Seleziona la tua lingua

Regione: Sardegna
Tipologia di prodotti: Formaggi

Descrizione

Latticino derivante dalle tradizionali attività agricolo-pastorali dell'isola, la "ricotta di pecora" altrimenti detta anche "arrescottu spongiau" è uno dei prodotti tipici sardi più genuini e più apprezzati dagli amanti del formaggio fresco e delle produzioni casearie.

Certificazioni

L'arrescottu spongiau è stata anche inserita nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT), dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Presentazione

Lavorata secondo antiche tecniche tramandate di generazione in generazione giunge nelle nostre tavole con tutta la freschezza che la caratterizza.

Si tratta di una pregiata ricotta:

  • morbidissima;
  • dalla consistenza cremosa;
  • dall'intenso profumo di latte;
  • dal colore bianchissimo.

Esiste però anche la versione stagionata che tende ad assumere un colore giallo paglierino.

Origini

L'arrescòttu spongiàu viene prodotta da oltre un secolo, come testimoniato con orgoglio dalla gente del luogo.

La sua lavorazione si concentra in particolare nell'area del Basso Sulcis comprendente i comuni di:

  • Teulada;
  • Santadi;
  • Giba.

Tuttavia, i caseifici abbondano in tutto il territorio regionale, dove arrescottu spongiau occupa da sempre un posto di rilievo.

Non potrebbe essere diversamente, dal momento che la ricotta è l'ingrediente per eccellenza di molte rinomate preparazioni della cucina sarda, sia dolce che salata.

Ingredienti

Gli ingredienti primari per la preparazione dell'arrescottu spongiau sono:

  • siero di latte di pecora o capra;
  • sale.

Preparazioni

Prova a realizzare dei "ravioloni" con un morbido ripieno di questa ricotta aromatizzata con delle foglioline di mentuccia fresca;

  • cimentati nella preparazione delle "pardulas" altrimenti note come "formaggelle".

Si tratta di "paste tipiche della tradizione dolciaria sarda", preparate con:

  • una sfoglia croccante chiamata pasta violata;
  • a base di farina e strutto;
  • farcite con un cuore cremoso di ricotta aromatizzata con scorza di limone e zafferano.
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

Il "torrone di mandorle", conosciuto anche con il nome "turrone de mendula", è un prodotto dolciario tipico della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il torrone di mandorle nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Un tempo la sua preparazione era riservata alle donne, che si "facevano i muscoli" per cuocerlo poiché il torrone veniva lavorato per almeno 4 ore, fino a che il composto di miele e albumi, messo a cuocere a fuoco lento dentro il paiolo, non raggiungesse un colore biancastro.

Dopo questa lunga lavorazione, con la punta di un cucchiaio si prelevava una piccola quantità di composto per versarlo in acqua fredda:

  • se la massa non si scioglieva, venivano aggiunte le mandorle e si procedeva alla preparazione vera e propria del torrone.

Il prodotto veniva venduto durante le sagre paesane o nei mercati dagli uomini di famiglia.

Al giorno d'oggi, il lavoro per la preparazione del torrone di mandorle viene svolto da macchinari moderni, tuttavia, le materie prime rimangono le stesse: mandorle tostate, miele e albumi.

Il prodotto viene confezionato in panetti che possono variare dai 100 gr fino a 10kg.

Proprietà organolettiche

Il torrone di mandorle si caratterizza per:

  • il suo intenso profumo di miele e per il colore bianco.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del torrone di mandorle sono:

  • 500 g di mandorle;
  • 500 g di miele;
  • 2 albumi.

Preparazione

Per preparare in casa il torrone di mandorle , per prima cosa bisogna:

  • lessare 500g di mandorle, pelarle e asciugarle in forno per due ore;
  • in un tegame dal fondo pesante versate 500g di miele, incorporate due albumi e lavorate il composto a fuoco dolce per circa 4 ore;
  • verificate la consistenza del prodotto versandone una piccola quantità in acqua fredda, se non si scioglie, aggiungete le mandorle e continuate ad amalgamare;
  • versate il composto in stampi precedentemente foderati con ostia da pasticceria e lasciate raffreddare prima di servire.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carni fresche

Prelibatezza

Le "lumache", in dialetto "cioga minuta", "coccoiddus", "monzittas", sono un prodotto tipico della gastronomia sarda, una vera e propria "prelibatezza".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le lumache nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

In Sardegna il consumo di lumache risale alla preistoria, ne testimoniano il fatto i numerosi gusci ritrovati nelle grotte.

Nell'isola Sarda sono presenti tante varietà di lumache, tra le quali:

  • la "cioga minuta" ossia lumache piccole striate;
  • le "monzittas", lumache un pò più grosse caratterizzate dalla carne prelibata.

Questo piatto tradizionale sardo viene consumato soprattutto nei "periodi di festa".

Ricetta

Di seguito vi riportiamo la ricetta e gli ingredieti per cucinare le:

  • "lumache al sugo".

Le origini di questa ricetta non sono ben chiare.

Oltre alla denominazione locale Sitzigorrus cun bagna, questa pietanza è nota anche come:

  • lumache alla Cagliaritana;
  • lumache alla Campidanese;
  • lumache al pomodoro;
  • lumache del Gerrei;
  • lumache al sugo.

Forse il nome geografico più corretto è “alla campidanese”, in quanto possiamo dire con certezza che non è un piatto esclusivamente cagliaritano, essendo molto diffuso anche nella cucina della Trexenta.

Di certo, tutte le ricette hanno come base le lumache striate locali (più propriamente “chiocciole”) e la salsa di pomodoro.

Qualche differenza la si può trovare negli aromi e nelle spezie.

Ingredienti

Prima di cucinare le lumache bisogna farle spurgare, lasciandole per almeno 3/4 giorni in un contenitore con della farina sul fondo.

