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REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

La "copuletta" nota anche come copuletas è un dolce tipico di Sassari, in particolar modo di Goceano ed Ozieri.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la copuletta nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

La storia delle copulette si lega alle famiglie di Ozieri, soprattutto alle donne anziane che in occasione di importanti eventi familiari, quali battesimi o matrimoni, si dedicavano alla loro preparazione.

Anche alcune feste religiose rappresentavano una buona occasione per chiedere alla donne custodi della tradizione di preparare questi ottimi dolci.

Al giorno d'oggi la copuletta la puoi trovare durante tutto l'anno, ma soltanto in alcune pasticcerie locali.

Per salvaguardare la tradizione delle copulette ad Ozieri è stato posto un presidio slow food per cui ogni copuletas che mangerai sarà preparata con ingredienti rigorosamente sardi.

Ingredienti

La preparazione delle copulette non è molto complicata, per cui è possibile anche realizzarle in casa.

Ti basterà procurarti:

  • la farina;
  • lo strutto;
  • ed abbondante acqua per preparare la pasta esterna.

Mentre per il ripieno ti serviranno:

  • mandorle;
  • zucchero;
  • marmellata;
  • limone;
  • miele.

Preparazione

Mandorle e limoni sono i due ingredienti autoctoni ai quali la copuletta deve il suo speciale gusto.

La copuletta è preparata con un impasto a base di farina e strutto che va formare una sorta di ravioli circolari ripieni di mandorle, miele, sapa e marmellata.

Il perimetro esterno del dolcetto è tipicamente ondulato.

La superficie della copuletta è cosparsa di glassa dolce e confettini colorati.

Spesso il ripieno può subire delle varianti, per cui puoi anche scegliere di variare gli ingredienti pur attenendoti alla ricetta originale.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

Il "pistiddu" è un dolce tipicamente preparato in Sardegna, soprattutto nella zona della Barbagia a Nuoro, nel periodo della festa di Sant'Antonio Abate.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pistiddu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT). 

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del pistiddu  sono:

  • farina;
  • zucchero;
  • strutto;
  • lievito di birra;
  • sapa;
  • semola;
  • scorza di arance.

Caratteristiche

Si tratta di:

  • un piccolo dolcetto di pasta frolla ripieno, di cui esistono molte diverse varianti.

Il ripieno, infatti, può essere a base di:

  • mosto cotto;
  • di corbezzolo;
  • fichi d'India;
  • di miele;
  • di semola aromatizzata a spezie quali la cannella o lo zafferano.

Tradizioni

La differenza nella preparazione sta nel paese in cui vengono realizzati.

Ancora oggi i diversi paesini in provincia di Nuoro seguono le proprie antiche "tradizioni" e i loro abitanti sono convinti di possedere la ricetta originale.

Degustazione

Il miglior pistiddu della Sardegna si può assaggiare in luoghi come:

  • Oliena;
  • Orotelli;
  • Dorgali;
  • Orgosolo.

La diversità nelle ricette fanno sì che i dolci di Dorgali, ad esempio, abbiano un sapore molto più forte e deciso di quelli preparati a Orgosolo, che risultano al contrario molto delicati grazie all'aggiunta di acqua e zucchero nel ripieno al miele.

Presentazione

Il pistiddu è facili da riconoscere per la sua forma tipica, ovvero:

  • un cerchio chiuso di pasta frolla di circa 20 centimetri di diametro.

Ciò che li rende riconoscibili sono però gli "intagli" con i quali si decora la pasta frolla che copre il ripieno, attraverso i quali è anche possibile intravederlo.

Spesso gli intagli sono:

  • a forma di foglie o fiori.

Curiosità

Non tutti sanno che il nome di questi dolci deriva dal verbo sardo "pistiddare", la cui traduzione si riferisce ad un'azione a metà tra il preparare una marmellata e caramellare.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Pasta fresca
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: IGP

Descrizione

I "culurgiones" o "culingionis" sono dei ravioli lavorati e farciti a mano, sono uno dei più golosi e caratteristici prodotti gastronomici della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i culurgiones nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

Essi sono tipici soprattutto della zona centro-orientale dell'isola, corrispondente al territorio dell'Ogliastra.

Si tratta di una specialità dotata di riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta), e ottima consumata sia come primo piatto sia come dolce.

Il segreto per avere dei culurjonis perfetti risiede nelle loro "materie prime", che devono essere di "altissima qualità".

Le materie prime "perfette" per una delizia in grado di conquistare sia i grandi sia i piccini, quindi sono:

I culurgiones sono tipici dell'Ogliastra, ma possono essere trovati in tutta l'isola e gustati in forme e varianti a volte assai differenti.

