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Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Preparazione di pesci, molluschi e crostacei

Descrizione

La "bottarga di tonno sarda" è un prodotto pregiato della produzione sarda legata alla pesca.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la bottarga di tonno nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La bottarga di tonno sarda, viene chiamata in dialetto in molti modi diversi:

  • bottariga di tonno;
  • buttariga de tonnu;
  • buttarga de tonnu;
  • buttarla de scampirru.

Si tratta della "sacca ovarica" degli esemplari femminili di tonno, il cui sapore è forte e deciso, tanto che ne basta una piccola quantità per dar sapore ad un piatto.

La produzione di bottarga di tonno avviene soprattutto nelle zone lagunari dell'isola.

La zona del "Sinìs" è quella maggiormente interessata perché grazie alla sua posizione centro-occidentale è molto battuta dal vento di maestrale ed ha numerose aree stagnanti con acque salmastre.

La bottarga di tonno sarda più famosa viene da Cabras, una cittadina della provincia di Oristano, che per secoli ha mantenuto la propria economia sulla pesca.

Estrapolazione

In un ambiente salmastro ideale, vengono poste delle "peschiere" dove nel periodo a cavallo tra estate ed autunno le femmine di tonno si radunano per portare avanti la loro fase riproduttiva.

Dopo aver estratto dai pesci la sacca ovarica, essa viene salata per poi essere lasciata seccare a lungo.

Presentazione

Il risultato è la "bottarga":

  • di forma ovale;
  • di un colore che va dal dorato all'ambrato;
  • il suo profumo è davvero intenso;
  • il gusto deciso ha delle note aromatiche che ricordano le mandorle ed il muschio.

Ingredienti

L'ingrediente principale per la preparazione della bottarga di tonno sarda sono:

  • le uova di tonno.

Utilizzo

Normalmente la bottarga di tonno sarda viene apprezzata:

  • grattugiata per condire piatti di pasta, spaghetti soprattutto;
  • servita a fettine sottili come antipasto condita con poco olio di oliva.

Curiosità

In Sardegna la bottarga di tonno sarda, non è raro trovarla come ingrediente speciale sulla "pizza", elemento pregiato che rende ricco anche un piatto povero!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Preparazione di pesci, molluschi e crostacei

Descrizione

La "spinella" è la parte di carne del tonno staccata dalla spina e rappresenta un piatto prelibato della gastronomia sarda.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la spinella nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

La Sardegna, grazie al mare pescoso ed alle varie tonnare presenti nell'isola, è la regione che consuma il tonno in tutte le sue parti, dal lattume alle gonadi.

La lavorazione e la pulitura del tonno è una tradizione che viene tramandata di generazione in generazione e consiste nel:

  • separare la carne del tonno dalle spine;
  • per poi essere tagliata a strisce;
  • ricoperta di sale e fatta essiccare.

Conservazionde

La spinella, viene conservata principalmente in salamoia!

Ingredienti

Gli ingredienti per preparare questo prelibato piatto, sono:

  • spinella;
  • patate;
  • olive;
  • vino bianco;
  • olio extra vergine di oliva;
  • cipolla;
  • sale ;
  • pepe.

Preparazione

Per la preparazione inizia con:

  • mettere la spinella in acqua non salata e lasciala in ammollo per circa 12 ore;
  • trascorso il tempo di ammollo, sgocciola per bene la carne del tonno e mettila a bollire in acqua salata per 5/10 minuti;
  • toglila e quando si sarà raffreddata tagliala a pezzi;
  • prosegui con il pelare le patate e tagliale a spicchi.

Cottura

In una padella con l'olio, fai soffriggere:

  • la cipolla;
  • aggiungi la spinella;
  • le olive;
  • 1 bicchiere di vino bianco.

Fai sfumare e continua la cottura per qualche minuto.

Aggiungi poi:

  • le patate a spicchi;
  • aggiusta di sale e pepe;
  • continua fino a quando le patate saranno cotte.

Degustazione

La spinella è pronta per essere gustata, magari accompagnata da crostini di pane ed un buon bicchiere di Vermentino!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Preparazione di pesci, molluschi e crostacei

Descrizione

La "burrida alla casteddaia" è uno dei piatti che più interpreta il principio secondo cui per conoscere davvero un luogo e la sua cultura, bisogna vivere e mangiare come degli abitanti autoctoni della zona.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la burrida alla casteddaia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Anche chiamata "burrida alla cagliaritana" in italiano, la "burrida alla casteddaia", è infatti uno dei piatti più antichi e tradizionali della Sardegna, in particolare del cagliaritano.

