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Regione: Basilicata
Tipologia di prodotto: Paste fresche e prodotti della panetteria, della biscotteria, della pasticceria e della confetteria

Descrizione

Il viscuttino di Lauria `un dolcetto tipico di questo centro della Basilicata, situato nella provincia di Potenza e nel territorio della Lucania settentrionale.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il viscuttino di Lauria nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Presentazione

Si tratta del dono tradizionale che veniva consegnato agli ospiti "durante i matrimoni", proprio come i confetti.

viscuttini di Lauria ricordano per aspetto il:

  • tarallo aviglianese;
  • ha il naspro;
  • e nonostante sia piuttosto grande, risulta essere molto leggero.

Infatti l'interno è pieno di "bollicine", così da sciogliersi in bocca.

Ricetta

La ricetta del viscuttino di Lauria all'uovo è conservata a livello locale e tradizionalmente passa di madre in figlia.

Questi dolci vengono fatti "al forno", ma le fasi di lavorazione non sono semplici e il segreto per un risultato a regola d'arte è la cottura.

Ingredienti

Il viscuttino di Lauria è a base di ingredienti basici, cioè:

  • farina 00;
  • anice;
  • uova fresche intere;
  • albumi;
  • zucchero;
  • olio di senza oppure di girasole;
  • lievito in polvere;
  • bicarbonato di sodio;
  • e olio extra vergine d'oliva.

Preparazione

Si versa a fonte la farina, per poi aggiungere;

  • l'olio;
  • le uova intere;
  • l'anice;
  • il lievito;
  • il bicarbonato.

Una volta ottenuto un impasto omogeneo si lavora la pasta in cilindri larghi 5 cm e lunghi 25 cm.

  • Quindi si uniscono le estremità perché assumano una forma circolare.;
  • dopo aver scaldato i viscuttini e averli scolati li si cuoce in forno su una teglia per 1 minuto a 250°.
  • Quando sono freddi li si spennella con un composto a base di zucchero e albumi montati con la frusta.
Regione: Basilicata
Tipologia di prodotto: Formaggi

Descrizione

I formaggi della Basilicata sono sinonimo di qualità e simbolo di genuinità, grazie all'allevamento scrupoloso degli animali che originano questa eccellenza lucana, i formaggi ovo-caprini.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il pecorino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Origini

Appartengono a questa categoria i formaggi freschi a breve stagionatura composti da:

  • pasta filata con il burro, come il Manteca.

Conservando il burro ottenuto da panna centrifugata con siero si ottiene una pasta gustosissima prodotta con latte di vacca.

La mozzarella di Basilicata, conosciuta in tutto il mondo, conserva delle tecniche di produzione antiche legate alla tradizione del luogo.

Dal Parco Nazionale del Pollino arriva poi il formaggio Padraccio a pasta molle, elastico e bianco, prodotto con il latte di capra e di pecora.

Con lo stesso latte tra le montagne della Lucania arriva fresco di produzione il "pecorino", formaggio a pasta dura tra i più conosciuti.

Simbolo di una terra mediterranea storica, i formaggi della Basilicata celano in sé il sapore, il colore e il sapere di questo territorio tutto da scoprire.

Ingredienti

Gli ingredienti necessari per la preparazione del pecorino sono:

  • latte di pecora pastorizzato;
  • caglio di capretto o agnello.

Caratteristiche

Il pecorino è caratterizzato da una molteplicità di ambienti:

  • il mare;
  • le colline brulle;
  • la montagna.

Gli animali che pascolano in questo ambiente salubre sono alimentati in modo naturale, nutrendosi di fieno che cresce spontaneamente nei prati.

Per produrre questi formaggi lucani i passaggi sono tradizionali.

La "mungitura" svolta a mano fornisce il latte che viene pastorizzato e unito al caglio artigianale di capretto o agnello.

Il pecorino ad esempio sarà soggetto a una stagionatura di 60-90 giorni in modo tale da sprigionare un sapore dolce e leggermente piccante.