L'elemento che però contraddistingue tutte queste paste ripiene risiede nella loro:

  • "forma a spiga";

con i bordi che vengono accuratamente richiusi in modo da non far uscire la golosa farcitura al momento della cottura in acqua.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione dei culurgiones  sono:

Preparazione

Culurgiones ricetta originale

  • sbucciare le patate e bollirle;
  • tritare l'aglio e la menta;
  • schiacciare le patate;
  • aggiungere il pecorino, la menta tritata, l'olio evo, l'aglio e mescolare il tutto;
  • lasciare riposare in frigorifero per qualche ora (2/3);
  • in una ciotola unire alla farina olio e acqua;
  • amalgamare e quindi impastare fino ad ottenere un impasto liscio;
  • stendere una sfoglia sottile col mattarello;
  • tagliare dei cerchi col coppapasta o con un bicchiere e posizionarvi al centro l'impasto fatto in precedenza;
  • formare il raviolo lavorandolo con le dita cercando di dargli la forma tradizionale (se non conoscete la procedura, non preoccupatevi, in giro per il web potete trovare moltissimi videotutorial che ve la mostreranno con semplicità);
  • sobbollire la passata di pomodoro aggiungendo olio, sale e basilico;
  • bollire i ravioli in acqua salata finchè non vengono a galla.

Degustazione

Disponete i ravioli su un piatto con la salsa a piacere, spolverare col formaggio e guarnire col basilico.

culurgiones sardi conditi con passata di pomodoro

 

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La"cipolla rossa" è un vegetale molto coltivato in Sardegna, dove trova un terreno ideale ed un clima congeniale per una crescita forte e rigogliosa.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la cipolla rossa nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Coltivazioni

La cipolla rossa è una varietà di cipolla che, per crescere bene, desidera:

  • terreno fertile;
  • ricco di nutrimento;
  • morbido e soffice.

Gli agricoltori sardi utilizzano, per la coltivazione di questo tubero aromatico, un "piano di rotazione quadriennale", alternandola con:

  • ceci, fave e meloni in asciutta.

Le cipolle rosse trovano il terreno ideale nei pressi dei letti fluviali, dove c'è abbondanza di macro e micronutrienti.

Vengono seminate a Gennaio e raccolte tra Giugno e Luglio.

Caratteristiche

La cipolla rossa può avere:

  • un diametro fino a 12 cm;
  • caratterizzata da un colore rosso intenso;
  • un odore molto aromatico;
  • un sapore forte, che tende al piccante.

Proprietà benefiche

È ricca di vitamine C, A, B ed E e di minerali essenziali come:

  • il manganese;
  • lo zolfo;
  • il ferro;
  • il fluoro;
  • il calcio;
  • il potassio.

È un vegetale dai molteplici benefici per la salute, infatti ha un effetto:

  • diuretico e depurativo per il fegato;
  • disinfettante per i reni e l'apparato urinario.

In cucina

La cipolla rossa può essere consumata cruda, tagliata molto sottilmente, per insaporire insalate di verdura, insalate di mare o secondi di pesce cucinati al forno o alla griglia.

Può essere consumata anche cotta, per esempio bollita con il brodo, per farne una zuppa da mangiare con i crostini di pane.

La stessa zuppa, ridotta, si utilizza come condimento per la pasta.

Un piatto molto amato è il trito di carne con cipolle:

  • si rosola lungamente, su fuoco vivace, della carne tritata con le cipolle a fette e si condisce il tutto, a cottura ultimata, con un giro d'olio a crudo.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La cipolla in Sardegna, chibudda in lingua sarda è diffusa e coltivata in tutto il territorio isolano, dove sono diverse le varietà locali seminate.

Caratteristiche

Tra le più note ci sono le cipolle di Ozieri, non a caso anticamente si era soliti indicare il paesino in provincia di Sassari con il nomignolo di Othieri chibudda (Ozieri cipolla).

Ancora più conosciute, le gustose cipolle di Banari, il paese del sassarese noto come sa idda de sa chibudda (il paese della cipolla), qui nel mese di Luglio per dar risalto alla grossa cipolla locale, nota per la sua sapidità dolce e avvolgente, ogni anno si svolge la Sagra delle cipolle.

Questa cipolla è anche il soggetto preferito del pittore Giuseppe Carta.

Presentazione

Un'ottima qualità locale, caratterizzata da:

  • bulbo bianco dal gusto dolce e piuttosto gradevole;
  • si coltiva a Bonnanaro, anche qui il paese festeggia la sua varietà di cipolla con una sagra estiva del mese di Agosto.