Si tratta di un antipasto già cucinato ed apprezzato durante il basso Medioevo, preparato con:

  • il gattuccio di mare, ovvero il famoso pesce tipico per la sua forma da squaletto.

Il gattuccio di mare è un pesce molto versatile, preparato per tradizione sia in Sardegna che Liguria in moltissimi modi diversi e con vari ingredienti tipici.

La burrida alla casteddaia è quindi un piatto che rispecchia a pieno la cultura sarda ed in particolare della zona di Pula, ovvero un paesino balneare situato lungo la costa del Sulcis Iglesiente.

Ingredienti

L'ingrediente principale per la preparazione della burrida alla casteddaia è:

  • il gattuccio di mare;
  • noci;
  • spezie.

Preparazione

Il gattuccio viene tagliato a tronchetti per poi essere cotto in modo molto veloce, così da mantenere inalterate le proprietà nutrizionali e tutto il sapore del mare.

Si aggiungono poi:

  • le noci ;
  • spezie ed odori del luogo, per un risultato eccezionale.

Se volete poi assaporare a pieno la Burrida alla cagliaritana secondo la tradizione, scegliete di accompagnarla con striscioline di bottarga.

La burrida alla casteddaia è quindi un piatto da non perdere, perché molto buono e molto apprezzato sia dagli abitanti della zona che dai fortunati turisti.

Degustazione

Potrete infatti assaporarlo in quasi tutti gli agriturismi del Sulcis Iglesiente e nelle trattorie del cagliaritano.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Prodotti di origine animale

Descrizione

Il "colostro ovino" è un liquido bianco giallastro, secreto dalla ghiandola mammaria dal secondo trimestre di gravidanza, fino al quarto/quinto giorno dopo il parto.

Origine

Il  colostro detto anche primo latte costituisce il primo alimento del neonato.

Grazie al colostro, la pecora trasmette le proprie difese immunitarie al cucciolo, le quali lo proteggeranno nei primi mesi di vita.

Infatti, non è un caso se le numerose proprietà benefiche per bambini e cuccioli, sono contenute all'interno del colostro.

L'assunzione del colostro nei primi mesi di vita è fondamentale, sia per gli animali come per gli umani!

Utilizzo

Il colostro ovino, può essere anche impiegato in campo "medico" o "veterinario", per integrare una mancanza di colostro naturale, fondamentale per crescita.

Oltre a questi usi, il colostro ovino, può essere impiegato anche nella "gastronomia".

Nello specifico nella regione Sardegna si utilizza il colostro di pecora o capra per la preparazione di numerosi prodotti, come ad esempio:

  • il formaggio di colostro;
  • la ricotta di colostro.

Nonostante questi prodotti non abbiano una produzione particolarmente estesa e quasi esclusivamente su suolo regionale, rappresentano qualcosa di importante per l'alimentazione ed essendo derivati del latte ovino sono divenuti prodotti tradizionali sardi.

Il colostro ovino viene lavorato in particolar modo dai "pastori", oppure in caseifici di piccola entità, per la vendita ai turisti.

Proprietà nutritive

Il colostro ovino viene prelevato assieme al latte durante i primi giorni successivi al parto delle ovine (circa 4 o 5 giorni dopo), ed il risultato finale viene considerato una vera e propria prelibatezza, ricca di proprietà nutritive importanti per bambini e anziani.

Il colostro ovino contiene:

  • amminoacidi;
  • vitamine;
  • grassi;
  • sali minerali;
  • scarsa caseina e lattosio.
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

"Li frisjoli longhi", espressione dialettale per indicare le "frittelle lunghe sarde", chiamate anche "frisjolas", sono dei dolci fritti tipici del carnevale in particolar modo in Gallura.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito li frisjoli longhi nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Nel tempo i pasticceri galluresi hanno scelto di preparare queste delizie anche in estate e di organizzare sagre ad esse dedicate con l'obiettivo di farle conoscere ed apprezzare dai tanti turisti che affollano le coste sarde da Giugno a Settembre.