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carne fresca

Descrizione

La "´ncandarata" è il nome in dialetto lucano con cui si identifica la "preparazione della carne di maiale", in particolar modo delle sue estremità quali, orecchie, coda, muso e zampe!

Cetrificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la ´ncandarata nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Ingredienti

  • carne di maiale;
  • sale grosso.

Origine

L’origine di questa pratica della regione Basilicata ha origini molto antiche e risale a quando non si possedevano eccessive possibilità economiche ed era necessario conservare il prodotto a lungo evitando di fare inutili sprechi.

Preparazione

Il procedimento per la preparazione della ´ncandarata prevede:

  • un accurato lavaggio ed un'efficiente depilazione con fiamma delle parti;
  • i pezzi di carne devono essere disposti in un vaso, preferibilmente in terracotta, alternandoli a strati di sale grosso;
  • una volta riempito il vaso fino all'orlo si chiude con un pezzo in legno ed una pietra che ne garantisca la chiusura, lasciando che con il tempo il sale lavori la carne.

Proprietà organolettiche

Per merito di questa preparazione artigianale, la ´ncandarata conserva il suo:

  • gusto saporito;
  • aroma caratteristico;
  • presenta con un colorito chiaro.

Degustazione

Se ami dilettarti in cucina e ti piace interpretare le ricette tipiche regionali utilizzando gli ingredienti speciali che le terre italiane sanno offrire, la ncandarata è capace di sbalordire i tuoi invitati tramite la realizzazione di diverse ricette territoriali.

  • Puoi per esempio decidere di accompagnare il tuo secondo di carne con delle verdure arricchite;
  • cuocendole a fuoco lento con la ncandarata e le erbe aromatiche;
  • lasciando che i succhi della carne le insaporiscano e ne esaltino il sapore naturale.

La peculiarità di tale carne è che riesce a far spiccare il gusto fermo che le caratterizza in qualsiasi portata.

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali

Descrizione

La "lenticchia di Potenza" è un alimento con elevati valori nutrizionali e fa parte della famiglia dei "legumi".

Cetificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la lenticchia di Potenza nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Presentazione

La lenticchia di Potenza si presenta come:

  • un baccello o chicco di piccole dimensioni;
  • dal colore brunito tendente al marrone.

La lentichia di Potenza è indicata come integratore naturale grazie ai valori nutrizionali contenuti al suo interno.

La Basilicata è la regione italiana che dà le origini a questo alimento dal sapore caratteristico e vagamente amabile, che lo rende un ingrediente ideale da adoperare in cucina per la realizzazione di alcune ricette regionali e nazionali tra le più rinomate.

Proprietà organolettiche

La lenticchia di Potenza ha un gusto pieno che viene enfatizzato dalla sua peculiarità piacevolmente corposa, la quale fa sì che siano appetibili e di facile utilizzo.

Inoltre, per quanto riguarda il nutrimento sono un’ottima alternativa alla carne per coloro che praticano un'alimentazione particolare, perché le proteine in esse contenute supportano in maniera adeguata la muscolatura.

Per merito del:

  • gusto autentico;
  • dell'aroma persistente;
  • degli effetti benefici;

la lenticchia di Potenza è apprezzata ovunque e di fatto è entrata nelle case italiane come "protagonista".

Degustazione

Se ami cucinare e vuoi conquistare i tuoi amici a cena, approfitta della saporosità della lenticchia di Potenza per creare qualcosa di sorprendentemente sfizioso e particolare che diventi il fiore all'occhiello della tua serata.

Puoi decidere di servirla nella sua forma originale realizzando una pasta dal sapore nostrano oppure puoi preparare una cremosa vellutata di lenticchie, ideale per accompagnare i tuoi secondi di carne, in quanto con la sua delicatezza saprà soddisfare chicchessia.

