Regione: Sicilia |
Tipologia di prodotto: Gastronomia |
Descrizione
Il "caciu all'argintèra" è un piatto tipico della regione Sicilia.
Certificazioni
Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha inserito il caciu all'argintèra nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione Sicilia (PAT).
Caratteristiche
Il caciocavallo è un formaggio di latte vaccino prodotto da vacche di razza autoctona, in particolar modo dalla tipica "vacca Cinisara".
Questi bovini si alimentano in maniera naturale, pascolando tra le colline.
Si tratta di un formaggio gustosissimo e piccante.
Il caciocavalloquando è fresco si presenta oleoso e fragrante.
Si chiama in questo modo per via delle fasi di preparazione, infatti:
- durante la fase di scolatura, viene messo a cavallo di una pertica di legno, successivamente gli viene conferita la sua forma caratteristica di parallelepipedo.
Origini
Questo piatto è di preparazione molto semplice e viene cucinato in tutta la Sicilia.
Si tratta di:
- formaggio "caciocavallo" tagliato a fette spesse e fritto nell'olio extravergine d'oliva.
L'origine di questo piatto povero non è chiara.
Da una parte si sostiene che il modo di cucinare questo formaggio sia stato introdotto durante l'epoca bizantina, mentre dall'altra parte si narra che questo piatto fu inventato da un "argentiere di Palermo".
Proprio da qui, il nome "argintèra", che per non mostrare la poca ricchezza della sua mensa, cucinava in modo da creare odori molto stuzzicanti ed ingannare i vicini di casa.
Leggenda
Il profumo del caciocavallo è tipico ed esaltante, quando lo si affetta, la sua essenza si diffonde per tutta la casa.
L’antica ricetta del caciu all'argintèra ha proprio al centro l’odore, "u ciavuru".
Un’antica leggenda, narra che nel quartiere di Palermo dell’Argenteria, nel quale si concentravano diversi artigiani che lavoravano l’argento, uno di questi cadde in povertà, fu per questo o semplicemente per suscitare l’invidia del quartiere che sperimentò una:
- "ricetta ingannatrice".
Nei paesini e nei quartieri, il giudizio dei vicini ha sempre contato moltissimo ed è così anche tutt’ora, anche gli odori emanati dalle cucine potevano essere rivelatori dello status economico di una famiglia.
Per esempio, si poteva dedurre dai profumi, quante volte la settimana si mangiava carne e quante il pesce.
Le voci giravano come il vento e come gli odori.
Quindi, come erano solite fare alcune famiglie che arrostivano alla brace il pane duro per far sentire il profumo di arrosto, l’argentiere reinventò una tipica ricetta a base di:
- coniglio fritto in padella e sfumato con l’aceto, usando però un prodotto più povero, ovvero il famoso caciocavallo.
Il profumo che si poteva sentire dalle finestre era simile a quello del coniglio e da qui nacque la ricetta del "coniglio o caciocavallo all’argentiera".
Ingredienti
Gli ingredienti che vengono utilizzati nella preparazione del caciu all'argintèra sono semplicissimi, ovvero:
- 500 g di caciocavallo fresco;
- 3 cucchiai di olio extravergine di oliva;
- 2 spicchi di aglio;
- zucchero q.b.;
- origano q.b.;
- 3 cucchiai di aceto bianco.
Preparazione
La preparazione del caciu all'argintèra è semplicissima e non necessità di una particolare abilità in cucina:
- si fa scaldare l'olio extravergine di oliva su una padella insieme ad uno spicchio d'aglio;
- quando questo è bollente, si dispongono le fette di caciocavallospesse circa mezzo centimetro nella padella;
- si friggono per pochi secondi da ambo i lati;
- appena tolte dalla frittura si aggiungono pepe, origano e si servono calde;
- per dare un tocco di acido al piatto, appena prima di togliere le fette, queste possono essere sfumate con un po' di aceto.
La semplicità di questo piatto, però, non deve ingannare!
Degustazione
Il sapore del caciu all'argintèra risulta molto gustoso, intenso e di facile abbinamento con un vino rosso corposo.
Il caciu all'argintèra può essere servito come stuzzicante antipasto o come secondo d'accompagnamento.