Ciò che contraddistingue queste frittelle è la dimensione:

  • una sorta di salsicce di piccolo diametro (3 o 4 centimetri), ma molto lunghe, fino a 2 metri.

La lunghezza è collegata fondamentalmente alla capacità contenitiva degli strumenti utilizzati per preparare e cuocere l'impasto.

Caratteristiche

Consistenza molto morbida e croccantezza esterna sono le due caratteristiche che non possono mancare in una frittella lunga.

Ingredienti

Gli ingredienti usati per la loro preparazione sono:

  • zucchero;
  • farina;
  • uova;
  • lievito sciolto in acqua calda;
  • sale;
  • scorza di agrumi.

E' importante che la preparazione dell'impasto avvenga in un ambiente caldo e che il pasticciere abbia una buona mano per impastare dolcemente ed a lungo tutti gli ingredienti.

Il passaggio della lavorazione a mano è fondamentale per dare morbidezza ai frisjoli longhi.

Cottura

La cottura in olio caldo dà un colore dorato invitante e nel servirle, i sardi hanno l'abitudine di metterle in un piatto formando una spirale e di aggiungere del miele sciolto per arricchirne il gusto.

Degustazione

Importante è consumare le frittelle ancora calde, per non perdere la consistenza croccante esterna e coglierne tutte le note aromatiche.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

I "pirikitos", detti anche "piricchittos" o "piricchitus", sono dei dolcetti tipici sardi, in particolare dell’area medio campidanese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i pirikitos nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

I pirikitos sono:

  • delle palline di pasta glassate con una ghiaccia allo zucchero.

I pirikitos, infatti, sono come dei piccoli biscotti dall’interno morbido e ripieno di pasta, anche se ne esiste anche una versione senza nulla dentro:

  • sono i cosiddetti "pirikitos ‘e entu".

Essi sono di dimensioni più grandi, ma ugualmente glassati all’esterno.

La glassa bianca di zucchero ed essenza di fiori d’arancio deve avere una consistenza quasi gommosa e filante.

Se presa tra le mani deve produrre, appunto, un filo flessibile e semi trasparente:

  • per questo viene chiamata "glassa a mesu filu", che letteralmente significa "che fa il filo", "che è filante".

Tradizioni

Questi dolci sono consumati specialmente nel periodo invernale, anche se, essendo una specialità sarda, sono molto amati anche dai turisti in tutte le stagioni dell'anno.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei pirikitos sono:

  • 400 g di farina;
  • 10 tuorli;
  • 10 cucchiai di olio di semi;
  • 2 cucchiai di zucchero;
  • 1 bustina di lievito per dolci;
  • 1 buccia grattuggiata di limone.

Gli ingredienti necessari per la preparazione della "glassa" dei pirikitos sono:

  • 600 g di zucchero;
  • 1 bicchiere di acqua;
  • essenza ai fiori di arancio.

Preparazione

Prendete una ciotola ed unite:

  • due cucchiai di zucchero con i tuorli;
  • lavorateli fino ad ottenere una crema omogenea;
  • continuando a lavorarli aggiungete lentamente l'uovo e poi la buccia gratuggiata di limone;
  • prendete la farina, il lievito e setacciate bene, poi uniteli al composto, al fine di ottenere un impasto da lavorare manualmente. 

Da questo composto, dovete:

  • staccare dei piccoli pezzetti e creare delle palline grandi quanto una noce;
  • su della carta da forno, depositate le palline e infornate con forno già caldo a 180 gradi, e lasciate cuocere per circa 15-20 minuti.

 Con i dolci in forno, procedete alla preparazione della "glassa", dovete quindi:

  • mettere lo zucchero in una padella, versate l'acqua e l'essenza ai fiori di arancio e portate a ebollizione fino a evaporazione;
  • passati circa 15 minuti di cottura, sul bordo della padella si formerà leggera linea bianca, che sarebbe zucchero rappreso;
  • a questo punto è necessario che, stando attenti a non scottarvi, versate una goccina di questa glassa su un indice e dovrete premerla con il pollice;
  • se staccando le due dita, si verrà a formare un filo lungo circa mezzo centimetro, a quel punto la vostra glassa sarà pronta.

Versare i pirikitos freddi all'interno della padella con la glassa e farli rotolare su ogni lato, quando deciderete che saranno ben "glassati", toglieteli dalla padella e lasciateli raffreddare.