Trascorso il tempo, puoi iniziare la preparazione della ricetta.

Preparazione

Prendi le lumache e mettile in una pentola con acqua e sale, poi:

  • porta ad ebollizione per circa mezz'ora;
  • una volta uscite, dal guscio alza la fiamma e attendi ancora qualche minuto;
  • scolale e lavale con cura.

Cottura

In una padella capiente metti l'olio e l'aglio schiacciato, fallo rosolare e toglilo, in seguito:

  • taglia la cipolla e versala nella padella;
  • fai soffriggere e aggiungi le lumache ed il vino bianco;
  • fai sfumare, e mescolando versa il pomodoro;
  • aggiusta di sale ed aggiungi il peperoncino ed il prezzemolo.

Continua la cottura per circa 20 minuti.

Le lumache al sugo sono pronte!

Varianti

In questo articolo vogliamo proporvi una ricetta alternativa per cucinare le vostre lumache, ovvero:

  • le lumache gratinate alla sarda.

Ingredienti

Gli ingredienti che dovrete procurarvi per la preparazione di questo piatto che potete gustare come antipasto oppure come secondo piatto, sono:

  • 1 kg di lumache;
  • 1 spicchio di aglio;
  • 5-6 cucchiai di pan grattato;
  • mezzo bicchiere di olio extravegine di oliva;
  • prezzemolo;
  • sale fino q.b.

Preparazione

Le vostre lumache, potranno essere cucinate solo ed esclusivamente se avete concluso queste 3 fasi, ovvero:

  • una adeguata spurgatura;
  • un attento lavaggio;
  • una bollitura finale.

Iniziamo con la creazione delle lumache gratinate alla sarda, quindi:

  • in una ciotola unite il sale al pan grattato;
  • prendete una padella capiente e versatevi l’olio evo;
  • accendete il fuoco a fiamma medio alta e aggiungete le lumache precedentemente bollite;
  • incorporate 2/3 del prezzemolo e dell’aglio tritato;
  • continuate con la cottura facendo rosolare per qualche minuto.

Abbiate cura di rimestare continuamente, ma con delicatezza per non rovinare il guscio.

Gradualmente, a pioggia, amalgamate il pan grattato già salato continuando a rimestare.

Una volta creata la crosticina dorata spegnete il fuoco.

Prima di servire aggiungete la parte restante del trito di prezzemolo.

Vini

Le lumache gratinate alla sarda sono una pietanza prelibata da servire con un accostamento di vino adeguato, tra questi ultimi vi suggeriamo:

  • un buon vino Sauvignon black;
  • un Teroldego Rotaliano;
  • un Nuragus;
  • un Bardolino;
  • un Lacrima di morto D’Alba;
  • un Morro;
  • un Bovale DOC in purezza.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pasta fresca

Descrizione

Le "tallutzas", dette anche "orecchiette sarde", sono una tipica pasta fatta a mano, secondo un'antica ricetta.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le tallutzas nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Le tallutzas sono la versione sarda delle più conosciute "orecchiette".

Si distinguono da quelle classiche perché sono più grosse e più spesse.

Le tallutzas si preparano tradizionalmente a mano, con l'impiego di sola farina ed acqua.

L'impasto rustico e poroso le rende ideali per condimenti tipo ragù e sughi, ma sono molto apprezzate anche in brodo con verdure e legumi, specialmente con i ceci.

Ingredienti

Per preparare l'impasto delle tallutzas occorrono:

Si impastano le farine aggiungendo a poco a poco l'acqua già salata, fino ad ottenere un composto morbido, sodo e liscio.

Da questo impasto si stacca un pezzetto per volta ed utilizzando il pollice, lo si schiaccia per creare delle rondelle di 4-5 cm di diametro e 3-4 mm di spessore.

Cottura

Le tallutzas si cucinano come la pasta normale, in abbondante acqua salata.

Sono da ritenersi cotte, al dente, quando vengono a galla.

Richiedono circa 3-5 minuti di cottura, a seconda dello spessore.

Varianti

Le tallutzas si possono condire a piacere, anche se le preparazioni più indicate sono:

  • con sughi di carne;
  • con il ragù di magro;
  • con i ceci;
  • se le si vuole cucinare in brodo, di verdure o di carne, vanno cotte nel brodo stesso.

Sono un formato di pasta perfetto da utilizzare anche per arricchire le "zuppe di legumi":

  • lenticchie;
  • fagioli;
  • piselli.

In questo caso basta preparare una zuppa facendo cuocere, in padella, i legumi con abbondante cipolla e pancetta a cubetti ed aggiungervi la pasta semplicemente lessata.

Ricette

Alla nostre tallutzas fatte in casa, ci possiamo abbinare innumerevoli ingredienti.

In questo caso vogliamo proporvi due ricette semplicissime con prodotti genuini e di ottima qualità, ovvero:

  • tallutzas ai funghi porcini;
  • tallutzas al curry e pinoli.

Come preparare le Tallutzas ai funghi porcini

Ingredienti

Cominciamo con la prima ricetta, ovvero quella delle "tallutzas ai funghi porcini".

Gli ingredienti, per 4 persone, che dovrete procurarvi sono i seguenti:

  • 300 g di tallutzas;
  • 1 spicchio d’aglio;
  • olio extravergine di oliva;
  • 100 g di funghi porcini;
  • 1 mazzetto di prezzemolo;
  • 1 tazzina di sherry;
  • sale q.b.

Preparazione

Iniziamo con la preparazione delle tallutzas ai funghi porcini, quindi:

  • tagliate lo spicchio d'aglio in pezzetti e mettetelo in una padella con tre cucchiai di olio extravergine d'oliva;
  • allo stesso tempo, tagliate in piccoli pezzi il fungo porcino;
  • una volta che l'olio avrà raggiunto la temperatura giusta, versatelo nella padella con del prezzemolo tritato.

