengono associati a questa ricorrenza.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

"Li chiusoni" o "ciusoni" è un tipo di pasta sarda, la cui forma ricorda quella degli gnocchetti sardi.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito li chiusoni nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Storicamente li chiusoni era preparata in occasione dell'arrivo del mese di Agosto e condita con pomodori e pernici.

Ancora oggi in alcune piccole realtà della provincia è usanza mangiarla la sera del primo di Agosto.

Ciò nonostante è possibile trovarla nei pastifici in ogni periodo dell'anno.

Caratteristiche

Questi piccoli gnocchi hanno:

  • una forma cilindrica;
  • una superficie ruvida ed abbastanza irregolare;
  • non superano i 3/4 centimetri di grandezza.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei li chiusoni sono:

  • trigu saldu o ruiu;
  • acqua bollente;
  • sale.

Preparazione

L'ingrediente principale per la preparazione dei li chiusoni è il "trigu saldu o ruiu", un tipo di grano duro prodotto in Sardegna.

Preparare li chiusoni è facile, ma la maestria sta nel dar loro la forma giusta, per fare questo è necessario:

  • avere un canestro o una sorta di grattugia contro cui sfregarli;
  • in passato i canestri usati per dare la forma a questa pasta erano gli stessi in cui si conservava la pasta per il breve periodo di essiccazione;
  • dopo aver versato su una spianatoia di legno la farina di grano duro a fontana si procede aggiungendo abbondante acqua bollente e si inizia ad impastare;
  • per far si che l'impasto abbia la giusta consistenza serve un buon lavoro di mano ed è necessario impastare per diverso tempo;

Una buona tecnica nella lavorazione darà all'impasto dei li chiusoni la giusta consistenza per prendere e mantenere nel tempo la forma.

Cuocere li chiusoni richiede solo 10 minuti e il condimento può essere scelto a fantasia dello chef.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

Il pane di sapa è un antico dolce appartenente alla tradizione culinaria sarda e consumato in occasione della festa di ognissanti, ovvero durante il periodo della vendemmia che dava origine al mosto, un elemento di grande importanza nella preparazione di questa pietanza: il nome del dolce, infatti, deriva proprio dalla presenza della sapa, ossia il mosto di vino cotto, mentre gli altri ingredienti variano a seconda dei gusti delle persone o della località di preparazione.

Preparazione

Ingredienti

Se desideri preparare il pan di sapa e far provare un dolce nuovo ai tuoi bambini, ti occorreranno i seguenti ingredienti:

  • 300 grammi di farina;

  • 3/4 bicchiere di sapa;

  • 90 grammi di noci;

  • 90 grammi di uvetta;

  • 70 grammi di pinoli misti a mandorle;

  • lievito di birra;

  • cannella;

  • sale in quantità sufficiente per l'impasto.

Lavorazione

  • Una volta che disponi di questi ingredienti, potrai iniziare ad impastare: il metodo di impasto non presenta molte differenze rispetto a quello della preparazione del pane, tranne per il fatto che il mosto di vino cotto deve essere aggiunto alla farina ed al lievito di birra sciolto in acqua;

  • una volta impastati questi ingredienti, aggiungi l'uva passa (preventivamente lavata sotto acqua fredda) i pinoli, e la cannella;

  • completato l'impasto, dovrai lasciarlo lievitare per circa due ore, dopodiché potrai cucinarlo in forno per un'ora a 200°C;

  • una volta sfornato il dolce, potrai spalmarlo con altra sapa e decorarlo con le mandorle, per una pietanza davvero favolosa.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

Il "pane con gerda" detto anche "pani cun erda" è una pietanza tipica della tradizione culinaria sarda, estremamente gustosa ma ricca di grassi.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pane con gerda nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Si tratta, infatti, di quello che comunemente viene chiamato "pane con i ciccioli", la cui preparazione avviene solitamente dopo la macellazione del maiale.

Se vuoi preparare il pane con gerda avrai bisogno dei seguenti ingredienti:

  • 500 g farina di semola;
  • 100 g di lievito madre;
  • 300 g farina bianca;
  • 350 g di gerda o anche ciccioli;
  • 50 g di strutto;
  • sale;
  • 10 g di lievito di birra;
  • 550-600 ml di acqua.

