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Regione: Basilicata
Tipologia di prodotti: bevande analcoliche, distillati e liquori
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "liquore al sambuco di Chiaromonte" è un prodotto tipico dell' omonima località, situata in provincia di Potenza, nella bella e ridente Basilicata.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il liquore al sambuco di Chiaromonte nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Origini

Questa bevanda fu inventata dai cittadini della località di Chiaromonte per sostenere e promuovere il loro paese.

È un liquore che si ottiene grazie ad un processo molto lungo ed accurato che, però, permette come risultato una bevanda considerata un "elisir" da consumare accompagnato da un buon dessert.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la creazione del liquore al sambuco di Chiaromonte sono:

  • fiori di sambuco;
  • alcol.

Lavorazione

bacche di sambuco 722683237

Per poter produrre il liquore al sambuco di Chiaromonte innanzitutto si devono:

  • far essiccare i fiori di sambuco per un mese al sole;
  • una volta che i fiori sono ben essiccati si lasciano macerare per 3 mesi nell'alcol;
  • in seguito si filtra la miscela che si ottiene e si lascia maturare per altri 2 mesi.

Trascorso questo lasso di tempo il liquore assume il suo tipico colore ambrato ed un sapore delicato, dolciastro e molto aromatico.

Infusione

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Il liquore al sambuco di Chiaromonte si ottiene, quindi, per "infusione".

La sua ricetta, ed il procedimento per ottenerlo, si tramanda da secoli di padre in figlio e sorprende la cura con la quale viene lavorato e prodotto, da definire quasi come "maniacale".

Il periodo ottimale per la sua produzione è inizio autunno.

Più precisamente, per poter ottenere un liquore al massimo delle sue caratteristiche aromatiche, bisognerebbe produrlo nei mesi di Ottobre e Novembre.

Degustazione

Non preoccuparti, se hai invitato a pranzo un caro amico lucano a Maggio, e lo vuoi fare sentire a casa, il liquore al sambuco di Chiaromonte è disponibile durante tutto l'arco dell'anno!

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotti: Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione

Descrizione

"L'agnello delle Dolomiti Lucane" è da sempre è considerato una risorsa fondamentale per la Basilicata!

Certificazioni

L'agnello delle Dolomiti Lucane è dotato di uno speciale "marchio" denominato esattamente "Agnello delle Dolomiti Lucane" che ne specifica la tipicità.

Detto "marchio" nasce in virtù di garantire al consumatore l'origine della carne.

Per rafforzare ancora di più le garanzie dovute al consumatore, l'agnello delle Dolomiti Lucane si fregia altresì di un altro marchio denominato "Italialleva", nato dall'intesa tra l'Associazione Italiana Allevatori e il Ministero delle Politiche Agricole.

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito l'agnello delle Dolomiti Lucane nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Produzione

L'agnello delle Dolomiti lucane è sottoposto ad un "disciplinare di produzione" a cui tutti gli allevatori lucani devono attenersi meticolosamente.

Detto disciplinare prevede che:

  • i capi ovini devono appartenere "solo" ed "esclusivamente" ai comuni del territorio della Basilicata.

Gli animali devono essere nati "rigorosamente" da:

  • arieti e da pecore di razza Merinos.

Gli agnelli devono essere allevati perlopiù allo "stato brado" e devono essere nutriti "solamente" con:

  • il latte materno;
  • i foraggi;
  • le materie prime prodotte nel territorio dell' allevamento.

Macellazione

Inoltre, la loro "macellazione" deve avvenire "esclusivamente" in strutture ubicate nel territorio regionale e nel più totale rispetto del benessere degli agnelli, di modo da evitare loro lo stress tipico delle fasi precedenti la macellazione.

Tradizioni

L'agnello delle Dolomiti lucane viene "festeggiato" e "promosso" quale eccellenza locale in diverse sagre, nelle feste campestri e in quelle religiose che animano tutto il territorio della Basilicata.