Prima che i funghi inizino a perdere l'acqua, aggiungete una tazzina di Sherry e lasciate evaporare l'alcol.

In una pentola, mettete a bollire l'acqua salata e aggiungere un filo d'olio.

Raggiunta l'ebollizione aggiungete le tallutzas e scolatele un minuto prima della fine della cottura per poi saltarle in padella con i funghi.

Servite in tavola con una grattugiata di pepe per valorizzare l’ intenso sapore del fungo porcino e il caratteristico gusto delle tallutzas.

La seconda ricetta che vi suggeriamo è quella delle tallutzas al curry e pinoli.

Come preparare le tallutzas al curry e pinoli

Ingredienti

Gli ingredienti, per 4 persone, necessari per la preparazione delle "tallutzas al curry e pinoli" sono questi:

  • 300 g di tallutzas;
  • 20 g di pinoli sgusciati;
  • 1 bicchiere di brodo di carne;
  • 2 cucchiaini di curry;
  • 2 cucchiai di latte;
  • 1 cipolla;
  • 200 ml di panna da cucina;
  • olio extravergine di oliva q.b.;
  • sale q.b.

Preparazione

La preparazione di questo primo piatto è altrettantro facile come quello che vi abbiamo proposto sopra, quindi dovrete:

  • pulire la cipolla e tagliarla a fettine sottili;
  • in un bicchiere stemperate il curry con il latte tiepido.

In una casseruola versate l’olio extravergine d’oliva e fate rosolare la cipolla per circa 5 minuti mescolando continuamente.

A questo punto unite il latte al curry e cuocere il tutto per 10 minuti.

Durante la cottura dovrete aggiungere:

  • il brodo caldo a cucchiaiate;
  • il sale;
  • i pinoli tritati grossolanamente;
  • la panna.

Mettete a bollire l'acqua salata e aggiungete un filo d'olio.

Raggiunta l'ebollizione aggiungete le tallutzas e scolatele un minuto prima della fine della cottura per saltarle in padella con il sugo e far insaporire la pasta per 3 minuti continuando a mescolare.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Prodotti da forno

Descrizione

Le "uciatìni" chiamate anche "focaccine agrodolci", sono tipiche della tradizione gastronomica sarda, con l'aggiunta dei "ciccioli di maiale".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le uciatìni nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Tradizione

In passato le uciatìni venivano preparate per festeggiare l'uccisione del maiale, un evento festoso che coincideva con l'inizio della stagione invernale e l'attesa delle Feste Natalizie.

Si preparavano anche per consumare i ciccioli avanzati dall'uccisione del maiale dell'anno precedente.

Ingredienti

Per preparare le focaccine sarde con i ciccioli occorrono:

  • 1 kg di farina 00;
  • 200 gr di zucchero semolato;
  • una porzione abbondante di uvetta candita;
  • la scorza di un paio d' arance;
  • un panetto di lievito di birra;
  • 250 gr di pezzetti di grasso di maiale, o ciccioli.

Preparazione

La tradizione prevede l'impasto fatto a mano, senza l'uso di planetarie o robot da cucina.

Per cominciare si deve:

  • stendere la farina a fontana, sul piano di lavoro, aggiungendo il lievito stemperato in acqua tiepida al centro;
  • si impasta a mano, aggiungendo, a poco a poco, tutti gli ingredienti;
  • si ottiene una palla di pasta morbida, soda e liscia;
  • a questo punto si divide l'impasto in tante palline grandi quanto un pugno;
  • le sistemiamo in una teglia lasciandole lievitare coperte da un canovaccio umido, fino a quando raddoppiano di volume.

A questo punto, al termine della lievitazione, si schiacciano con le dita le palline di impasto, per dar loro la forma di focaccine.

Non è importante renderle perfette:

  • le uciatìni sono famose per la loro "forma rustica", grossolana!

Cottura

Si infornano a 180° per 25-30 minuti.

A piacere, si possono decorare con zucchero a velo o semolato in superficie.

Varianti

Vogliamo presentarvi una "ricetta alternativa" a quella "tradizionale" delle uciatìni.

Gli ingredienti sono diversi per dare un sapore più deciso alle vostre focaccine!

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della sfoglia delle uciatìni con cipolla e forgaggi sono:

  • 2 kg di farina;
  • 50 g di strutto;
  • acqua tiepida;
  • sale q.b.

Per quanto riguarda il ripieno delle uciatìni con cipolla e forgaggi abbiamo:

  • 1 kg di cipolle bianche già pulite;
  • 1 kg di ciccioli di maiale;
  • 100 g di pecorino fresco;
  • 50 g di Parmigiano Reggiano;
  • 3 patate grandi;
  • noce moscata q.b.;
  • sale q.b.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione, quindi:

  • preparate il ripieno tagliando le cipolle finemente e lasciandole in ammollo in acqua fredda per circa 30 minuti (abbiate cura di sostituirla 3 o 4 volte);
  • una volta scolate le cipolle, date inizio alla loro cottura in un tegame, fatele cuocere con un filo di olio extravergine, a fiamma bassa;
  • coprite il tegame con un coperchio e continuate la cottura per molto tempo (anche 2 ore) fino a che non si saranno ammorbidite.

A questo punto, passate alle patate, ovvero:

  • lavatele sotto acqua corrente per togliere possibili residui di terra;
  • mettetele in un tegame con dell'acqua al fine di lessarle;
  • infine, una volta lessate, togliete la buccia e con l'aiuto di una forchetta procedete a schiacciarle ancora calde.