Lavorazione

La prima cosa fa fare è:

  • iniziare ad impastare, unendo il lievito di birra sciolto in acqua con la farina bianca ed il sale;
  • per quanto riguarda il lievito, devi sapere che in alternativa al lievito di birra potrai usare anche il lievito madre (100 grammi circa);
  • una volta completato questo passaggio, potrai aggiungere la gerda e lo strutto, in modo da creare un impasto che, sebbene possa sembrare troppo unto, assorbirà tutti gli ingredienti lavorandolo con le mani in modo deciso;
  • dividi l'impasto in panini più piccoli (ovviamente a seconda del numero di panini che vorrai preparare, le dosi degli ingredienti cambiano), e lasciali lievitare fino a che le loro dimensioni non raddoppiano;
  • ovviamente, a seconda del lievito che hai utilizzato, i tempi di lievitazione cambiano: infatti, se si usa il lievito madre la lievitazione è più lenta, mentre con il lievito di birra diventa più rapida;
  • infine, quando i panini sono finalmente lievitati, potrai cuocerli nel forno ad una temperatura di 220°C per circa 20 minuti.
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

La "cozzila et casu" è una specialità gastronomica di una delle regioni più belle d'Italia, la Sardegna!

Caratteristiche

Questo prodotto da forno in lingua dialettale è noto appunto come "cozzila et casu" e si realizza utilizzando esclusivamente formaggio vaccino (casu acchinu).

Il "casu" è un prodotto caseario che i pastori sardi hanno sempre creato seguendo i metodi antichi e tradizionali tramandati dai loro padri, si produce con:

  • latte vaccino, di capra o di bufala.

Ottimo da gustare fresco, ma è altrettanto saporito se consumato dopo una media stagionatura.

Con il casu acchinu si possono realizzare:

  • focacce buonissime e molto appetitose!

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della cozzila et casu sono:

  • farina;
  • sale;
  • lievito madre;
  • acqua tiepida;
  • formaggio vaccino.

Preparazione

La focaccia di formaggio sarda richiede una preparazione molto semplice.

  • Si versa la farina su una spianatoia;
  • si aggiunge il sale;
  • il lievito madre;
  • e si impasta versando lentamente acqua tiepida;
  • il panetto ottenuto si lascia riposare per circa mezz'ora;
  • i tira una prima sfoglia;
  • si distribuisce sopra di essa il formaggio vaccino;
  • si ricopre il tutto con una seconda sfoglia;
  • la focaccia si cuoce nel forno a 220 gradi per circa 10 minuti e va gustata quando è ancora calda.

La cozzila et casu non è soltanto buona, ma è anche molto nutriente e sostanziosa.

Tradizioni

In passato le donne sarde usavano fare il pane in casa una volta a settimana e, se in dispensa avevano casu acchinu sufficiente, destinavano una piccola parte dell'impasto alla realizzazione della cozzila et casu.

Oggi in quasi tutti i forni del territorio sardo, tra le tante proposte, si trovano molti prodotti tipici tra cui anche la cozzila et casu.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

I "s'azza de casu" è una ricetta antica originaria della Sardegna!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i s'azza de casu nella lista deiProdotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Detti anche "coccias de casu", questo tipo di raviolo è rinomato in tutta l'isola, ma è tipico del Sulcis, il territorio che si estende nella parte sud-occidentale della regione.

Caratteristiche

Si tratta di una specialità dolce, ripiena e fritta, considerata da sempre un dolce da consumare nella stagione fredda.

Tradizioni

Per tradizione, sin dal secolo scorso, i s'azza de casu si preparano durante il periodo Natalizio e in occasione del Carnevale.

Ingredienti

Per creare i s'azza de casu si prepara un impasto con:

  • acqua;
  • farina;
  • strutto, da cui si ricavano tante sfoglie sottilissime.

Per il ripieno dei s'azza de casu basta unire:

  • formaggio di capra appena acido;
  • la giusta quantità di zucchero;
  • uova;
  • e scorza di limone;
  • e amalgamare bene gli ingredienti.

Lavorazione

  • Sopra una sfoglia si distribuisce il ripieno a mucchietti e distanti tra loro, il tutto viene ricoperto con un seconda sfoglia;
  • servendosi di un coltello si vanno a formare tanti ravioli che resteranno aperti su tutti i lati, il raviolo può avere la forma di un rettangolo o di un piccolo rombo;
  • non resta che friggerli nello strutto o in olio abbondante, trasferirli su carta assorbente e spolverarli con abbondante zucchero.

Pur essendo aperto lateralmente non c'è fuoriuscita di ripieno, il motivo è molto semplice: in cottura il ripieno stesso si gonfia e contemporaneamente aderisce alle sfoglie.

Solitamente questi ravioli si gustano quando sono ancora caldi, piacciono molto ai grandi ma anche i bambini li mangiano volentieri.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

Il "pane carasau", conosciuto anche con il nome di pane carasatu o carta da musica, rappresenta insieme al pane di Altamura e al pane cafone napoletano, uno dei pani più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pane carasau nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Il pane carasau è originario della provincia di Nuoro e si pensa che le sue origini siano molto antiche.