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali

Descrizione

Chi non ha mai sentito parlare del "rafano" andando in Basilicata?

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il rafano nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Caratteristiche

Si tratta del cosiddetto "tartufo della gente povera" ed è un prodotto locale vegetariano molto importante nella tradizione locale.

In parole molto semplici parliamo di una radice, o tubero che per via del suo sapore un po' forte e tendente al piccante viene utilizzato come "spezia".

Le sue origini sono molto antiche: viene spesso associato ad aneddoti dove il rafano serve anche per "curare" dati i suoi "effetti benefici" perché "antibatterico".

Coltivato con le stesse tecniche delle patate, il rafano è una radice dalla:

  • consistenza carnosa che contengono un tipico olio piccantino che gli da il suo sapore.

Utilizzo

Esistono diverse varianti che lo vedono come:

  • accompagnamento dei piatti principali.

Può essere infatti grattugiato nella pasta o nel sugo come anche nei preparati per pastellare o nell'uovo sbattuto.

Il suo sapore ricco lo rende il perfetto condimento per:

  • insalate dal sapore delicato;
  • per chi ama mangiare piccante e vuole arricchire il gusto delle sue verdure a vapore.

Attenzione a non esagerare però!

Il rafano può anche provocare "irritazione" a chi ne fa un uso abbondante o dimentica di lavarsi le mani dopo averlo tagliato.

Curiosità

Gli appassionati della cucina d'Oriente lo trovano molto sfizioso perché riesce a rendere i piatti perfetti anche con un piccolo quantitativo.

Carne o pesce non importa: in entrambi i casi il rafano si presta perfettamente per rendere un piatto ancora più "saporito" e con un elemento così semplice si può stravolgere l' intero gusto di una pietanza.

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci
CERTIFICAZIONE PRODOTTO: PAT

Descrizione

Il "biscotto al coriandolo di Carbone" è una "vera perla culinaria" profumata al coriandolo, un allestimento unico in tutta la Basilicata, visto quest' erba aromatica viene utilizzata solo nel paesino lucano di Carbone.

Certificazioni

Il biscotto al coriandolo di Carbone è un PAT ovvero un Prodotto Agroalimentare Tradizionale, quindi riconosciuto come tale dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Ingredienti

Realizzato con:

  • olio extravergine d'oliva locale;
  • lievito;
  • acqua;
  • coriandolo di Carbone;
  • farina di Carosella.

Il "coriandolo di Carbone" è un prodotto tipico del luogo, invece la "farina Carosella" (ottenuta dalla macinazione di una varietà antica di grano tenero denominato Triticum aestivum), è un' altra specialità del territorio del Pollino!

Il biscotto al coriandolo di Carbone si presenta, alla prova assaggio, con:

  • interessanti note di "sapidità" e con una "consistenza croccante" al morso e "friabile" durante la degustazione.

Il biscotto al coriandolo di Carbone si contraddistingue altresì per il suo gusto spiccato quanto avvolgente, sempre in grado di arricchire di sapidità ciò che accompagna.

Presentazione

Caratterizzato da:

  • una colorazione interna bianca;

il distintivo e prelibato biscotto al coriandolo di Carbone racchiude in sé tutta la saporosità aromatica della pianta erbacea annuale che gli dà il nome, e che fu importata nella regione nel X secolo dai Monaci Basiliani.

Da allora in poi, il coriandolo di Carbone, viene coltivato nella cittadina lucana sempre con la medesima tecnica originaria.

Largamente adoperato a "Carbone", il coriandolo non è solamente l'ingrediente essenziale per la realizzazione di questi speciali biscotti locali, bensì lo è anche per la preparazione dei "salumi", più che conosciuta la:

  • squisita salsiccia al coriandolo di Carbone.

Descrizione

In Basilicata uno spazio molto importante nella cultura gastronomica è riservato alle conserve, come le "olive nere secche" preparate in autunno, ma gustate tutto l'anno.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito le olive nere secche nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Origini

Un tempo le olive nere secche erano parte del fabbisogno dei contadini che portavano in tavola i prodotti della terra, semplici e genuini.