Ora dovrete unire i vari ingredienti e quindi prendete:

  • i ciccioli di maiale;
  • il pecorino grattugiato finemente e il Parmigiano Reggiano;
  • unite le cipolle con la noce moscata;
  • infine regolate di sale.

Passiamo alla preparazione della sfoglia.

Riponete la farina su di un piano di lavoro e disponetela a fontana, poi:

  • impastate con lo strutto a temperatura ambiente unendo poco alla volta l’acqua tiepida leggermente salata;
  • si dovrà creare un impasto molto sodo ed elastico.

Una volta raggiunto l'impasto ideale, prendetelo e con l'aiuto di un mattarello cominciate a stendere una sfoglia che dovrà essere molto sottile (fate attenzione a non affinarla troppo, altrimenti si potrebbe rompere).

Ora, che avete la vostra sfoglia bella pronta, potete pensare di farcirla con il ripieno che avete creato in precedenza!

Formate delle focaccine della grandezza desiderata e tagliatele con l'aiuto di una rotella.

Chiudete i bordi ripiegandoli su se’ stessi fino a formare una treccina.

Cottura

Con forno preriscaldato a 180 gradi, fate cuocere le vostre focaccine per circa 30-40 minuti, attenzione perchè non devono colorarsi troppo.

Una volta trascorso il tempo di cottura, potrete toglierle dal forno e lasciarle raffreddare un attimino prima di assaporarle!

Buon appetito!

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

Le " tiliccas" o "caschettas", sono degli antichi dolci sardi, che presentano un cuore di mandorla molto morbido, che conferisce al prodotto un profumo ed un sapore indimenticabile.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le tiliccas nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La preparazione delle tiliccas é abbastanza lunga e complessa, ed il ripieno varia in base alla zona:

  • c'è chi mette solo mandorle;
  • chi anche spezie;
  • chi uvetta;
  • chi mosto cotto o caffè.

La pasta esterna delle  tiliccas è molto simile, molto sottile, quasi trasparente, avvolge il morbido e gustoso ripieno.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione delle tiliccas sono:

  • 500 g di farina;
  • 120 g di strutto;
  • acqua q.b.;
  • sale q.b.;
  • Per il ripieno:
  • 400 ml di sapa;
  • 120 g di zucchero o miele;
  • semola;
  • scorza di arancia o limone;
  • caffè o spezie a piacere.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione delle tiliccas, pertanto dovrete cominciare a:

  • pelare le mandorle e tostarle;
  • poi passatele in forno e schiacciatele, se necessario unire la farina di semola per assorbire l'olio che uscirà durante il processo.
  • passatele al mixer, per ottenere una consistenza molto fine;
  • prima però si dovrà aver cura di sbollentarle, al fine di eliminare la buccia più agevolmente.

Nel frattempo preparate "l'impasto" della sfoglia esterna delle tiliccas, quindi:

  • mettete sulla spianatoia farina, sale e acqua tiepida, unendo lo strutto intiepidito;
  • lavora gli ingredienti fino a ottenere un impasto morbido e si fa poi riposare per circa 30 minuti, avvolto in una pellicola;
  • il ripieno sarà preparato con la sapa, tipico succo d'uva ottenuto dal mosto appena cotto, messa in un pentolino con le mandorle, il caffè e lo zucchero e lasciata insaporire.

Con il ripieno così ottenuto riempi delle strisce di pasta di circa 15 cm per 4 cm, ottenute con il coltello o con una rotella dentata.

Inforna poi in forno ventilato a 170°C, finchè la pasta non si asciuga e assume un colorito chiaro.

Guarnisci poi con granella colorata e servi.

Degustazione

Assaggerai le tiliccas belle fragranti e deliziose, che verranno gradite da grandi e piccini.

Le tiliccas si mantengono per diversi giorni, soprattutto se coperte con un canovaccio e conservate in un recipiente.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali

Descrizione

"Appio" è il nome con cui i sardi si riferiscono alla "pianta del sedano" nel loro dialetto.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'appio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Le raccolte di appio iniziano dalla metà di Agosto e si protraggono fino ai primi geli.

La conservazione del sedano rapa, avviene:

  • in celle frigorifere, senza subire alcun trattamento;
  • si protrae per un periodo di 4-5 mesi.

La commercializzazione del sedano rapa ha inizio con la metà del mese di Agosto e prosegue fino a Marzo.

Tradizioni

Per i sardi tutti gli alimenti sono simbolici o addirittura sacri:

  • per questo motivo ogni piatto rimanda ad un particolare momento dell'anno o della vita e spesso viene consumato per ottenere qualcosa.

Ad esempio, i sardi, considerano l'appio un alimento estremamente "afrodisiaco".

Nell'antichità veniva servito a tavola in grande quantità in favore degli uomini che dovevano provvedere a creare una prole.

E' possibile che se ti trovi in Sardegna, non vedrai mai un uomo sardo accettare questo tipo di cibo per incrementare il proprio desiderio sessuale.

Per il "noto orgoglio tipico" della gente del luogo, al contrario, è probabile che ti venga offerto insieme a formaggio, salumi e pane.

Contrariamente a quanto si pensa, i sardi sono molto ospitali!

Prprietà

Includere l'appio nella tua alimentazione, può farti solo che bene!

Scopriamo insieme solo alcune delle innumerevoli proprietà salutari e benefiche dell'appio per il nostro organismo!

"Favorisce la perdita del peso" in quanto è composto per il 95% di acqua ed è povero di calorie per ogni 100 grammi il sedano di calorie ne ha solo 16), è quindi raccomandato per le persone che soffrono di "obesità".

"Agevola l'andare di corpo" in quanto agisce come un "potente lassativo":

  • contiene importanti quantità di "fibre", che si attivano come fossero delle spugne, raccogliendo le tossine dalle pareti intestinali per far scorrere le feci molto più facilmente.