Un prodotto tipico di spessore, l'agnello delle Dolomiti lucane ha avuto un'influenza più che importante in tutta l'arte culinaria della regione, ma soprattutto nella gastronomia lucana

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotti: Prodotti della gastronomia

Descrizione

"Fasul e pistiddi" è un piatto tipico della gastronomia della Basilicata, diffuso in tutta la regione e in particolare nella zona di Lagonegro.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i fasul e pistiddi nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Cucina

Si tratta di una gustosa "minestra di fagioli", (fasul) e castagne (pistiddi).

Un piatto semplice, ma sostanzioso, dai sapori tipicamente autunnali, proprio di una cucina rustica e contadina.

Grazie alla presenza equilibrata di carboidrati e proteine vegetali, il piatto risulta anche nutriente e salutare.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la realizzazzione del piatto fasul e pistiddi  sono:

  • fagioli borlotti secchi;
  • castagne secche;
  • olio Evo;
  • cipolla;
  • alloro;
  • salvia;
  • rosmarino;
  • erbe aromatiche;
  • acqua;
  • sale;
  • crostini di pane.

Ricetta

Per realizzare la ricetta di fasul e pistiddi comincia:

  • con il mettere a mollo, la sera prima, 125 gr di castagne secche;
  • 125 gr di fagioli borlotti secchi;
  • quindi fai scaldare dell'olio evo in un tegame di coccio;
  • unisci una cipolla tritata finemente, qualche foglia di alloro, di salvia e di rosmarino;
  • fai appassire le erbe aromatiche sul fuoco ed aggiungi le castagne ed i fagioli, coprendo il tutto con dell'acqua;
  • aggiusta di sale e continua la cottura lasciando bollire lentamente per due ore circa.

Le castagne dovranno diventare tenere, senza sfaldarsi eccessivamente e l'acqua dovrà essere stata assorbita completamente.

Nel frattempo metti a tostare qualche fetta di pane e quando la zuppa di castagne e fagioli sarà pronta, versala nelle scodelle di coccio dove avrai sistemato i crostini di pane.

Se preferisci una consistenza ancora più cremosa, puoi frullare le castagne ed i fagioli, tenendone da parte alcuni per guarnire i piatti.

Degustazione

Fasul e pistiddi è ideale come piatto unico, soprattutto se accompagnato da un buon vino rosso come l'Aglianico del Vulture

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTI: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "caciocavallo" della Basilicata denominato "caciocavallo podolico" viene realizzato da latte vaccino.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il caciocavallo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Origine

Un prodotto caseario, il caciocavallo, presente in tutta la tradizione dell'Italia Meridionale.

Il nome di questo formaggio deriva dal periodo di stagionatura a cui sono sottoposte le forme che vengono legate congiuntamente e a cavallo di una pertica appesa orizzontalmente.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del caciocavallo sono:

  • latte di vacca Podolica.

Caratteristiche

La produzione del caciocavallo viene influenzata sia dagli allevamenti che dalle condizioni climatiche.

Il caciocavallo della Basilicata è Presidio Slow Food e viene prodotto dal latte di elevata qualità delle vacche di razza Podolica opportunamente allevate allo stato brado.

Caratterizzato da:

  • una forma ovoidale che ricorda quella di un fiasco allungato, con strozzatura all'altezza del collo;
  • il caciocavallo ha un peso che non supera i 2,5 chili.

La sua pasta è filata, si presenta:

  • compatta;
  • ha una colorazione bianco-avorio;
  • è morbida all'inizio della stagionatura, mentre con l'avanzare del tempo diventa più dura e di color paglierino.

Il caciocavallo segue un periodo di media o lunga stagionatura, è un formaggio grasso ed è ricoperto da una crosta sottile e liscia che con il tempo tende ad imbrunire e a ispessirsi.

La produzione del caciocavallo è concentrata soprattutto in primavera e in estate, ovvero quando le vacche all’alpeggio partoriscono i vitelli.

Degustazione

Una specialità tipica, questo prodotto può essere impiegato come formaggio da tavola oppure da grattugia.