Oggi fanno parte della tradizione della Basilicata e sono esportati in tutta Italia perché rappresentano una preparazione dal sapore delicato che si adatta a tutte le occasioni e a qualsiasi pasto.

Caratteristiche

Dato il loro gusto eccezionale queste olive sono amate e ricercate tutto l'anno, nonostante ciò sono un prodotto molto delicato la cui coltivazione è prevalentemente legata al periodo autunnale, da ciò nasce la necessita di fare delle conserve.

Passiamo subito al dunque, come si preparano le olive nere secche (o essiccate).

Ingredienti

Si usano olive rigorosamente di "buona qualità" provenienti dagli alberi del territorio regionale, sono l'ingrediente essenziale per una preparazione ottimale.

Gli ingredienti necessari per la preparazione delle olive nere secche sono:

Preparazione

La procedura tradizionale è molto semplice, basta seguire alcuni elementari passaggi che andremo ora ad illustrare.

Disidratazione delle olive

Prima di procedere con la "conserva" è necessario fare "disidratare" le olive, dobbiamo quindi cospargerle di sale e lasciarle per qualche giorno, al sole dentro dei cestini di vimini.

Il tempo giusto della procedura sarà quello necessario a fare uscire tutta l'acqua dalle vostre olive, saranno pronte quando assumeranno un aspetto raggrinzito.

Conservazione delle olive

Quando hanno raggiunto la "giusta disidratazione" possono essere poste all'interno dei vasetti (è importante che siano di vetro), aggiungere un goccio di olio extravergine di oliva e, a piacere, qualche spezia aromatica per arricchirne il gusto.

Per non rovinare questa eccellente conserva, è bene tenerla lontana dai raggi del sole e preferibilmente in un luogo asciutto.

Varianti

Olive essiccate con l'essiccatore o in forno

Un altro modo molto pratico di preparare le olive essiccate è quello di utilizzare l'essiccatore o il forno. Ricoprire abbondantemente le olive di sale e poi inserirle nell'essiccatore/forno a 70° gradi per circa 10 ore, avendo cura di girarle di tanto in tanto. Nonostante l'indicazione di tempo, suggeriamo di controllarle, sarà sempre l'aspetto delle nostre olive a suggerirci quando il procedimento sarà ultimato.

Terminata l'essicatura, anche i questo caso procedere alla conserva come descritto sopra.

Olive nere seccate in forno

Degustazione

Questa coserva è perfetta come contorno o antipasto. Quando si portano in tavola aggiungere olio e sale a piacere per renderle ancora più gustose.

 

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La "patata rossa di Terranova del Pollino" è un prodotto alimentare tipico della Basilicata, comunemente detta Lucania.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la patata rossa di Terranova del Pollino nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Presentazione

La patata rossa di Terranova del Pollino si adatta a molti tipi di preparazione:

  • è molto saporita;
  • la buccia è rossa;
  • la sua pasta asciutta e leggermente gialla.

Produzione

La patata rossa di Terranova del Pollino viene maggiormente prodotta nei comuni della Val Sarmento e nel comune di Terranova del Pollino.

È una materia prima diventata tipica della sua terra di appartenenza, è, infatti, un' antica varietà di patata rossa chiamata anche, dagli abitanti del posto, "patata russa".

Produzione

È davvero molto facile da coltivare, per poterla produrre, infatti, non si necessita di particolari attrezzature agricole, basterà dotarsi di:

  • un terreno morbido;
  • senza sassolini o detriti che potrebbero ostacolarne la crescita.

Gli abitanti dei Comuni in cui la patata rossa di Terranova del Pollino viene prodotta raccomandano di seminarla e raccoglierla a mano.

Coltivazione

La coltivazione della patata rossa di Terranova del Pollino è adatta a chiunque, per coltivarla si seguono, infatti, le tradizionali tecniche della coltura.