La presenza di alcune molecole, quali fenolo e inositolo, migliorano l'attività gastrointestinale, riducendo notevolmente la presenza di gas.

"Aumenta la diuresi", infatti da diversi studi condotti, si è scoperto che l'appio contiene "selenio", "limonene" e "asparagina", ovvero "olii" che funzionano come "stimolanti per un’attività ottimale dei reni":

allo stesso modo anche il "potassio" e il "sodio", insieme agli altri elementi, contribuiscono al processo di "rimozione di eccesso di liquido" nel corpo.

È bene però, prestare attenzione al consumo di questo ortaggio nel caso in cui si soffra di" malattie renali", poiché alcune sostanze contenute nel sedano possono risultare "irritanti per i reni".

"Proposto l'utilizzo in malattie infiammatorie" come ad esempio:

  • asma;
  • artrite;
  • ischialgia;
  • bronchite;
  • gotta.

Alcuni fitonutrienti in esso contenuti sono inoltre validi alleati contro "l'ipertensione" perché interagiscono con alcuni ormoni che regolano la pressione del sangue.

"Calma il sistema nervoso", il suo "estratto" contiene un "alcalino minerale", che è un componente che ha un effetto "sedativo e rilassante" che si riflette direttamente sul sistema nervoso.

Si tratta di un aiuto eccellente per tutte quelle persone che hanno sofferto e soffrono di problemi di insonnia.

Proprio per questi motivi, sarebbe opportuno bere almeno un bicchiere di estratto o succo di sedano ogni sera, preferibilmente un'ora prima di andare a letto.

Per poterne sfruttare tutte le proprietà benefiche dell'appio, l'ideale è consumarlo "crudo", ma anche "cotto al vapore".

L'importante è evitare le cotture troppo prolungate.

Degustazione

In Sardegna si utilizza questo prodotto vegetale in diversi buonissimi piatti tipici appartenenti alla tradizione:

  • il sedano è particolarmente adatto come "base per il brodo";
  • utilizzato all'interno di una "farcia per l'agnello";
  • le zuppe di erbe selvatiche e di ortaggi vedono l'appio come uno degli "ingredienti fondamentali".
Regione: Sardegna
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati 

Descrizione

Il "grano cotto" o "trigu cottu" (come viene chiamato nel dialetto sardo), è un tipico dolce preparato in alcune località della Sardegna, a base di grano e saba, cioè il "vin cotto".

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il grano cotto nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Simbologia

Fin dall' antichità il grano rappresenta un alimento basilare, la sua coltivazione affonda le origini nei millenni, ed è da sempre considerato "simbolo di fertilità".

Per questo motivo, secondo la tradizione, il grano cotto viene preparato in occasione del nuovo anno ed offerto come augurio di "prosperità e salute".

La sua preparazione infatti comincia il 31 Dicembre, per salutare simbolicamente l'anno vecchio e per festeggiare il Capodanno.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per creare il grano cotto sono:

Ricetta

Per preparare la ricetta del grano cotto, scegli:

  • del grano a chicchi, meglio se tenero e di qualità;
  • lascialo in ammollo con acqua fredda per un giorno intero, cambiando l'acqua ogni tanto.

Cottura

  • Il giorno seguente, dopo averlo risciacquato, mettilo sul fuoco (la quantità giusta d' acqua per mezzo kg di grano è di 5 litri);
  • una volta che l'acqua bolle, abbassa la fiamma e continua la cottura per circa un’ora e mezza, senza mescolarlo (per abbreviare i tempi puoi utilizzare una pentola a pressione);
  • a cottura ultimata, spegni il fuoco e copri la pentola con una coperta;
  • lascia riposare il tutto per almeno una notte;
  • il giorno dopo, scola il grano cotto in un recipiente e unisci la saba, mescolando a lungo affinché il grano lo assorba completamente.

Conservazione

Puoi conservarlo in frigorifero fino ad una settimana.

Ricetta

Vi proponiamo la ricetta di una zuppa, nella quale il gra

  • la "zuppa di grano cotto".

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della zuppa di grano cotto sono semplicissimi da recuperare, ovvero:

  • 800 g di grano;
  • 250 g di pancetta affumicata;
  • 300 g di finocchietto selvatico;
  • 3 00 ml di latte;
  • 1 mazzetto di prezzemolo;
  • 1 spicchio di aglio;
  • 1 cipolla;
  • 2 cucchiai di conserva di pomodoro;
  • 100 ml di olio extravergine di oliva;
  • pepe q.b.;
  • sale q.b.

Preparazione

Iniziamo con la preparazione della zuppa di grano cotto, quindi:

  • lasciate a bagno il grano per una notte;
  • il giorno seguente, fatelo bollire in una pentola con abbondante acqua salata per circa 10 minuti;
  • in un mixer, tritate la pancetta con l'aglio, la cipolla e il prezzemolo;
  • prendete una padella e create un soffritto con il trito appena creato ed un goccio di olio extravergine di oliva.

A questo punto, dovrete:

  • unire al soffritto la conserva di pomodoro e proseguite nella cottura per 20 minuti;
  • aggiungete il grano con circa 1,5 l della sua acqua di cottura;
  • aggiustate a piacere di sale e pepe.

Nel frattempo:

  • lavate e tritate il finocchietto selvatico e versatelo nella pentola dove sta cuocendo il grano;
  • coprite e continuate la cottura per altri 20 minuti circa.
  • Al termine il grano dovrà risultare ben rigonfio e cotto.

Un’ultima accortezza, 10 minuti prima di togliere la pentola dal fuoco, versate il latte e date una bella mescolata.

Spegnete il fuoco e passati i 10 minuti, la vostra zuppa di grano cotto  sarà pronta per la degustazione!