Sempre in Agosto la cipolla viene celebrata in un altro centro della Sardegna, a Tramatza.

Origini

Ingrediente fondamentale della culinaria sarda, nell'isola è particolarmente apprezzato il pane con cipolle così come lo sono le cipolle con il vino.

Un ortaggio, la cipolla, che da tempi immemori fa parte della vita del contadino che, in passato, dopo una mattinata di duro lavoro iniziata all'alba, era solito consumare un pranzo frugale a base di pane e cipolla cruda.

Nell'isola la cipolla diventa anche protagonista di un detto popolare.

Infatti, quando si vuole indicare una persona dotata di scarsa intelligenza si è solita definirla conca de chibudda ovvero testa di cipolla.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Ciliegio sardo della specie carrufale si fregia dell'importante riconoscimeto di Prodotto Agroalimentare Tradizionale sardo (PAT).

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il ciliegio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche

La carrufale è un frutto tardivo presente perlomeno da 50 anni nell'agro dell'alta Gallura.

La tradizionalità di questa varietà è da ricercarsi nella sua presenza più che costante in "vecchi frutteti".

Allo stato attuale, in questi frutteti è possibile trovare ancora esemplari in produzione.

Caratteristiche

Questo ciliegio sardo è un albero dal medio vigore.

Fiorisce nella terza decina del mese di Marzo e si caratterizza per la sua produzione elevata.

I frutti del ciliegio sono:

  • di ottima qualità;
  • si presentano alla vista in piccole dimensioni;
  • con una forma tondeggiante appiattita alla base.

La polpa di questa varietà si contraddistingue per la sua "colorazione crema", la sua abbondante succosità e il suo gusto piuttosto gradevole.

La carrufale è solo una delle 25 specie di ciliegio coltivate in Sardegna e rese note dall'azienda sperimentale del Centro Nazionale di Ricerca (CNR) e dall’Ispa.

Ognuna di esse, tuttavia, può essere la protagonista di un'antica ricetta isolana, quella delle deliziose ciliegie sarde sotto spirito.

Preparazione

Una preparazione tipica dell'arte conserviera sarda, che si realizza con:

  • le ciliegie;
  • uno sciroppo a base di zucchero e acqua;
  • e il filu de ferru, la famosa acquavite sarda, che verrà aggiunta solamente ad avvenuto raffreddamento dello sciroppo;
  • dopodiché, all'interno di vasi di vetro verranno sistemate le ciliegie che dovranno essere poi ricoperte con la miscela alcolica;
  • successivamente i vasi verranno chiusi ermeticamente;
  • quindi le ciliegie prima di essere degustate dovranno riposare in luogo buio e fresco per un tempo minimo di almeno 2 mesi.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta

Descrizione

La "ciliegia furistera" è tipica della zona del Montiferru in Sardegna è un albero debolmente vigoroso ma con un'elevata produttività.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ciliegia furistera nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Fioritura e raccolto

La fioritura dell'albero avviene durante i primi dieci giorni di Aprile, la raccolta del frutto invece è prevista nel mese di Giugno e si presenta corposo, rosa pallido e con un sapore gradevole.

Una particolare ricetta con questo tipo di ciliegia è la kariasa 'e ispiritu, ossia:

  • le ciliegie sotto spirito.

Origine

Il termine kariasa è di origine greca e con ciò si ha la dimostrazione che la coltivazione di questo frutto si ha sin dall' VIII secolo ed era tipica della zona di:

  • Bonarcado;
  • Santulussurgiu;
  • Gadoni;
  • Burcei;
  • Laconi;
  • Sorgono;
  • Atzara.

La maturazione del prodotto deve avvenire sull'albero stesso, è caratteristica per la sua forma grossa e sono le ultime ciliegie che vengono raccolte dall'albero.

Ingredienti

Per realizzare le ciliegie sotto spirito o kariasa 'e ispiritu occorrono:

  • ciliegie;
  • zucchero;
  • alcool;
  • acqua;
  • cannella.

Preparazione

I tempi di preparazione e cottura prevedono circa 15 minuti.

Come primo passaggio bisogna:

  • prendere un pentolino e mescolare acqua e zucchero per creare lo sciroppo;
  • nel frattempo che lo zucchero si scioglie per bene nell'acqua passiamo al lavaggio delle ciliegie sotto acqua corrente che poi dovranno essere asciugate uniformemente;
  • tagliamo adesso il picciolo della ciliegia cercando di lasciarli tutti della stessa lunghezza;
  • mettiamo il pentolino con lo sciroppo sul fuoco per farlo addensare, non appena sarà pronto togliamo dal fuoco e lo lasciamo raffreddare;
  • inseriamo le ciliegie nei barattoli di vetro a chiusura ermetica con una stecca di cannella, poi versiamo lo sciroppo raffreddato e infine colmiamo gli spazi vuoti con l'alcool.