Il luogo ideale per la produzione di questa fantastica e versatile materia prima è la collina, si semina in un terreno situato all'incirca a 700/800 metri sul livello del mare.

Il periodo ideale per seminare la patata rossa di Terranova del Pollino è compreso tra Aprile e Maggio.

Conservazione

I luoghi ideali dove conservare la patata rossa di Terranova del Pollino devono essere freschi ed asciutti.

Secondo la tradizione, durante la festa della Santa del paese, queste patate venivano conservate sotto il letto o al buio.

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Dolci

Descrizione

"Ù zuzumagliu" è un biscotto lucano e di origine della provincia di Potenza

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito ù zuzumagliu nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Caratteristiche

Questo biscotto è molto particolare, perchè non è dolce, ma salato.

Ù zuzumagliu è caratterizzato da:

  • una forma circolare, ricorda vagamente il tarallo, ma è più grande;
  • la consistenza è molto particolare ed a tratti è simile alla fresella napoletana.

Proprio come la fresella, ù zuzumagliu prima di essere consumato deve essere bagnato leggermente sotto l'acqua calda, perché risulta un pochino duro!

Ingredienti

L'impasto di questo biscotto lucano è molto semplice,servono solo:

  • farina di segale;
  • acqua;
  • lievito;
  • sale.

Origini

Questo biscotto è da sempre considerato come un "pasto povero" ed un tempo venivano anche utilizzati gli scarti della farina di segale dalle persone che non potevano permettersi la farina raffinata.

L'impasto del ù zuzumagliu ancora oggi, viene lavorato completamente a mano:

  • amalgamando bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo;
  • il composto va poi fatto lievitare in un posto caldo ed asciutto per diverse ore e poi cotto.

Cottura

La cottura del ù zuzumagliu prevede due fasi, nella prima fase:

  • il composto viene diviso in tante piccole parti uguali;
  • gli viene data la tipica forma rotonda ed ogni biscotto va immerso in acqua bollente;
  • va fatto cuocere per pochi minuti.

Nella seconda fase:

  • i biscotti vanno cotti ad alte temperature in forno a legna, fino a quando non raggiungono la croccantezza ed il colore brunito che li contraddistingue.
REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

Originaria della Basilicata, la "soppressata di fichi di Carbone" è un prodotto tipico del territorio meridionale che ha tradizioni molto antiche.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la soppressata di fichi di Carbone nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Ingredienti

Di base vegetariana, questa tipologia di soppressata è fatta con:

  • noci;
  • fichi.

Il paesino da cui prende il nome, Carbone, è un tipico angolo d'altri tempi, dove la gente vive di tradizioni ed usanze soprattutto per quanto riguarda l'alimentazione.

Si tratta di ricette di vecchia data che si tramandano di generazione in generazione.

La soppressata di fichi di Carbone è unica nel suo genere e per assaporarla bisogna recarsi in questa zona ricca di storia dove un tempo vivevano i Monaci che hanno dato luogo a molte delle tradizioni gastronomiche oggi tramandate.

Lavorazione

Piatto tipico delle festività Natalizie e Pasquali, la soppressata di fichi di Carbone segue fedelmente dei passi precisi che cominciano con l'organizzazione degli ingredienti, come:

  • i fichi che devono prima essere sbucciati e messi al sole per asciugare;
  • poi dopo qualche giorno cambiano colore diventando biancastri e si può dare inizio alla preparazione vera e propria;
  • si devono tagliare in due e poi immergere in una ciotola piena di noci sminuzzate;
  • si lavorano dandogli la forma desiderata, creando una sorta di "salsicciotto" che poi va avvolto nelle foglie di fico, legandolo per bene per non fare aprire l'involucro.

Cottura

La ricetta si conclude in forno:

  • la soppressata di fichi di Carbone deve cucinare per un po' e poi è pronta per essere portata in tavola insieme a tutto il sapore della tradizione locale.