Regione: Sardegna  
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati |  

Descrizione

 Il "piru ruspu", è una specie di pero che cresce in Sardegna, nella zona della Gallura, ed è stato inserito dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), ma sta rischiando purtroppo di scomparire.

Coltivazioni

La zona di coltivazione è molto ridotta, e proprio per questo i contadini Galluresi stanno cercando di intensificarne la produzione per mantenere in vita lo squisito frutto regalato dall'albero.

L'albero del piru ruspu è poco rigoglioso e produce in stagione tardiva un piccolo numero di frutti.

Caratteristiche

La pera di quest'albero ha:

  • una forma quasi sferica;
  • è di dimensioni piuttosto grandi;
  • ha una buccia molto spessa e ruvida, per questo eliminata e non mangiata;
  • la polpa è bianca, poco succosa ma molto gustosa;
  • la sua consistenza è dura e dalla tessitura grossolana. 

Le caratteristiche del piru ruspu sono particolari e sensibilmente diverse da altre specie di pere più comuni, inoltre non avvizziscono facilmente una volta raggiunto il loro punto di maturazione.

Pur essendoci alcuni frutteti che conservano in vita gli alberi del piru ruspu, la Gallura resta il territorio per eccellenza di questa specie, tanto che la storia del piru ruspu è proprio legata a quella degli ultimi 50 anni di quest'area della Sardegna.

Degustazione

Forse il detto:

  • "al contadino non far sapere quanto è buono il formaggio con le pere", è nato proprio in Gallura.

Qui la tradizione di pecorini freschi e stagionati ben si sposa con il sapore deciso di questo tipo di pera, la cui consistenza la rende perfetta in abbinamento ai formaggi sardi.

Puoi usare sia fettine di pera fresca che la sua confettura per esaltare un antipasto a base di formaggi.

Regione: Sardegna  
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati |  

Descrizione metri

 Il "timo cedrato" chiamato in dialetto "armidda" o "armitta", è una pianta spontanea endemica, appartenente alla cultivar Labiatae, che cresce in abbondanza in Sardegna, in particolare 800 metri sopra il livello del mare.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il timo cedrato nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Si tratta di un arbusto sempreverde con:

  • foglie piccole, oblunghe e molto profumate;
  • i fiori crescono riuniti in spiga, hanno un colore rosa porpora e presentano una forma a calice con corolla bilabiata.

Di questa pianta si utilizzano le foglie più tenere e le sommità delle spighe fiorite, che possono essere usate sia fresche sia essiccate.

La raccolta dell' armidda si concentra nei mesi estivi.

Utilizzo terapeutico

Il timo cedrato viene usato in cucina, come "pianta aromatica", e nella fitoterapia, per la preparazione di estratti o di decotti.

Le sue proprietà terapeutiche sono molteplici, l'essenza di timo cedrato viene usata come:

  • antibiotico;
  • antiparassitario;
  • diuretico;
  • per lenire tosse secca e grassa;
  • raucedini;
  • bronchiti;
  • astenia;
  • amenorrea;
  • spossatezza;
  • meteorismo;
  • asma.

Utilizzo culinario

L'impiego culinario è molto diffuso, soprattutto per:

  • la preparazione di piatti di carne (in particolare, coniglio e montone);
  • di selvaggina;
  • di pesce;
  • insaporire le verdure;
  • insaporire alcune salse, comprese quelle a base di pomodoro;
  • aromatizzare il pecorino sardo a latte crudo.

Ricette

Vogliamo proporvi due ricette che hanno come ingrediente speciale il timo cedrato ovvero:

  • la rana pescatrice al timo cedrato;
  • la torta di limone e timo cedrato.

Ingredienti

Gli ingredienti, per 4 persone, utilizzati nella preparazione della rana pescatrice al timo cedrato sono:

  • 1.5 kg di coda di rana pescatrice fresca;
  • timo cedrato fresco q.b.;
  • pangrattato q.b.;
  • 2 spicchi di aglio;
  • Parmigiano grattugiato;
  • sale q.b.;
  • pepe q.b.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione della rana pescatrice al timo cedrato, quindi:

  • lavate ed asciugate la coda della rana pescatrice, preferibilmente privata della pelle.

Preparate la panatura con:

  • pane;
  • un cucchiaio di Parmigiano;
  • il timo cedrato tritato finemente;
  • aglio privato dell’anima e tritato finemente;
  • sale;
  • pepe;
  • un filo d’olio extravergine di oliva.

Prendete una pirofila e ungetela leggermente, poi:

  • cospargete la panatura in tutta la teglia e adagiatevi il pesce intero;
  • spolverate con la restante panatura e condite con un’altro filo d’olio.

Procedete con la cottura in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 30 minuti.

A piacere, se volete, potete servire la vostra rana pescatrice al timo cedrato con:

  • patate al forno oppure verdure cotte.

Passiamo alla preparazione della "torta di limone e timo cedrato"!

Ingredienti

Gli ingredienti necessari nella preparazione della torta di limone e timo cedrato sono:

  • 250 g di farina di tipo 1;
  • 150 g di zucchero di canna integrale;
  • 200 ml di latte di mandorla;
  • 2 limoni;
  • 2 cucchiaidi olio di girasole;
  • 1 cucchiaio di timo cedrato fresco;
  • 1 bustina di vaniglia in polvere;
  • 1 bustina di lievito.

Preparazione

Iniziamo la preparazione di questa torta deliziosa, quindi:

  • setacciate la farina e unite lo zucchero di canna;
  • in una ciotola grattugiate la scorza di limone e poi spremetelo;
  • aggiungete spremuta e scorza alla farina;
  • successivamente dovrete aggiungere al composto l'olio, la vaniglia, il lievito ed il timo cedrato.

A questo punto mescolate bene il tutto affinchè gli ingredienti si mescolino in maniera omogenea.