Chiudiamo per bene e lasciamo conservare per 3 mesi.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

"L'asparago selvatico", in dialetto "ispàrau", "sparàu" e "ipàramu", è un prodotto tipico della Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'asparago selvatico nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origine

L'asparago selvatico è una pianta tipica della macchia mediterranea e veniva raccolta e consumata sin dai tempi degli Egizi e degli antichi romani.

Il suo torione (getto della pianta), è molto più sottile rispetto all'asparago normale e in Sardegna può essere trovato nei boschi, nei sottoboschi e nelle campagne.

Degustazione

L'asparago selvatico è una vera e propria prelibatezza e viene utilizzato per realizzare:

  • ottime frittate;
  • come condimento per pasta o riso;
  • consumato come contorno di carne e pesce.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Frutta

Descrizione

"L'arancio di Muravera" è molto ricercato in tutti i mercati per via della sua polpa bionda, succosa e zuccherina!

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'arancio di Muravera nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Origini

Gli agrumi prendono il nome dalla "zona di coltivazione", che però non comprende solo il comune di Muravera, ma anche quelli di:

  • Castiadas;
  • Villaputzu;
  • San Vito.

Tutto questo territorio è noto con il nome di Sarrabus, e si è specializzato nella coltivazione di agrumi fin dall'Ottocento, a quanto tramandano le fonti.

Sembra che siano stati gli spagnoli ad introdurre la coltivazione di "agrumi" in Sardegna, e la piana della foce del fiume Flumendosa è apparsa fin da subito quella più adatta.

La vallata è protetta dal massiccio detto dei Sette Fratelli, così che il clima è mite, riparato dai venti.

Coltivazioni

Per la coltivazione dell'arancio di Muravera, non c'è quasi bisogno di ricorrrere a prodotti fitochimici per la protezione dai "parassiti", proprio per le peculiarità dell'area di produzione.

Ancora oggi l'arancio di Muravera, dette in dialetto locale "Arangiu de Murera", viene coltivato come si faceva un tempo.

Il terreno viene lavorato in due periodi dell'anno:

  • tra la fine dell'inverno e l'inizio della primavera per il concime;
  • una seconda durante l'estate per il controllo delle piante infestanti.

L'irrigazione viene eseguita sottochioma e la raccolta rigorosamente a mano, per evitare che i frutti subiscano ammaccature.

Ancora oggi come un tempo, l'arancio di Muravera, quando si raccoglie, viene poi riposto in cestini o sacchi, portati a tracolla.

In questo modo il frutto resta integro!

Varietà

Le varietà di arance di Muravera sono tre:

  • Naveline;
  • Washington Navel;
  • Thompson.
REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Grassi

Descrizione

"L'olio di maiale" o "strutto", si ottiene dalla colatura del grasso del maiale e si utilizza per friggere o per rendere più soffici e ricchi gli impasti.

Caratteristiche 

L'olio di maiale è un grasso di origine animale.

È composto quasi unicamente da "lipidi".

Infatti, 100 gr di prodotto apportano ben 98 gr di grassi, di cui quasi la metà saturi.

È, pertanto, un ingrediente da utilizzare con moderazione, non adatto ad essere consumato "puro", ma solo all' interno di preparazioni culinarie o come grasso da frittura.

Ingredienti

L'ingredienti necessario per l'elaborazione dello strutto è:

  • tessuto adiposo di maiale.

Preparazione

L'olio di maiale, in dialetto sardo "ozzu polchinu" o "ozzu seu", si ottiene:

  • dividendo il grasso del suino dalla cotenna;
  • cuocendolo ad alte temperature, fino alla sua colatura;
  • si ottiene un composto denso, biancastro, che si conserva in panetti.

Si utilizza come "grasso" per le fritture o da aggiungere agli impasti, per renderli più gustosi e favorirne la lievitazione.

In Sardegna, l'olio di maiale è un ingrediente imprescindibile delle famose "seadas".

In cucina

L'olio di maiale viene usato, occasionalmente, per:

  • friggere, al posto dell'olio o del burro.

Solitamente, viene preferita la frittura con strutto per i piatti a base di carne, ad esempio le costolette di agnello o le polpette, mentre per le fritture di pesce e verdure si continua a preferire l'olio di semi.

L'olio di maiale è un "ingrediente principe" di due piatti tradizionali della Sardegna:

  • le famose "seadas" e le "cozzilas", che devono proprio all' olio di maiale il loro sapore particolare e la loro consistenza soda ma morbida.