I vostri pirikitos sono pronti per essere serviti!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria 

Descrizione

Le "pastine di mandorle", "pastissus" in dialetto, sono l'espressione perfetta della raffinatezza della pasticceria regionale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le pastine di mandorle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Il loro aspetto è così elegante che in passato erano i dolci da servire in occasione di eventi importanti, quali matrimoni ed altre cerimonie, così da avere cibo all'altezza dell'eleganza dell'evento.

Ingredienti

Gli ingredienti sono semplicissimi:

Le pastine di mandorle, sono preparate con:

  • una sfoglia esterna a base di farina e strutto;
  • un ripieno preparato con trito di mandorle, zucchero, liquore all'anice, uova e limone.

Il risultato è un dolcetto morbido e ricco di sapori.

L'aspetto è curato con una delicata glassa bianca, utilizzata per dar vita a meravigliose decorazioni.

Volendo è possibile preparare in casa le pastine di mandorle, avendo cura di scegliere bene gli ingredienti che devono essere di prima qualità per ottenere il giusto risultato.

Lavorazione

Per la sfoglia dovrai impastare insieme:

  • la semola;
  • lo strutto;
  • lo zucchero sciolto.

Una volta ottenuto l'impasto, dovrai ritagliarla con delle formine circolari e poi potrai cuocerla.

Lavorazione

Per il ripieno dovrai montare i tuorli d'uovo insieme allo zucchero.

Una volta montati i tuorli con lo zucchero, potrai aggiungere:

  • le mandorle;
  • il liquore;
  • la scorza tritata di limone;
  • lo zucchero;
  • gli albumi montati bene a neve a ferma.

Cottura

Riempi le formine di impasto con il ripieno così ottenuto ed inforna, ritieni cotte le pastine di mandorle quando avranno un aspetto dorato.

Infine, prepara la "glassa" con zucchero a velo ed il liquore e completa con la fantasia!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria 

Descrizione

La "pompìa intréa" è il dolce tipico della zona di Siniscola, nel Nuorese.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la pompìa intréa nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Territorio

Il legame di questo dolce con il territorio di Nuoro dipende dalle coltivazioni che si effettuano in zona.

La pompìa  intréa, infatti, è una varietà di "limone" che proprio a Siniscola trova le sue maggiori coltivazioni.

Ingredienti

Gli ingredienti principali per la preparazione della pompìa intréa sono:

  • limoni;
  • miele di fiori;
  • zucchero.

Presentazione

La pompìa intréa è caratterizzata da:

  • una forma piena di protuberanze nella buccia, tanto da sembrare una pietra lunare;
  • da un sapore  che è molto acidulo e forte, con un retrogusto amaro simile a quello del pompelmo.

La pompìa intréa è praticamente un "gigantesco candito" che viene preparato per occasioni importanti come:

  • compleanni;
  • ricorrenze speciali.

Preparazione

La parte più esterna della scorza, di un giallo acceso, viene eliminata lasciando solo la parte biancastra a contatto con la polpa.

Nella parte alta e nella parte bassa del frutto vengono poi praticati due buchi deputati all’estrazione della polpa.

La preparazione del candito gigante viene completata dalla glassatura esterna, in questo modo il frutto diventa, così, lucido e duro, quasi fosse fatto di vetro!

La scorza che era stata tolta viene utilizzata proprio per creare la "glassa".

Quest'ultima la otteniamo come segue:

  • fate bollire il miele e lo zucchero con la stessa scorza per un tempo che supera le 6 ore;
  • unite anche la polpa in questo preparato, in modo tale da non buttare nulla e da rendere molto più saporita e acidula la glassa.

Curiosità

Recenti studi dell'università di Sassari hanno confermato le proprietà antinfiammatorie e antibatteriche di questo prodotto.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria 

Descrizione

I "filindeu" o "su filindeu", che in dialetto significa "fili di Dio", sono una rara pasta tradizionale sarda, la cui origine affonda le radici nella storica Regione della Barbagia di Nuoro.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i filindeu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Anticamente, la zuppa di filindeu serviva a rifocillare i fedeli in pellegrinaggio al Santuario di Lula, tra le colline della campagna Nuorese.