Il suo gusto è dolce e delicato quando è fresco, si presenta invece piccante e molto sapido quando è a stagionatura avanzata

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotti: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

I "mostaccioli" lucani sono dolci dalla caratteristica forma a "rombo", tipici del centro-sud Italia.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito i mostaccioli nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Caratteristiche

Ogni regione, però, ha la sua particolare ricetta per preparare i mostaccioli e sebbene possano sembrare molto simili tra loro, il risultato ed il sapore possono rivelarsi sensibilmente diversi.

Una variante particolarmente gustosa è quella dei mostaccioli lucani, biscotti a base di cacao e mandorle ricoperti da cioccolato fondente, che è possibile gustare nella versione semplice o in quella ripiena.

Ingredienti

Per preparare i mostaccioli in casa occorrono:

  • 200 g di mandorle macinate;
  • 150 g di cacao amaro;
  • 70 g di farina 00;
  • 70 g di zucchero semolato;
  • 1 cucchiaino di cannella in polvere;
  • un pizzico di chiodi di garofano in polvere;
  • 1 tazzina di caffè;
  • 3 cucchiai di vino bianco secco;
  • 200 g di cioccolato fondente per la copertura.

Preparazione

Per la lavorazione dei mostaccioli comincia a:

  • setacciare la farina ed il cacao, e a queste aggiungi poi le mandorle macinate, lo zucchero, le spezie ed il caffè;
  • impasta con cura e aggiungi i cucchiai di vino bianco fino a quando non otterrai un composto omogeneo;
  • con un matterello stendi la pasta fino a portarla ad uno spessore di circa 0.5 cm e da questa ritaglia dei rombi;
  • le dimensioni dei rombi devono essere abbastanza grandi al cui centro porre il ripieno (che potrai scegliere tra marmellata o frutta secca tritata).

Richiudi i mostaccioli adagiandovi sopra un secondo rombo e cuocili su una teglia rivestita di carta forno per circa 30-40 minuti in forno pre-riscaldato a 180°C.

Una volta cotti, fai raffreddare i mostaccioli completamente e successivamente glassali con il cioccolato fondente sciolto a bagnomaria.

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotti: Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione

Descrizione

La "salsiccia a catena" è un prodotto tipico di Potenza.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la salsiccia a catena nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Caratteristiche

Aromatica e squisita al palato, questa prelibatezza lucana sprigiona un sapore gustoso e superbo da una ricetta locale tramandata di generazione in generazione.

Per riprodurre questa salsiccia composta da tre o quattro anelli vengono selezionate solo "carni di maiale di alta qualità".

Queste carni vengono:

  • tagliuzzate a punta di coltello ed aromatizzate.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della salsiccia a catena sono:

  • carne di maiale;
  • semi di finocchietto;
  • polvere di peperone;
  • sale;
  • peperoncino.

Stagionatura

La stagionatura del prodotto avviene in locali chiusi riscaldati dal tepore del camino e areati da piccole finestre esposte a nord.

Nutrizione

L'alimentazione del maiale gioca un "ruolo fondamentale" nella buona riuscita delle salsicce.

I suini vengono nutriti con prodotti naturali quali:

  • il frumento;
  • l'orzo;
  • i ceci;
  • i piselli.

Essi sono inoltre seguiti scrupolosamente nella crescita e controllati per evitare stati di stress che influiscono negativamente nella fase di macellazione.

Raffreddamento

La carcassa del maiale appena macellato, viene:

  • "raffreddata a basse temperature";
  • disossata;
  • sezionata.

Essa sarà pronta per offrire le parti migliori che generano la salsiccia a catena, ossia:

  • la spalla;
  • le rifilature di capocollo;
  • le rifilature di pancetta.

Le carni, stese su uno speciale tagliere chiamato "tompagno", sono condite con:

  • il sale;
  • la polvere di peperone;
  • il finocchietto ed eventuale peperoncino.

Degustazione

La salsiccia a catena è perfetta per comporre un prelibato secondo, stupendo i commensali con un prodotto sano e genuino.

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotti: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Certificazioni

Il "pane di patata di San Severino Lucano" è uno dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), della Basilicata, inserito nell'apposita lista stilata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.