Il pane carasau è conosciuto anche come il pane dei pastori: si racconta che siano state proprio le moglie dei pastori a inventare questo tipo di pane per i loro mariti, che quando portavano il gregge a pascolare avevano bisogno di un pane che non andasse a male.

Il nome alternativo di "pane carasau" deriva semplicemente dal verbo sardo "carasare", ossia "tostare".

Caratteristiche

Il pane carasau è caratterizzato da una sfoglia sottile, cilindrica e molto croccante.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del pane carasau sono:

Preparazione

  • Un tempo per prepararlo c'era bisogno dell'aiuto di più donne, poiché la lavorazione era molto faticosa;
  • le donne si svegliavano all'alba per cominciare ad impastare con solo farina e acqua il pane;
  • dopo aver ottenuto la consistenza giusta, l'impasto veniva steso con l'aiuto di un matterello per dargli la caratteristica forma cilindrica;
  • i dischi di pane venivano riposti su dei teli di lino, uno sopra l'altro, alternandoli per non farli attaccare;
  • successivamente venivano cotti nel forno a legna a temperatura altissima;
  • il disco si gonfiava fino a divenire una palla e a questo punto veniva abilmente tagliato a metà per ottenere due sfoglie uguali;
  • le sfoglie venivano rimesse in forno fino ad ottenere la doratura giusta;
  • ad oggi nell'impasto vengono aggiunti anche sale e lievito.

Degustazione

Il pane carasau rappresenta un ottimo accompagnamento a molte altre preparazioni, sia salate che dolci, ma può anche essere immerso nell'acqua per permettergli di riacquistare morbidezza.

Il pane carasau è ottimo per accompagnare piatti salati ed è alla base di altre due ricette il pane frattau e il pane guttiau.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali

Descrizione

Il "pomino", noto anche con il nome dialettale di "tamatiga de appasibis" o "tamatiga de appiccai" è un pomodoro tipico della Sardegna, in particolare della subregione della Marmilla, che si trova nella parte centro-meridionale dell'isola.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pomino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Il pomino ha:

  • dimensioni medio-grandi;
  • una forma leggermente oblunga;
  • una buccia dal colore rosso intenso.

La sua pianta appartiene al genere rustico delle Lycopersicon esculentum e ne esistono diversi ecotipi, che riscontrano forte resistenza alla siccità e alle fitopatie.

Conservazione

Il pomino è, a sua volta, molto resistente sia alla manipolazione che all'aria, tanto da poter essere conservato per tutto l'inverno senza ausilio di tecniche particolari:

  • semplicemente, i grappoli di pomodori, legati con uno spago in modo da formare una treccia di 40 cm circa, vengono appesi in un locale chiuso ma ben ventilato.

La conserva di pomino si prepara bollendo e tagliando a tocchetti i pomodori e poi mettendoli ad asciugare dentro a dei sacchi di cotone.

Quindi, si prende la polpa del pomino e la si pone, ricoperta da olio evo, in un recipiente di vetro con tappo a vite.

Semina e raccolto

La semina del pomino avviene a Maggio, mentre la raccolta si fa generalmente ad agosto.

Degustazione

Il pomino può essere consumato fresco o elaborato al fine di produrre delle conserve, ma viene utilizzato anche per realizzare delle minestre e delle preparazioni da forno:

un esempio è dato dal Su pani cun tamatiga o Mustazzeddu o ancora Pratzida, una focaccia fatta con farina e semola di grano duro che viene farcita con questa varietà di pomodori e che è tipica della zona del Sulcis-Iglesiente.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

La "pera Camusina" denominata in lingua sarda "pira Camusina" e conosciuta anche come "Camusina precoce", è un frutto locale tipico del paesino sardo in provincia di Oristano appartenente alla regione storica del Montiferru.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la pera Camusina nella lista deiProdotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Tuttavia, l'area che interessa la produzione della pera Camusina copre i tutti i territori tra la provincia oristanese e quella nuorese.

La pera Camusina è un frutto conosciuto in tutta l'isola.

Citata in numerosi Condaghi medievali, la pera Camusina precoce è stata individuata dall'Istituto per lo Studio dei Problemi Bioagronomici delle Colture Arboreee Mediterranee del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche), come varietà tipica nell' anno 1985.

Successivamente, nel 1994 viene riportata dallo studioso Mario Agabbio nella sua opera edita da Delfino e intitolata "Le vecchie varietà della Sardegna".

La tradizionalità della pera Camusina è da ricercarsi nelle:

  • antiche tecniche di lavorazione e nella remota pratica di trasmettersi i semi di generazione in generazione.

Detta pratica avveniva perlopiù all' interno del "cerchio parentale".

Caratteristiche

Quello della pera Camusina è:

  • un albero resistente alla siccità con produttività alternante e fioritura intermedia.