Caratteristiche

Quest'antica pasta tipica, dichiarata "Presidio Slow Food", è fatta rigorosamente a mano con:

Filindeu ricetta

Lavorazione

Una volta creato l’impasto, le mani esperte delle casalinghe passano ad un complesso procedimento, che prevede l'utilizzo di un "canestro di asfodelo".

Tirando e sdoppiando l'impasto più volte, si crea un tessuto circolare di "fili sottilissimi", intrecciati e sovrapposti.

Questo disco di spaghettini finissimi viene fatto essiccare al sole ed in seguito spezzettato in modo grossolano.

su filindeu stesi su un canestro di asfodelo

Secondo la ricetta tradizionale, i filindeu vanno:

  • cotti nel brodo di pecora;
  • accompagnati da abbondante pecorino fresco acidulo.

Ingredienti

Per creare questo piatto delizioso, dobbiamo munirci dei seguenti ingredienti:

  • carne di pecora;
  • cipolle;
  • patate;
  • sedano;
  • prezzemolo;
  • pomodori secchi.

Preparazione

Per preparare i filindeu, comincia da un buon brodo di pecora, quindi prendiamo una pentola e mettiamo a lessare la carne insieme alle:

  • cipolle;
  • patate;
  • sedano;
  • prezzemolo;
  • pomodori secchi.

Cottura

Una volta uniti tutti gli ingredienti, lasciamo sul fuoco a fiamma dolce per 4/5 ore.

La cottura lenta renderà la carne tenerissima ed il brodo ancora più saporito.

Trascorso il tempo, cola il brodo e rimettilo sul fuoco.

Quando bolle, versa i filindeu a pezzetti di circa 2 centimetri e fai cuocere per tre minuti.

Degustazione

Servi ben caldo con pecorino sardo grattugiato.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria 

Descrizione

Il "pane pistoccu" è uno dei pani tipici dell' Ogliastra, una regione tipica della parte Centro-Orientale della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il  pane pistoccu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizioni

Un tipo di pane molto fino e molto particolare, che spesso viene prodotto in diverse varianti.

Lo spessore è il classico del pane sardo e l'ingrediente di base è la semola.

Il pane pistoccu è ottimo per la sua "lunga conservazione", difatti se andiamo indietro nel tempo, veniva utilizzato dai pastori durante la "transumanza" negli ovili lontando dalle loro case.

Caratteristiche

È un pane a lunga conservazione, ma basta un panno bagnato per poterlo rigenerare.

Infatti se troppo duro, può essere inumidito, questo gli permetterà di riassumere la fragranza tipica.

L'origine del pane pistoccu è ovviamente "povera", infatti era il tipico prodotto che le classi sociali meno abbienti consumavano.

E' un tipo di pane interamente lavorato a mano, e per questo il pane pistoccu può assumere volumi, spessori e forme diverse, ovvero:

  • rattengolare;
  • circolare;
  • schiacciata;
  • croccante;
  • porosa.

A seconda dell'impiego di una farina di tipo 00 oppure di una farina di tipo integrale, assumerà un colore diverso.

Solitamente ogni forma di singolo pane pistoccu ha una pezzatura di circa 30-40 gr.

Proprietà benefiche

L'università di Sassari ha effettuato degli studi sulle proprietà del pane pistoccu, ed ha confermato che questo tipo di pane è molto utile per poter diminuire l'incidenza delle malattie metaboliche.

Inoltre è più leggero rispetto al pane tradizionale:

  • questo è dovuto sia al metodo di preparazione che al metodo di cottura.

Ogni variante, dunque, può essere utilizzata durante una dieta ipocalorica oppure studiata appositamente per poter curare le malattie del metabolismo.

Curiosità

Erroneamente il pane pistoccu viene paragonato al più conosciuto pane "Carasau":

  • rispetto a questo prodotto, lo spessore della sfoglia è nettamente superiore anche se alcune proprietà organolettiche sono molto simili.

Ingredienti

Per realizzare questa prelibatezza da forno occorrerà munirsi dei seguenti e semplicissimi ingredienti:

  • 500 gr di farina di semola;
  • 500 gr di farina di grano duro;
  • 600 ml di acqua tiepida;
  • 15 gr di lievito madre o di birra;
  • 20 gr di sale disciolto.