Ora, aggiungete un goccio di latte di mandorla e seguite sempre mescolando.

Munitevi di uno stampo per torte, ungetelo sia alla base che sulle pareti e versate il composto creato nella teglia.

Con forno preriscaldato a 200 gradi, infornate la vostra torta di limone e timo cedrato e lasciate cuocere per 40 minuti.

Per capire se la torta è giunta alla cottura ideale, pungete la torta con il solito stuzzicadenti!

Una volta pronta, toglietela dal forno e lasciatela raffreddare.

Utilizzo casalingo

Oggi, così come nell'antichità, il timo cedrato viene usato anche per:

  • profumare gli ambienti;
  • profumare i cassetti della biancheria;
  • rimuovere odori sgradevoli come quelli di muffe o del latte rancido.

Liquore

Inoltre, dall'armidda si ricavano dei liquori digestivi con una gradazione alcolica pari a circa 31°.

Regione: Sardegna  
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati |  

Descrizione

Coltivato in una terra di sapori e di profumi che conquistano, il "melo Noi unci" denominato nell'isola anche "melappia", "melappiu" ed "appio", è un albero che crea una gustosa "mela" asimmetrica, caratterizza per la sua buccia liscia, di colore verde chiaro con chiazze translucide, di spessore medio e piuttosto cerosa.

Certificazioni

Essendo il frutto di un metodo di lavorazione e di conservazione tradizionale, quindi protratto nel tempo, il melo Noi Unci su proposta della regione Sardegna si fregia del prestigioso titolo conferitogli dal Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, di Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT).

Caratteristiche

La mela del melo Noi Unci è un frutto tutto da scoprire per il suo ineguagliabile profumo ed il suo sapore inconfondibile!

La mela del melo Noi Unci è:

  • una varietà di mela di medie dimensioni, di colore prevalentemente verde;
  • ha una forma appiattita;
  • la buccia spessa, di colore giallo verde con striature rosse sul 40% della superficie.
  • la sua polpa presenta una succosità media;
  • la polpa è di colore bianco crema, soda, succosa e aromatica, piuttosto acidula e poco dolce;
  • si distinguono note aromatiche ed un sapore intrigante.

La mela Noi unci, non è bellissima da guardare:

  • l'albero è di media altezza, un po' tozzo e con fronde larghe;
  • la maturazione avviene a partire dalla terza decade di Luglio e lo si coltiva praticamente in tutta la Gallura.

Proprietà

La mela Noi unci è davvero particolare, 100 g di mela Noi unci contengono:

  • 85 g circa di acqua;
  • 2 g di fibre.

Per quanto riguarda gli 11 g circa di "zuccheri", si possono distinguere:

  • fruttosio;
  • glucosio;
  • saccarosio.

Invece, per quanto concerne i "sali minerali", che sono circa 4 g troviamo:

  • potassio;
  • zolfo;
  • fosforo;
  • calcio;
  • magnesio;
  • sodio;
  • ferro;
  • tracce di rame, iodio, zinco manganese, e silicio.

Infine queste mele, sono ricche anche di "vitamine", quali:

  • C, PP, B1; B2 e A.

Origini

Questa varietà di mela è coltivata regolarmente nei territori dell'alta Gallura almeno da un secolo.

La presenza del melo Noi unci sul territorio sardo è infinitamente più “antica”.

Non si conoscono esattamente le sue origini, ma gli studiosi ritengono che la presenza della mela Noi unci, nel nord della Sardegna esista da almeno due millenni.

La sua nascita e il suo sviluppo si possono accostare a quelli della "Melannurca campana", frutto che presenta caratteristiche estetiche e organolettiche simili, al punto da far ritenere ad alcuni esperti di genetica che, queste due varietà di mela possano avere un unico antenato comune nella Malus domestica, nota nell'antica Grecia già nel IX secolo a.C. 

Un albero tipico di media vigoria, capace di una produttività elevata e dalla fioritura tardiva.

Vero è, che nonostante l'alta resa, la produzione della mela del melo Noi Unci è alternante.

La mela del Noi unci è un frutto tradizionale della Sardegna, presente nei territori Galluresi perlomeno da 50 anni.

La tradizionalità della coltivazione è da ricercarsi nella sua "presenza in vecchi frutteti", dove è ancor oggi possibile ritrovare esemplari d'albero in produzione.

 In cucina

Vogliamo proporvi una ricetta dolce, a base di mele Noi unci, ovvero:

  • la torta di mele Noi unci.

Ingredienti

Gli ingredienti utilizzati nella preparazione della torta di mele Noi unci sono:

  • 2 mele Noi unci;
  • 100 g di zucchero di canna integrale;
  • 2 uova;
  • 100 g di semola;
  • 100 g di farina 00;
  • 50 g di burro;
  • 2 cucchiai di latte;
  • un pizzico di sale;
  • 1 cucchiaio di lievito per dolci
  • zucchero a velo q.b.

Preparazione

Cominciamo con la preparazione della torta di mele Noi unci, quindi iniziate con preriscaldare il forno a 180 gradi, poi:

  • lavate le mele Noi unci, sbucciatele e tagliatele a fettine sottili;
  • prendete una ciotola nella quale andrete a mettere le uova, lo zucchero di canna, il sale, il burro sciolto, il latte;
  • cominciate a mescolare gli ingredienti per bene, aiutandovi con una frusta;
  • a questo punto aggiungete le mele Noi unci che avete precedentemente frullato e continuate a mescolate ancora.

Aggiungete la farina, la semola ed il lievito, amalgamate bene.

Nel frattempo prendete una tortiera e ricopritela con della carta da forno, poi:

versate l’impasto all’interno e appiattite bene;

procedete con la cottura e quindi infornate per 45 min.