Tradizioni

San Severino di Lucano è un paese della provincia di Potenza, all'interno del Parco nazionale del Pollino

Il pane di patata di San Severino Lucano è un prodotto di tradizione antica.

A San Severino Lucano, infatti si produce una varietà di patata con "pasta bianca" che non si sfalda durante la cottura, e mantiene una consistenza soda ed uniforme che la rende particolarmente adatta alla panificazione.

Ingredienti

Gli ingredienti di base per la preparazione di questo prodotto sono:

  • acqua;
  • lievito naturale;
  • farina di grano tenero di varietà carosella;
  • patate di varietà Marca o Paesana.

Lavorazione

La lavorazione del pane viene fatta "artigianalmente".

  • L'impasto viene lasciato lievitare per un tempo che varia a seconda della stagione;
  • poi viene diviso in porzioni;
  • lavorato fino ad ottenere pagnotte rotonde alle quali viene praticato un taglio in superficie;
  • le pagnotte così prodotte vengono lasciate riposare su appositi tavoli prima della cottura che deve avvenire rigorosamente in forno a legna.

Conservazione

Conservato in ambiente asciutto il pane mantiene le sue caratteristiche organolettiche per 8/15 gg.

Presentazione

Il pane di patata di San Severino Lucano si presenta con:

  • una consistenza morbida con mollica compatta e crosta sottile;
  • il suo colore tende al giallo;
  • le pagnotte pesano almeno 1 Kg l'una.
REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTI: Formaggi
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "caprino" è un prodotto caseario a pasta molle o semidura, prodotto con latte di capra e tipico di diverse regioni italiane.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il caprino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Caratteristiche

Si tratta di un formaggio fresco o poco stagionato per non più di sei mesi.

Il caprino si presenta con:

  • pasta morbida di colore bianco, tendente all'avorio che aumenta d'intensità a mano a mano che avanza la stagionatura;
  • le forme di caprino sono cilindriche di diametro tra i 15 e i 20 cm con un'altezza media che raggiunge gli 8/10 cm;
  • il loro peso si aggira tra i 0.5 e 1 Kg.

Ingredienti

Per la preparazione del caprino si utilizza:

  • latte di capra che viene scaldato a circa 40°;
  • siero innesto;
  • caglio di capretto.

Preparazione

Una volta pronta la cagliata viene rotta e lasciata riposare.

  • Il formaggio viene messo negli stampi cilindrici e viene rigirato più volte per facilitarne l'espulsione del siero;
  • a questo punto del procedimento alcune varianti del prodotto prevedono che i il formaggio possa essere aromatizzato con rucola o timo;
  • in seguito subisce la salatura e riposa ancora per almeno 48 ore;
  • l'intensità aromatica di questo formaggio è media, ma aumenta con la stagionatura.

Degustazione

In tavola il caprino della Basilicata viene consumato principalmente da solo, ma è anche un ottimo ingrediente per primi piatti e fresche insalate di verdure.

Se stagionato viene servito accompagnato con:

  •  vini strutturati, mentre il caprino fresco si abbina meglio con vini bianchi leggeri.

Servito con la frutta è una vera prelibatezza!

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotti: Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione  

Descrizione

Esistono diverse versioni regionali della "soppressata", in tutti i casi si tratta di un "insaccato" a base di carne di maiale, tuttavia le modalità di preparazione sono molto diverse.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la soppressata nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Origini

Si sostiene che la soppressata, in dialetto lucano "subbursata o soperzata" a seconda delle zone, abbia avuto origini in Basilicata e viene

prodotta nella regione da almeno tre secoli, secondo la testimonianza scritta più antica datata 1719.

Il nome deriva dall'azione di "pressione" compiuta mentre il prodotto è in fase di "essiccazione", dandogli una forma "appiattita".

Il prodotto divenne anche molto conosciuto nel resto d'Europa e nelle Americhe, soprattutto negli Stati Uniti, grazie agli immigrati italiani che fecero conoscere le proprie tradizioni all'estero.