Lavorazione

Cominciamo a preparare il nostro "impasto" per la preparazione del pane pistoccu, quindi:

  • munitevi di una ciotola abbastanza grande ed aggiungiamoci la farina;
  • procediamo inserendo il lievito precedentemente sciolto in acqua;
  • a poco a poco versiamo i 600 ml di acqua tiepida;
  • impastiamo gli ingredienti e d infine aggiungiamo anche il sale disciolto.

Una volta creata la massa, dovrete trasferirla su un tavolo e dovrete lavolarla al fine di ottenere un impasto liscio ed elastico.

A questo punto dovrete:

  • prendeee la massa e farla in 8 parti, ciascuna di egual peso e creare delle "pagnotte" che lascerete riposare per circa 15-20 minuti;
  • trascorso il tempo di riposo, stendiamo le pagnotte con un mattarello fino a raggiungere un diametro di circa 30-40 cm ed un altezza di 3 mm circa.

Una volta create le forme di pane, sarà necessario disporle tra gli strati di telo di lino oppure di cotone infarinati con la semola.

Procederete via via alla stessa maniera, ma prima di coprire con l'altro strato di telo, infarinerete la parte superiore del pistoccu.

Lievitazione

Siamo arrivati alla fase di lievitazione del pane pistoccu, quindi dovrete seguire i seguenti passi:

  • avvolgete il tutto in un telo di plastica;
  • successivamente risoprite con un panno o in alternativa una coperta di lana.
  • Sappiamo che in passato la lievitazione avveniva tra strati di tessuto di "orbace".

L'orbace

"L'orbace" era un tessuto di lana, ottenuto da una lavorazione antichissima!

Si suppone che i vestiti dei "soldati Romani" fossero composti da questo tessuto.

Pare che venisse creato tramite un processo di "follatura", ovvero di infeltrimento del tessuto, in modo tale da ottenere un panno molto più resistente ed anche "impermeabile".

Torniamo al processo di lievitazione che durerà da 1 a 3 ore in un luogo caldo ed asciutto.

Terminata la lievitazione, passerete alla cottura!

Cottura

Preriscaldate il forno a 250 gradi con all' nterno la "pietra refrattaria", è necessari raggiungere queste temperature, peratnto sarebbe opportune cuocere in un forno professionale.

Purtoppo a delle temperature più basse il pane pistoccu non si gonfia a pieno!

Non appena noterete che la massa si è gonfiata, avviene in pochi minuti, sarà opportuno:

  • togliere il pane dal forno;
  • stando attenti a non scottarsi con gli sbuffi di calore, grazie all'aiuto di un coltello dovrete tagliare la parte superiore da quella inferiore;
  • sovvrapporrete su di un vassoio rotondo, le 2 sfoglie con la parte ruvida verso l'alto;
  • coprirete le sfoglie con un telo ed in cima metterete un altro vassoio con dei pesi in modo da "schiacciarle";
  • andrete ad infornare le singole sfoglie in successione e procederete alla setssa modalità.

Lasciate che le schiacciate sotto ai pesi si raffreddino, poi accendete la funzione "grill" ed infornate per una leggera e classica doratura in superficie.

Finalmente il vostro pane pistoccu è pronto!

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

I "pistoccheddus de cappa", detti anche "pistoccus incappausu", sono dei dolci tipici della cucina sarda.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i pistoccheddus de cappa nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

I pistoccheddus de cappa sono fatti di pasta frolla e vengono creati grazie all'utilizzo di diversi tipi di farina.

Anziché avere il classico colore giallo, la quantità di zucchero e di albume d'uovo montato a neve gli dà una colorazione "bianca" dopo la cottura.

Le decorazioni che vengono utilizzate sono fantasiose: molti utilizzano delle palline colorate nere, come a dare la forma di diversi occhi.

Le varianti dei pistoccheddus de cappa sono infatti tantissime:

  • ci sono pistoccheddus a forma di cuori o di animaletti domestici come cani, gatti, uccellini o pecorelle.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della "pasta" dei pistoccheddus de cappa sono:

  • 350 g di farina di grano duro;
  • 350 g di farina 00;
  • 6 uova intere;
  • 6 tuorli;
  • un cucchiaio di strutto;
  • scorza di limone.

Invece, gli ingredienti per la preparazione della "glassa" sono:

  • 400 g di zucchero;
  • 6 albumi;
  • succo di limone.