Una volta che la torta di mele Noi unci sarà pronta, spegnete il forno, apritelo e lasciatela riposare per 120 minuti.

Infine, prima di servire, spolverate la torta con lo zucchero a velo!

La vostra torta di mele Noi unci è pronta per essere gustata da grandi e piccini!

Buon appetito!

Regione: Sardegna  
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati |  

Descrizione

Le "mandorle Arrubia" e le varietà più conosciute in Sardegna sono la Cossu, la Olla e la Schina de Porcu

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le mandorle Arrubia nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Il mandorlo, coltivato nell'isola fin dall'antichità, caratterizza tutto il paesaggio della Sardegna.

Le prime colture specializzate risalgono ai primi del 1900 e furono incoraggiate dal Ministero dell'Agricoltura più che altro nell'entroterra cagliaritano e nel territorio di Sanluri.

Proprio nel Novecento il mandorlo è stato di fatto il "fruttifero" maggiormente coltivato in Sardegna.

Il declino di questa coltura inizia a partire dagli anni Cinquanta, questo nonostante l'isola sia al terzo posto nella produzione di mandorle dietro la Sicilia e la Puglia.

Caratteristiche

Le mandorle Arrubia sono una qualità di mandorle dolci adatte all’utilizzo in pasticceria.

Gli alberi su cui le mandorle Arrubie crescono sono vigorosi a portamento tendenzialmente assurgente:

  • i rami sono robusti;
  • le foglie sono grandi con una lunghezza di circa 7 cm;
  • la larghezza è media con un forma ellittico-allungata;
  • i fiori piuttosto grandi;
  • i petali sono bianchi, con unghia rossastra.

Le mandorle in guscio si presentano:

  • lunghe in media 3,9 cm;
  • spesse 1,8 cm;
  • con un peso di circa 7 gr.

I semi sono:

  • dolci e di forma ellissoidale allungata;
  • lunghi in media 3 cm;
  • larghi 1,7 cm;
  • spessi 7 cm.

La mandorla Arrubia è molto apprezzata dagli agricoltori per:

  • la sua produttività;
  • la costanza della fruttificazione;
  • la sua rusticità;
  • le sue caratteristiche organolettiche.

Varietà

Le mandorle Arrubia, oltre ad essere le più comuni della Sardegna, sono anche le più antiche, tra queste distinguiamo:

  • Cossu;
  • Olla;
  • Schina de Porcu.

Nell'isola le mandorle vengono consumate sia tostate che crude, e vengono impiegate in vari modi:

  • tagliuzzate;
  • intere;
  • macinate;
  • glassate.

Inoltre il loro utilizzo è fondamentale nella realizzazione di ottimi dolci:

  • tradizionali;
  • modellati;
  • rifiniti;
  • stilizzati dalle mani esperte delle donne sarde.

In cucina

In Sardegna, infatti, i dolci, così come i primi piatti, i condimenti, le verdure e il pane sono terreno "al femminile".

Le mandorle Arrubia, non sono solamente un ingrediente "aggiunto" dei dolci tradizionali, di sovente sono il loro ingrediente "principale".

Ecco a voi una "lista di dolci" che hanno come ingrediente base proprio la "mandorla".

  • il gattò,
  • i guefus,
  • il torrone,
  • gli amaretus,
  • i confetti,
  • i candelaus
  • i sospiri tipici di Ozieri.

Vogliamo proporvi una ricetta semplicissima e casalinga nella quale sfruttiamo le nostr mandorle Arrubia, stiamo parlando dei:

  • tipici dolcetti sardi alle mandorle Arrubia.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei tipici dolcetti sardi alle mandorle Arrubia:

  • 500 g di mandorle Arrubia;
  • 500 g di zucchero semolato;
  • 50 g di acqua;
  • 80 g di essenza di arancio;
  • scorza di 1 limone;
  • 2 cucchiai di Sambuca;
  • 200 g di zucchero a velo.

Preparazione

Cominciamo quindi con la preparazione dei dolcetti sardi alle mandorle Arrubia:

  • prima di tutto sciogliete lo zucchero in un pentolino insieme a dell'acqua;
  • mescolate spesso al fine di creare uno sciroppo;
  • quando il composto comincerà ad addensarsi, aggiungete la scorza di limone, l’essenza di arancio, la Sambuca ed infine le mandorle di Arrubia;
  • continuate a mescolare fino a raggiungere un composto omogeneo.

Togliete dal fuoco e lasciate raffreddare e riposare l'impasto.

Una volta che il composto si sarà raffreddato, create con le mani delle "palline", poi:

  • adagiatele su di un piano di lavoro e cominciate a preparare la "glassa".

Scaldate dell’altro zucchero con dell'altra acqua in un pentolino fino al crearsi di altro sciroppo, poi:

  • lasciate intiepidire ed unite lo zucchero a velo fino a che non avrete ottenuto una glassa omogenea che utilizzerete per ricoprire i dolcetti sardi alle mandorle Arrubia.

Mettete i vostri dolci all'interno di pirottini e cominciate a decorare a piacere, per esempio con:

  • motivi floreali;
  • codette;
  • palline colorate o argentate.

I vostri dolcetti sardi alle mandorle Arrubia sono pronti per essere degustati ...buon appetito! 

Proprietà benefiche

Dalle mandorle Arrubia, inoltre, si estrae un olio preziosissimo e delle essenze eccellenti.

Entrambi hanno un vasto impiego sia nella:

  • farmacopea tradizionale;
  • nell'industria farmaceutica;
  • nella cosmetica.

I&T Srl Innovativa

P.IVA 09780790961
CF 09780790961
Via Vertoiba 2, - 20137 Milano

Sistemi di Pagamento

 MasterCard  PayPal  Sepa Visa 

 

Seo by @enitto