Come prodotto tipico serve anche a dare maggiore identificazione ad una cultura gastronomica che non deve essere persa nel tempo!

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Vegetali trasformati

Descrizione

La "melanzana bianca di Senise" è un alimento tipico della Basilicata dal sapore deciso e pungente.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito la melanzana bianca di Senise nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Proprietà benefiche

Questo ortaggio al di là del sapore eccezionale contiene poche calorie e numerose fibre e sali minerali essenziali per l’organismo.

Le sue origini risiedono proprio nella zona di Senise, in provincia di Potenza e, grazie alle sue particolarità benefiche e di gusto, è un ingrediente molto utilizzato nella gastronomia lucana e di tutta Italia.

Presentazione

Tale verdura si presenta:

  • di colore bianco con striature rosa violacee ben diverso rispetto alla melanzana scura;
  • può essere sia tonda sia allungata;
  • come le altre si può mangiare in diversi modi.

Se sei un cuoco amatoriale che desidera sperimentare specialità attuali, la melanzana bianca di Senise può aiutarti a creare qualcosa di moderno e territoriale allo stesso tempo, riuscendo a impreziosire la tua tavola.

Dopo la cottura la melanzana bianca di Senise mantiene il caratteristico:

  •  sapore vagamente piccante;
  • l'aroma piacevole, i quali sono capaci di dare alla portata un tocco impareggiabile.

Degustazione

Il perfetto equilibrio dato:

  • dalla consistenza tenera della polpa;
  • dal profumo delicato;
  • dal gusto tendenzialmente pepato;

rende la melanzana bianca di Senise ideale per valorizzare un antipasto misto se fritta in pastella.

Se invece, preferisci piatti più salutari, puoi optare per una cottura alla piastra prima di insaporirla con le erbe aromatiche, le quali sapranno enfatizzarne il sapore, concedendoti la possibilità di servire un contorno sfizioso capace di soddisfare chiunque!

REGIONE: Basilicata
TIPOLOGIA DI PRODOTTO: Carne fresca

Descrizione

Fin dai tempi antichi si utilizzava il "sangue di maiale" per produrre dolci e insaccati.

Certificazioni

Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il sanguinaccio nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Basilicata (PAT).

Ingredienti e preparazione

Esistono diverse "versioni regionali" di queste ricette, ma il sanguinaccio della Basilicata è molto particolare.

Innanzitutto serve:

  • almeno un litro di sangue di maiale fresco, proveniente dall'animale appena ucciso.

Il sangue di maiale deve essere versato in un ampio recipiente con mezzo litro di vino cotto.

A questo punto lo si lavora con la frusta per evitare coaguli.

Per lo stesso motivo lo si "filtra" con un finissimo colino al cui interno si pone un tovagliolo di tela.

Quindi si fa cuocere la miscela dopo aver aggiunto:

  • uvetta passa;
  • scorza d'arancia;
  • cacao amaro;
  • noci triturate;
  • cioccolato fondente a pezzettini;
  • chiodi di garofano (o vaniglia e cannella);
  • zucchero;
  • biscotti grattugiati.

In alternativa ai "biscotti" si può impiegare una "miscela" a base di:

  • farina;
  • latte tiepido;
  • cacao in polvere;
  • strutto.

In entrambi i casi è fondamentale "evitare" che si formino grumi, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno.

Occorrono 2 ore per raggiungere l'ebollizione, quindi si continua la cottura a fuoco basso finché il composto non raggiunge una certa densità.

A questo punto si toglie la pentola dal fuoco e, una volta che il sanguinaccio è tiepido, lo si versa in un recipiente di ceramica.

Degustazione

Il consumo del sanguinaccio può essere "immediato" spalmando la crema sulle fette abbrustolite di pane casereccio.

In caso contrario, il sanguinaccio si può usare come ingrediente per preparare le torte.

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