A seconda delle regioni italiane, il salume viene denominato in vari modi come ad esempio:

  • Soprassata e Soppresata.

In Pennsylvania (Stati Uniti d'America), dove il prodotto è molto apprezzato, la soppressata viene chiamata "Supersata", anche se, in gergo, viene usato più il suo diminutivo "Supie".

Differenze

La differenza tra il "salame" e la "soppressata" sta tutta in alcune variazioni!

Prima di tutto la carne, ovvero, in entrambi i casi è di suino, ma:

  • mentre il primo è fatto con parti del maiale sia grasse che magre, la soppressata è impastata solo con tagli magri (coscia, spalla, filetto o rifilatura del prosciutto).

Per quanto riguarda il "taglio", un tempo l'impasto del salame veniva "triturato con il coltello", oggi, nella maggior parte dei casi, si usa il tritacarne, con stampi di diversa grandezza.

La carne della soppressata, invece, viene tagliata rigorosamente "a punta di coltello".

Questo fa sì che che la grana rimanga un po’ più grossa e quindi compatta.

Anche la percentuale di grasso varia, è maggiore nel salame, nella soppressata è minima.

Altra grande differenza riguarda il "budello"!

Quello della soppressata ha una dimensione maggiore rispetto a quello del salame, questo perché non deve essere troppo aderente all'impasto così da resistere alla pressione (da cui il nome), esercitata sul salume in modo da far fuoriuscire l’aria che si crea durante l'insaccatura.

Proprio per non rischiare che il budello si rompa, viene anche bucato in più parti.

Diversa è quindi anche la forma, ovvero:

  • il salame è "cilindrico";
  • la soppressata è più "appiattita".

Per quanto riguarda la stagionatura, quella del salame va da uno a cinque mesi, mentre quella della soppressata si aggira intorno ai 40 giorni.

Preparazione

La "soppressata" prevede la lavorazione a punta di coltello della carne di maiale, che in precedenza è stata lasciata riposare per 24 ore in un locale freddo.

In genere si usano parti selezionate del suino, come:

  • la coscia;
  • il filetto.

A questo punto si aggiungono:

  • sale;
  • cubetti di lardo;
  • grani di pepe nero per poi impastare il tutto.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione della soppressata sono:

  • carne di maiale;
  • sale;
  • cubetti di lardo;
  • pepe nero;
  • budello naturale.

Insaccatura

Una volta ottenuto un composto omogeneo, si effettua "l'insaccatura" della soppressata.

Il preparato viene inserito nei budelli naturali usando strumenti azionati manualmente.

Asciugatura

La soppressata viene quindi pressata per 24 ore e messa ad "asciugare" su pertiche di legno in un locale asciutto per un periodo di tempo variabile tra i 35 e i 50 giorni.

Le tecniche di preparazione prevedono un focolare da mantenere acceso per combattere l'umidità nell'ambiente in quanto la soppressata viene preparata in autunno ed inverno nelle aree montane e collinari della Lucania.

Conservazione

Trascorso il periodo di riposo, gli insaccati si conservano in luoghi freschi e sott'olio e durano circa un anno.

Il risultato è:

  • un prodotto lungo 20 cm;
  • dal colore rosso screziato di bianco;
  • dalla sezione irregolare;
  • largo 6-7 cm.

Degustazione

La consistenza della soppressata è morbida ed il suo sapore intenso si sposa bene con il pane casereccio locale, la crema di fave oppure con le lenticchie in umido.

Al tempo stesso la soppressata può essere consumata insieme ai sottaceti ed alle insalate.

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati  

Descrizione

Il "fagiolo di Muro Lucano" è una specialità tipica della Basilicata.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il fagiolo di Muro Lucano nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Raccolto

La pianta viene estirpata a mano in estate e legata in lunghi fasci, che vengono poi fatti seccare al sole.

Queste piante vengono poi battute con delle mazze per far uscire i legumi.

I fagioli vengono poi separati a mano con un crivello e conservati, secchi, per la stagione invernale.

Presentazione

La tipologia di fagiolo di Muro Lucano è riferibile al cannellino, con buccia sottile.