I suoi frutti, raccolti a mano, arrivano a maturazione intorno alla fine del mese di Giugno, infatti, sono ricercatissimi per la loro precocità.

Proprietà organolettiche

Questa varietà di pera viene consumata solamente a "maturità" e si contraddistingue per la sua:

  • polpa bianca e soda;
  • la sua media succosità;
  • il suo aroma piacevole;
  • il suo gusto saporito.

Una varietà, la pera Camusina, in via di estinzione, che grazie ad alcuni coltivatori impegnati a "salvare" l'albero, oggi sta vivendo una seconda vita.

Varietà della pera Camusina

In Sardegna le varietà più conosciute sono:

  • la pera Camusina;
  • la pera San Domenico;
  • la pera Bau;
  • la pera Olzale.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta

Descrizione

Il melone in asciutto denominato in lingua sarda meloni de jerru, ovvero melone d'inverno, è un prodotto tipico dell'isola di Sardegna, una vera e propria specialità che da tempo immemore viene coltivato in asciutto nelle fertili terre della Marmilla.

Originario di Lunamatrona, questo tipo locale di melone, infatti, cresce senza essere irrigato e senza essere concimato e trattato.

Conservazione

Il melone d'inverno, infatti, dal momento della raccolta, che si svolge dalla fine del mese di agosto alla fine del mese di settembre, si conserva ottimamente fino al mese di febbraio.

I meloni in asciutto vengono stoccati nei magazzini che un tempo erano adibiti alla conservazione del grano.

Queste strutture avendo una temperatura costante tra i 16 e i 20 gradi sono di fatto le più idonee alla conservazione del frutto nel lungo periodo.

Una coltivazione tradizionale, quella di questo melone, viva anche grazie all'antica pratica contadina di conservare di anno in anno la semente.

Proprietà organolettiche

Caratterizzato da una gustosa polpa soda dall'aroma vanigliato e dal colore bianco-giallino, il melone in asciutto, rappresenta da sempre per gli autoctoni un'importantissima riserva di frutta fresca per la stagione invernale.

Il melone invernale si caratterizza per il suo ottimo gusto dolce e avvolgente, per la sua particolare forma oblunga e per la sua buccia liscia e di colore verde scurissimo con striature giallognole e marroni.

Tradizioni

Festeggiato con un'importante sagra, che da 21 anni si svolge ogni anno nel mese di settembre nel paesino di Lunamatrona, il melone coltivato in asciutto è un frutto immancabile nelle tavole natalizie dei sardi.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Gli anicini, conosciuti anche nel dialetto locale come "anicinus" o "anicinus sorresus", sono dei tradizionali biscotti, tipici della Sardegna, dalla forma allungata e dal caratteristico gusto conferito dai semi dell'anice.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito gli anicini nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Ingredienti

Ogni famiglia in casa custodisce la ricetta degli anicini che si possono preparare anche in casa senza difficoltà.

Gli ingredienti necessari per la preparazione degli anicini sono:

  • 4 uova;
  • 250 grammi di zucchero;
  • mezzo bicchierino di liquore;
  • 400 grammi di farina;
  • 100 gr di strutto morbido;
  • una bustina di lievito setacciato;
  • 30 gr di semi di anice;
  • se si vuole si possono aggiungere delle mandorle a pezzi o dell'uva passa.

Lavorazione

Iniziamo con la preparazione degli anicini, quindi per prima cosa bisognerà:

  • montare 4 uova con 250 grammi di zucchero e un mezzo bicchierino di liquore, finché l'impasto non sarà chiaro e spumoso;
  • si aggiugono poi, un cucchiaio alla volta, 400 grammi di farina 100 gr di strutto morbido e si continua a mescolare per amalgamare bene tutti gli ingredienti;
  • a questi si unisce una bustina di lievito setacciato e infine 30 gr di semi di anice, precedentemente lavati, asciugati e infarinati;
  • se si vuole si possono aggiungere delle mandorle a pezzi o dell'uva passa;
  • l' impasto andrà lavorato fino a renderlo omogeneo quindi, aiutandosi con le mani, si formano dei panetti allungati;
  • questi vanno posti nel forno caldo a 200-220°C per 30 minuti;
  • dopo questo tempo si tirano fuori dal forno e si lasciano raffreddare, quindi da ogni panetto si tagliano delle fette di circa 2 cm di spessore;
  • a questo punto si può decidere se lasciare le fettine morbide o se invece rimetterle nel forno, per pochi minuti, rigirandole a metà cottura perché si tostino diventando dorate da entrambi i lati.

Degustazione

Gli anicini dovranno essere croccanti e ideali per accompagnare, a fine pasto, un vino passito come una Malvasia o un moscato.

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