Conservazione

L'olio di maiale si conserva in frigo, o in cantine fresche e asciutte, anche per diversi mesi.

Solitamente se ne fanno panetti, simili a quelli del burro, ma la sua consistenza cedevole lo rende adatto anche alla "conservazione in barattolo".

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Grassi

Descrizione

La "sansa" è un sottoprodotto ottenuto dalla procedura di lavorazione di olive, uva o altra frutta. 

"L'olio di sansa" si ottiene dai residui solidi che rimangono dopo la spremitura dell'olio, la "sansa", appunto, formata da bucce, frammenti di noccioli e resti di polpa delle olive.

Composizione

Da questo prezioso scarto viene estratto, attraverso la "centrifugazione" e la "pressatura", un olio greggio non commestibile.

L'olio di sansa greggio viene poi raffinato e miscelato con olio extravergine.

La sua composizione è molto simile a quella dell'olio d'oliva, tuttavia ha un apporto superiore di:

  • acido linoleico ovvero un valido aiuto per regolarizzare i livelli di colesterolo e trigliceridi.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la creazione dell'olio di sansa sono:

  • buccia di oliva;
  • polpa di oliva;
  • frammenti di nocciolo di oliva;
  • acqua.

Proprietà salutari

Spesso sottovalutato, l'olio di sansa è ricco di acidi grassi monoinsaturi, ed è pertanto un alimento indicato per la salute del sistema cardiovascolare.

Degustazione

In cucina, puoi usare l'olio di sansa per delle ottime fritture e per tutte quelle pietanze che hanno bisogno di un olio meno deciso, più delicato.

Le proprietà di quest'olio lo rendono ideale per la preparazione di:

  • pane;
  • focacce;
  • pizze.

Infatti, utilizzando l'olio di sansa per le ricette che prevedono impasti lievitati e biscotti, donerai friabilità e croccantezza.

Il suo sapore neutro si sposa alla perfezione per fritture dorate e delicate, dove l'olio non deve avere un gusto troppo coprente, ma esaltare la purezza degli ingredienti.

In cucina

Usalo per preparare:

  • deliziose frittelle dolci;
  • chiacchiere;
  • raviole;
  • bomboloni;
  • graffe o ciambelline;
  • ma anche frittelle a base di pesce, come gamberetti o baccalà.

Grazie all'elevato "punto di fumo", resiste perfettamente alle alte temperature.

REGIONE: Sardegna
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Grassi

Degustazione

"L'olio di lentischio" si ricava dalle bacche mature del "lentischio", un arbusto sempreverde appartenente alla macchia mediterranea, che cresce spontaneamente in Sardegna.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'olio di lentischio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sardegna (PAT).

Caratteristiche organolettiche

Questo prezioso olio, grazie all' elevata presenza di:

  • acidi grassi monoinsaturi;
  • tocoferoli;
  • steroli;

è noto per il suo potere "antiossidante", ed è un buon alleato nel contrastare i radicali liberi.

Inoltre, per la sua elevata digeribilità, è indicato sia per favorire l'attività intestinale, sia per chi soffre di patologie gastriche, nonché per regolarizzare i valori del colesterolo.

Inoltre, essendo ricco di vitamina E, l'olio di lentisco possiede un ottimo:

  • potere idratante;
  • svolgendo un' azione lenitiva e nutriente per la pelle.

Ingredienti

L'ingrediente base per la creazione dell'olio di lentischio sono:

  • le bacche di lentisco.

In cucina

In cucina puoi utilizzarlo in svariati modi;

  • sia per insaporire molte pietanze, sprigionando la sua fragranza decisa;
  • sa per friggere il pesce o frittelle dolci, come veniva utilizzato anticamente.

Per gustare al meglio il suo "sapore" avvolgente e aromatico, usalo:

  • a "crudo", per esaltare le verdure grigliate o al vapore;
  • semplicemente per condire un' insalata di pomodori.
  • prova ad abbinarlo con la carne d'agnello o con il pesce arrosto.

Il suo profumo intenso e il suo sapore balsamico si sposano alla perfezione con i calamari e i gamberoni!

Ricetta

Per una "ricetta gourmet", prepara un'emulsione di:

  • succo di limone filtrato e olio di lentischio.

Sbatti bene con una forchetta e otterrai una "vinaigrette" con cui condire delle tartare di tonno o gamberi, oppure un carpaccio di pesce spada o salmone.

Se vuoi concederti un aperitivo sfizioso, accompagnalo con:

  • fette di pane bruscato e formaggi stagionati.

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