Si conserva principalmente in sacchetti di tela ed è utilizzato per zuppe, minestre o pastasciutte.

Cenni storici

Muro Lucano è il paese natale di San Gerardo Maiella, Patrono della Basilicata, ma è anche uno dei borghi più belli della regione.

In questo borgo, dall'alto è possibile ammirare il maestoso castello medievale (IX sec.).

Soprattutto di sera, illuminato, insieme all’ex Palazzo Vescovile, il maniero offre un intimo spettacolo scenografico.

Sapori

Il tartufo è una delle prelibatezze della cucina murese, il cui profumo e sapore si propaga nella preparazione di invitanti piatti.

La sua produzione spontanea nel sottobosco che interessa il territorio del bel paese lo rende un elemento costante e prezioso nelle ricette locali.

Pasta fatta in casa, come:

  • "lagane e fagioli";
  • "cavateli con la mollica";
  • "tagliolini con il latte";
  • "acquasale";
  • "minestra patate e fagioli";

sono alcuni degli squisiti piatti che si possono assaporare durante i pasti a Muro Lucano.

A base di legumi e granoturco merita di essere assaggiata anche la "cuccia", un piatto saporito e originale.

Per quanto riguarda la tipica fragranza del fagiolo di Muro Lucano, anticamente, veniva cotto in "pignatte di terracotta", senza sale né aromi, per non bloccarne la cottura.

E' molto importante quindi conservare la natura del legume, per poterlo gustare la massimo delle sue potenzialità.

Degustazione

Il fagiolo di Muro Lucano si può mangiare anche in primi piatti molto nutrienti, ad esempio in abbinamento a formati di pasta come:

  • ditalini;
  • pasta maritata, ovvero mista.

Ricetta

Vogliamo presentarvi una ricetta gustosa per la degustazione dei fagioli di Muro Lucano, ovvero:

  • la minestra con patate e fagiolo di Muro Lucano.

Ingredienti

Gli ingredienti che dovrete procurarvi per la preparazione di questo primo piatto caldo sono i seguenti:

  • 350 g fagioli bianchi di Muro Lucano;
  • 3 patate medie;
  • 240 g pasta per minestra;
  • 1 carota;
  • 1 cipolla;
  • 1 costa sedano;
  • 1 bicchiere passata pomodoro;
  • q.b. brodo vegetale o dado vegetale;
  • 1 rametto rosmarino;
  • q.b. olio evo e sale;
  • 1 foglia di alloro;
  • 1 spicchio aglio.

Preparazione

Per realizzare la minestra con patate e fagioli bianchi di Muro Lucano, dovete iniziare in questo modo:

  • se non avete i fagioli freschi, potete utilizzare quelli secchi, pertanto lasciateli in ammollo in acqua fredda per una notte;
  • al mattino scolate i fagioli, sciacquateli sotto acqua corrente e preparate il brodo vegetale.

A questo punto dovrete:

  • sbucciare l'aglio e tritare finemente la cipolla, la carota e il sedano.

In una pentola capiente e dai bordi alti e versate sul fondo:

  • dell'olio extravergine di oliva;
  • sbucciate l'aglio, fatelo imbiondire ed eliminatelo. 

Versate nella pentola il trito di carote, sedano e cipolla, e fatelo stufare a fuoco dolce per circa 10 minuti.

Pelate le patate, lavatele e tagliatele a dadini.

Quando il trito si sarà appassito versate i fagioli bianchi di Muro Lucano, le patate e copriteli con il brodo vegetale.

Versate il bicchiere di passata di pomodoro, la foglio di alloro e un rametto di rosmarino.

Aggiustate di sale e mescolate bene il tutto.

Coprite la vostra pentola con un coperchio, fate cuocere per circa un'ora, avendo cura di mescolare di tanto in tanto.

Una volta che i fagioli bianchi di Muro Lucano saranno cotti, togliete l'alloro e il rosmarino dalla pentola.

Versate del brodo vegetale, circa due bicchieri, fate arrivare a bollore e aggiungete la pasta.