Tradizioni

Il pistoccheddus de cappa è tipicamente Pasquale, proprio per questo motivo spesso vengono utilizzati i biscotti a forma di "colomba".

Una piccola curiosità riguarda anche la presenza di un uovo con il guscio:

  • questa variante veniva offerta ai bambini come se fosse un uovo pasquale.

Una tradizione rispettata dalla maggior parte delle famiglie sarde.

Una delle varianti più conosciute sono i pistoccheddus de cappa de Serrenti, un piccolo comune del sud della Sardegna.

In questa località il dolce viene ancora preparato da moltissime famiglie e viene considerato uno dei prodotti tipici della città.

Stando alla tradizione, Serrenti è stata una delle prime località a produrre questi dolcetti tipici della tradizione culinaria sarda.

In ogni località dei pistoccheddus de cappa vengono preparate diverse varianti, ma quella di Serrenti rimane la più conosciuta in tutta l'isola.

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria 

Descrizione

I "sos pinos" sono dei dolci tipici Sardi, in modo particolare della Gallura.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i sos pinos nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Questa terra caratterizzata da arbusti della macchia mediterranea e da molto vento, ha dato origine a un dolce che somiglia molto agli "struffoli napoletani".

I sos pinos prendono il loro nome dalle "pigne", poiché assomigliano al frutto di questo albero per la loro caratteristica forma con tante palline.

Sono dei dolci che vengono gustati specialmente a ridosso di festività, come Natale o Pasqua, ma nel Gallurese sono anche i dolci della Domenica, specie per le persone più anziane.

La tradizione sarda vorrebbe come grasso contenuto nei dolci non il burro, ma l'olio extra vergine d'oliva, che in un paesaggio mediterraneo è molto più comune.

Nonostante ciò noi proponiamo di seguito la ricetta che utilizza lo strutto come grasso, che conferisce un sapore particolare al piatto.

Ingredienti

Gli ingredienti per creare i sos pinos sono semplicissimi e facilissimi da trovare, stiamo parlando di:

  • 8 uova;
  • 1 kg di farina;
  • 150 gr di strutto;
  • 2 scorze di limoni grattuggiate;
  • 1 scorza di arancia,
  • 500 gr di miele;
  • confettini di zucchero colorati.

Ricetta

La ricetta dei sos pinos non è assolutamente difficile e li possiamo creare anche in casa nostra:

  • prendiamo la farina e mettiamola su un piano da lavoro;
  • pratichiamo un buco al centro della farina nel quale andremo ad inserire le uova;
  • iniziamo quindi ad impastare e ad amalgamare bene il tutto;
  • poco per volta aggiungiamo i 150 gr di strutto e continuiamo a lavorare l'impasto;
  • prendiamo le scorze di limone e quella della arancia, precedentemente grattuggiate, ed aggiungiamole al composto;
  • procediamo sempre mescolando ancora per 10 minuti;
  • se vedete che il composto ha una consistenza troppo "asciutta", non esitate ad aggiungere un pochino di acqua tiepida.

Lavorazione

Qui di seguito vi spieghiamo come lavorare a mano i sos pinos.

  • Una volta pronta la massa, dobbiamo lavorarla a mano dando forma a delle piccole "pigne";
  • prendiamo una padella, versiamoci dell'olio extravergine di oliva e lasciamolo riscaldare;
  • una volta raggiunta la temperatura adeguata per friggere, aggiungiamo le "pignette" di pasta e lasciamole friggere per qualche minuto;
  • mescoliamole di tanto in tanto fino a che non raggiungono una colorazione "dorata";
  • infine, scoliamole e riponiamole su un vassoio possibilmente ricoperto di carta assorbente.

Decorazioni

La "glassa" è il tocco finale che renderà i vostri sos pinos una vera e propria delizia.

Per realizzare la glassa, dobbiamo sciogliere insieme in un tegame i seguenti ingredienti:

  • miele di fiori;
  • zucchero;
  • piccoli pezzettini di buccia di arancia.

Una volta ottenuto un composto liquido, con l'aiuto di un cucchiaio, lo versiamo direttamente sulle nostre pignette lasciando che diventino "lucide" e "belle dolci".

Per renderle ancora più invitanti, potete utilizzare dei "confetti di zucchero colorati" che le trasformeranno in dolcetti davvero fantastici per grandi e piccini.

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