Fate cuocere la vostra pasta, nella tempistica indicata nella vostra confezione e portate in tavola ancora calda.

Degustazione

La vostra minestra con patate e fagioli di Muro Lucano la potrete degustare in una terrina bella calda e vedrete che i vostri ospiti rimarranno piacevolmente colpiti!

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotto: Carni (e frattaglie) fresche e loro preparazione

Descrizione

La "salsiccia al coriandolo di Carbone" è un alimento caratteristico della cultura gastronomica lucana, sviluppatasi e cresciuta nel corso di molti secoli di occupazioni straniere della regione Basilicata.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la salsiccia al coriandolo di Carbone nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Produzione

La produzione della salsiccia al coriandolo di Carbone è tipica della zona che comprende il comune di "Carbone", situato in provincia di Potenza, un borgo medioevale a 690 metri sul livello del mare.

Qui essendo l'aria particolarmente fresca e pulita conferisce alla salsiccia al coriandolo di Carbone il suo "aromatico" sapore.

La salsiccia al coriandolo di Carbone viene prodotta durante tutto l'arco dell'anno, non necessita infatti, di particolari condizioni climatiche per poter accentuare le sue caratteristiche organolettiche.

E' un alimento che si risalta da solo grazie:

  • alla genuinità e alla purezza delle materie prime che vengono impiegate per la sua realizzazione;
  • all'ambiente circostante nel quale viene prodotto.

Ingredienti

La salsiccia al coriandolo di Carbone è preparata con pochi ingredienti scelti di prima qualità.

Viene infatti prodotta con:

  • carne di suini allevati in loco;
  • polvere di peperone dolce macinato;
  • sale;
  • coriandolo di carbone.

Presentazione

La salsiccia al coriandolo di Carbone si presenta come segue:

  • ha una forma "cilindrica" e a "ferro di cavallo";
  • il colore caratteristico è un "rosso scuro screziato di bianco" davvero intenso;
  • ha una consistenza estremamente "morbida";
  • un sapore particolarmente "aromatico";
  • la pezzatura da 500 g a 1 kg per le forme a "ferro di cavallo";
  • la pezzatura da 100 g a 120 g per le forme classiche "a salsiccia".

Lavorazione

La salsiccia al coriandolo è celebrata oggi con una sagra nel borgo medievale, che si svolge ogni anno la terza domenica di febbraio.

In realtà, più che di salsiccia, dovremmo parlare di salsicce, perché ne esistono almeno tre versioni:

  • fresca;
  • barzotta;
  • secca.

L’impasto viene speziato con il "coriandolo", un arbusto spontaneo.

L’altra particolarità è che la salsiccia al coriandolo di Carbone, viene preparata con le parti più nobili del maiale, ovvero:

  • prosciutto;
  • lombo;
  • capocollo;
  • spalla;
  • pancetta.

Può essere ottenuta con:

  • carni di suino bianco, oppure di Nero Casertano e Lepino, di pregio superiore.

Anche se ne esistono tre tipologie, l’impasto e il procedimento di base sono comuni.

Le parti nobili del suino sono tagliate a cubetti e condite con le seguenti quantità indicative di ingredienti:

  • 1% di coriandolo di Carbone;
  • 0,15% di peperoncino rosso piccante di produzione locale;
  • 0,30% di peperone rosso dolce;
  • 2% di sale;
  • un goccio di vino Moscato di Terracina.

Il tutto è lasciato nella "maniella" (tipico contenitore in legno), per 24 ore, il tempo necessario alla carne per assorbire a fondo gli aromi delle spezie.

Contemporaneamente il legno della maniella attiva la fermentazione dell’impasto e si sviluppa un sapore più intenso e caratteristico.

L’impasto della salsiccia al coriandolo di Carbone viene poi insaccato con budello naturale di suino.

Stagionatura

Per concludere parliamo della "stagionatura":

  • la salsiccia al coriandolo di Carbone fresca è venduta appena insaccata;
  • la salsiccia al coriandolo di Carbone barzotta è lasciata asciugare per 3 giorni in ambienti con una buona ventilazione per essere poi affumicata per 4-5 ore con legno di lentisco (pianta di macchia mediterranea);
  • la salsiccia al coriandolo di Carbone stagionata viene lasciata asciugare per 21-28 giorni.

Per poter conferire alla salsiccia al coriandolo di Carbone la sua tipica nota aromatica, viene fatta "essiccare" appesa a delle travi di legno nei paraggi del fumo proveniente dai camini circostanti.

Cenni storici

Si pensa che la preparazione della salsiccia al coriandolo di Carbone, sia da ricollegare alle abitudini alimentari dei contadini di quel tempo:

  • i nuovi arrivati avevano bisogno di alimenti molto energetici, facili da conservare e trasportare.

Se i prosciutti richiedevano lunghi periodi di stagionatura, salsicce e salami erano pronti in pochi giorni e potevano essere mangiati anche dopo mesi.

Regione: Basilicata
Tipologia di prodotto: Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati

Descrizione

Il "fasulo rosso" è un prodotto alimentare lucano dal sapore corposo, coltivato con l’unicità che le piante devono inerpicarsi in verticale su supporti di canne.

Certificazioni

ll Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il fasulo rosso nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Presentazione

L'area di produzione del fasulo rosso è Pantano di Pignola, nel comune di Pignola, in provincia di Potenza.

Il fasulo rosso si presenta come:

  • un seme di ecotipo borlotto;
  • tondo ovoidale;
  • con fondo beige e screziature rosso scure.

Questo fagiolo si distingue dagli altri per:

  • il suo sapore avvolgente;
  • il suo aroma intenso che mostrano appieno la naturalità del territorio.

Il fasulo rosso è talmente genuino da essere stimato non solo in Basilicata, ma anche in tutta Italia.

La sua produzione e lavorazione spazia da inizio Giugno fine Settembre.

Storicità

Il fasulo rosso è un prodotto storicamente legato alla cultura e alla cucina di Pantano di Pignola, come confermato dalla memoria storica di anziani agricoltori della zona attraverso fatti e proverbi.

Secondo la tradizione contadina, i fagioli si cucinavano esclusivamente nelle "pignate di terracotta":

  • si adagiavano accanto al focolare e si lasciavano ore ed ore a bollire, avendo cura di aggiungere di tanto in tanto acqua calda.

La cottura avveniva facendo attenzione a girare i fagioli con un cucchiaio di legno e non di metallo per non bloccarne la cottura!

Fasi

Le fasi fondamentali della vita del fasulo rosso sono 3, ovvero:

  • la fase di raccolta;
  • la fase dell'essiccamento;
  • la fase della conservazione.

Dopo la prima fase di "raccolta" del fasulo rosso, si susseguono gli altri due step importantissimi per la lavorazione di questo legume, vediamo insieme quali.

Nella fase di "essiccazione", le piante del fasulo rosso vengono:

  • "estirpate a mano" e lasciate "essiccare" al sole;
  • una volta seccate vengono "battute" per separare i semi e recuperare quelli integri e a norma;
  • i fasuli rossi raccolti, vengono quindi disposti su dei teli e lasciati "asciugare" all’aria aperta.

Terminata la fase di essiccamento, i fasuli rossi vengono racchiusi e "conservati" in grossi sacchi di tela.

Proprietà organolettiche

La sua particolarità, ossia il perfetto connubio tra "consistenza e sapore", lo rende ideale per conferire al tuo menù di terra un tocco di bontà territoriale.

In cucina

Se ami sperimentare in cucina prodotti mai usati, che però garantiscono un risultato strabiliante, allora scegliere di cucinare i "fagioli rossi trifolati" con aglio e prezzemolo per accompagnare un secondo, può essere la scelta giusta.

Se preferisci i primi piatti, puoi optare per:

una pasta con "fagioli saltati insieme alla ncandarata", sicuro che il gusto unico dei fasuli rossi eleverà quello dell’intero piatto!

Ad ogni modo, questo legume sarà capace di conquistare tutti gli invitati!

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